Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 27 novembre 2010

Quell’Italia vera della partitella.

di Massimo Raffaeli.  (da il manifesto del 26 novembre)



L’intenso rapporto tra Pier Paolo Pasolini e il calcio, atto di “estrema resistenza” la centro di un convegno Casarsa, sui campi dove il poeta tirò i primi calci a scoprì l’amore nel quale vedeva l’utopia della pienezza umanistica 

“Fermate, a Pa’, dà du’ carci co' nnoi” E’ un richiamo ancestrale quello che lanciano a Pier Paolo Pasolini alcuni ragazzi della borgata dai nomi inconfondibili. Giorgio, Giannetto, Carlo, il Moro.  La borgata è il Trullo, mentre i  versi ( poi nella raccolta “Poesia in forma rosa”, Garzanti 1964) portano la data del 6 marzo 1963 come fossero note di diario. Pasolini ha compiuto il giorno prima  quarantuno anni , vive a Roma da tredici, è non solo un poeta e un narratore riconosciuto dalla èlite, ma ormai un regista famoso (reduce per altro da due capolavori “Accatone” e “La ricotta” ) così come un uomo pubblico decisamente controverso, sospetto a sinistra  per la sua omosessualità e per il marxismo eterodosso, linciato dalla destra per i medesimi motivi, comunque pluriprocessato dentro e fuori dalle aule giudiziarie dalla stessa società che il suo genio di antrolplogo prende a leggere nei termini dello Sviluppo senza Progresso, illusa dal boom economico che tuttavia la stravolge nei  modi sia del Genocidio delle antiche culture popolari e particolaristiche sia dell’Omologazione al consumismo neocapitalista: dieci anni dopo, negli “Scritti Corsari”, nelle pagine clandestine di “Petrolio”  e nel terrificante testamento di “Salò” , darà ad un simile contesto il nome glaciale di Universo Orrendo. Quei ragazzi che lo invitano a giocare rinnovando una cara consuetudine , non sono solamente i testimoni fisici di un mondo popolare presto liquidato o retrocesso a preistoria ma sono i complici del gioco in cui resiste agli occhi del poeta la nostalgia o l’utopia della pienezza umanistica, ovvero la conciliazione naturale di anima e corpo, quasi una laica eucaristia che venga spartita tirando due calci a un pallone. Chi ha raccolto meritoriamente le pagine che lo scrittore ha dedicato al calcio (cioè Valerio Piccioni)  in “Quando gioca Pasolini, Calci, corse e parole di un poeta” Limina 1966) scandisce in tre episodi e in tre fisionomie gli sviluppi della sua passione: prima c'è il piccolo tifoso del Bologna anni trenta (lo squadrone pluriscudettato di Schiavo e Biavati, Ceresoli e Andreolo), colui che gioca a calcio ogni giorno e per ore sui prati di Caprara, un’ala destra d’altri tempi, minuta e velocissima, che gli amici battezzano “Stukas” : poi il ventenne del Friuli materno, in divisa regolamentare, sui terreni di Casarsa o San Giovanni: infine il quarantenne e cinquantenne che decine di foto ritraggono nei campetti della periferia romana, con indosso la maglia del Bologna, per una partitella fra amici o nelle dispute tra cinematografari/giornalisti/cantanti dove pare prodigasse l’impegno e persino la tigna acrimoniosa dell’antica passione (come attesta in più luoghi “l’Album Pasolini”  a cura di Mario Desiati, Oscar Mondadori 2005). Non soltanto Pasolini legge il gioco da vero intenditore ( un suo celebre articolo utilizza, infatti, la semiologia di Roland Barthes per fornire una grammatica della prosa e della poesia calcistica) ma ritiene paradossalmente la partita come l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo, l’unico evento capace di commemorare la tragedia greca e dunque di investire la totalità della Polis. E’ probabile che nella plasticità del gioco, nella trama armoniosa di un’azione , nella semplice bellezza di un gol, egli individuasse da un lato la completezza delle forma d’arte e dall’altro, specialmente, un gesto di perfezione etimologica, in grado di sottrarsi al principio di prestazione e agli automatismi della mercificazione: è quanto Bataille aveva definito la “dèpense” l’atto di nudo spreco o di grazia allo stato puro. Che giocare al calcio fosse per Pasolini un atto di estrema resistenza umanistica lo testimonia un romanzo tra i più singolari, si dica pure tra i più appassionati, dello scorso decennio, “Futbol bailado” di Alberto Garlini (Sironi 2004) , un testo di quasi cinquecento pagine la cui intramatura complessa, sorretta da un’isoirazione magnanima, è solo relativamente ipotecata dalle didascalie d’epoca. L’incipit è la famosa partita (l’ultima di Pasolini) che disputarono a Parma nel marzo del 75’ la troupe di “Salò” e quella di “Novecento” capitanata da Bernardo Bertolucci: qui, alla maniera di una docufiction di impianto polifonico, ma senza concedere nulla alle lusinghe o alle facili astuzie del cosiddetto postmoderno, si diramano due differenti romanzi di formazione, i quali si intrecciano sia alla cadenza frenetica, ultimativa e/o distruttiva, che scandisce gli ultimi mesi di vita del poeta, sia ai passaggi di fase più cruciali della storia italiana recente: l’uno è l’apprendistato di un campione, Francesco, che viene progressivamente meno agli obblighi della carriera per ritrovarsi a immolarsi nella gratuità del gioco  primordiale, perciò un “futbol” che simula la danza e il volo degli uccelli, che guadagna la cadenza di una poesia e non chiede contraccambio che non sia un pegno d’affetto o un’offerta d’amore; l’altro è il bilancio al presente di chi per caso si trovò a giocare, giovanissimo, la partita di Parma divenendo in seguito l’allievo prediletto di Francesco: il suo nome è Alberto, allude ad un profilo chiaramente autobiografico e segnala, nello stesso tempo,  la funzione di un doppio testimone per cui “Pasolini” non può essere un’icona o un accredito culturale ma un riferimento esistenzialetrasformarsi uno sterro fra i palazzi in costruzione nel decorso allegorico della sua stessa vita, finalmente circondato dai ragazzi che amava, dagli antichi maestri e da tutti gli amici scrittori. Infatti aveva aggiunto nella clausola, regalandosi un attimo di necessaria retorica: “Le grida della quieta partitella, la muta primavera, non è questa la vera Italia fuori dalle tenebre?”

 L’azione del gol dell’ 1 a 2  nella vittoriosa partita dell Roma contro il Bayern Monaco-che vede una travolgente azione di Jeremy Menez, prodigio Francese nato  e cresciuto nei sobborghi meridionali di Parigi, e la  finalizzazione in rete del cross di quest’ultimo da parte di Marco Borriello -   mostra la plasticità del gioco, la  trama armoniosa di un’azione , la  semplice bellezza di un gol. Elementi  in cui Pasolini individua,  da un lato la completezza delle forma d’arte e dall’altro, un gesto di perfezione etimologica.


Il popolo è minorenne

di Luciano Granieri.



Le manifestazioni in piazza si susseguono, parti di popolo che vedendo scippati i propri diritti salgono  sui  tetti delle scuole, delle  fabbriche, delle  università salgono  sulle gru, occupano  i monumenti delle città d’arte. Le forze dell’ordine scaricano la RABBIA DELLO STATO che è fortemente presente in questi casi, ma è completamente assente quando si tratta di assicurare un minimo di   welfare , contro ragazzi, donne, anziani. Avevamo già vissuto una situazione simile negli anni 70’ . In quel frangente però, non c’era l’uomo forte macchiato di diversi reati, che prova piacere a manipolare la legge, inconsistente nei propri confronti, ma maglio d’acciaio nei confronti di chi lo osteggia. In quel frangente inoltre studenti e lavoratori avevano trovato coesione e condivisone per lottare. Dispiegando un contrasto che non si limitava alla difesa di diritti minimi. Non si trattava di rivendicare il diritto al lavoro, ma di renderlo meno usurante e alienante con la possibilità di avere 150 ore retribuite per studiare, non si trattava di rivendicare un istruzione pubblica  includente e non discriminatoria  fra poveri e ricchi , ma di ottenere il coinvolgimento  alla gestione di scuole e università attraverso  la partecipazione politica di tutti gli attori, studenti, genitori, docenti. In pratica si lottava per ottenere il miglioramento di diritti acquisiti, oggi si lotta semplicemente per riottenere quei diritti negati da un ventennio di Neoliberismo selvaggio. Oggi il dittatore usurpatore c’è e la coesione fra i vessati manca. La disperazione però sta creando i presupposti per una nuova unione dei soggetti deboli,  disoccupati, precari, studenti, pensionati a cui si aggiungono i migranti. ED E’ QUESTA UNIONE CHE IMPAURISCE IL DITTATORE USURPATORE il quale reagisce con sempre maggiore violenza. Il video che segue intitolato “IL POPOLO E’ MINORENNE” ripropone questa condizioni. Da una parte c’è l’uomo forte che può infrangere  la legge, ma reprime, chiunque voglia battersi per la libertà, si tratta di una scena tratta dal Film “L’uomo al di sopra di ogni sospetto” di Elio Petri, dall’altra  si vede un Pasolini che esorta i giovani a interrogarsi sui cambiamenti sociali.

Buona Visione.






Il video mi è stato inviato da Drugo960. 

Ha firmato l'appello "Estendere e rafforzate la vigilanza democratica"

da Federazione Lazio CARC



Ha firmato l’appello Estendere e rafforzare la vigilanza democratica Francesco Paolo Oreste, consigliere comunale di Boscoreale, nonchè poliziotto intervenuto sui violenti scontri tra polizia e manifestanti antidiscarica a Terzigno.






Riportiamo a seguire una sua lettera aperta:



Qualcuno deve scusarsi con Carla, comincio io.
In realtà meriterebbero delle scuse anche Angelo e tanti altri, ma per colpirti alle spalle non c’è bisogno di guardarti negli occhi, per colpire Carla sul naso invece qualcuno ha dovuto farlo per forza.
Mi scuso a nome di tutti quelli che indegnamente indossano la mia stessa divisa.
 Io, quando ero piccolo, sognavo di fare il paladino della giustizia poi, da grande invece volevo semplicemente mettermi al servizio della speranza in un mondo migliore.
Altri, evidentemente, non sognavano, e sono rimasti piccoli, piccoli, così piccoli da non conoscere la differenza tra servitore e servo, piccoli e con la schiena curva, Carla, tanto da non arrivarti agli occhi, né al cuore, altrimenti non ti avrebbero mai colpita sul naso.
Mi scuso a nome loro.
Mi scuso a nome di tutti coloro che potevano trasformare in diecimila le mille persone che erano intorno a te a manifestare pacificamente. Con loro, i dieci lanciatori di pietre sarebbero diventati dieci su diecimila, ieri, invece, erano solo dieci su mille. Gli altri novemila hanno lasciato che Tu fossi lì da sola a subire, oltre la beffa, il danno.
Mi scuso a nome loro.
Mi scuso a nome di chi continuava a lanciare sassi ed ignoranza contro un nemico che non conosceva mentre tu ci dicevi che quei sassi “sporcavano” la tua protesta, erano altro da te e dal tuo no. Mi scuso a nome loro.
Mi scuso a nome di tutti i diritti che ti sono stati negati. Mi scuso per il tuo diritto alla salute, per il tuo diritto a dire pacificamente no, per il tuo diritto a vivere, sperare, esserci, parlare, vedere, ridere, sognare, andartene di sera in giro con il tuo ragazzo a divertirti e a crescere. I tuoi diritti si sono fatti derogare da leggi e decreti, senza opporsi, senza ricorsi. Ti hanno lasciata li’, al posto loro.
Mi scuso a nome loro.
Mi scuso a nome della Verità che si è lasciata pagare come una meretrice, che si è lasciata interrare come un escremento, che si è lasciata scaricare e seppellire come il più tossico dei rifiuti, che ti ha lasciato lì da sola a gridarne il nome e le ragioni.
 Mi scuso a nome suo.
E infine, senza meno, mi scuso a nome mio, che dinanzi alla rabbia ed alla vergogna mi ero rifugiato nel silenzio.
Mi scuso a nome mio.  



Napoli, i precari BROS dimostrano che uscire dall'emergenza rifiuto è possibile

da Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)



Quello che governo e autorità locali, interessati solo alle speculazioni e all’affarismo, non riescono (e non vogliono) fare, lo stanno facendo le masse popolari organizzate.
Questa mobilitazione, per quanto su scala ridotta, dimostra cosa è possibile fare, e come, su vasta scala se le Autorità avessero la ferma intenzione di risolvere il problema dei rifiuti a Napoli e in Campania.  
«Gli ingredienti per risolvere il problema rifiuti ci sono tutti!
Ci sono le idee: sviluppare la raccolta differenziata è a proposta avanzata e sostenuta da tutti i comitati ambientalisti, democratici e progressisti della Campania.
Ci sono gli uomini: migliaia di disoccupati che possono svolgere un lavoro, utile e dignitoso.
Ci sono i mezzi: le aziende, che oggi i padroni vogliono chiudere, producono o possono produrre i macchinari necessari.
Ci sono le conoscenze: scienziati ed esperti non hanno messo a punto già da anni metodi e tecniche per il riciclaggio dei rifiuti, per lo smaltimento a freddo, ecc.
C’è un’attenzione e una disponibilità diffuse: basta vedere con quanta dedizione e slancio migliaia di persone già oggi si mobilitano per tutelare il territorio e la salute pubblica nonostante debbano persino scontrarsi con le forze dell’ordine per farlo!
Che cosa manca se non un’Autorità che combini tutto questo in un piano complessivo per far fronte alla situazione? Un’Autorità che sia guidata dall’obiettivo di risovere il problema dei rifiuti, bonificare i terreni, ecc., anziché gestire il problema dei rifiuti come mezzo per fare soldi, per abbuffarsi al banchetto degli ecoprofitti.
Un’Autorità così non può essere espressione di quelli per cui i rifiuti sono stati e sono “una gallina dalle uova d’oro”. E neanche dei loro amici e complici. Può essere l’espressione solo dei comitati ambientalisti, dei cittadini attivi, delle associazioni della rete Rifiuti Zero, delle organizzazioni di disoccupati, dei sindacati, delle forze progressiste e democratiche. E’ la soluzione politica, la sintesi, di chi lotta contro la devastazione ambientale, lo sfruttamento, la disoccupazione, la camorra, la malasanità» 


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  • Da Il Mattino - 25.11.10


NAPOLI - La necessità aguzza l'ingegno e i disoccupati di Napoli, città simbolo dell'arte di arrangiarsi, hanno pensato di avviare una raccolta 'porta a portà autogestita, distribuendo sacchetti per la differenziata di plastica, carta e umido.
Una proposta per risolvere la propria emergenza lavorativa e quella dei rifiuti che attanaglia la città. In oltre cinquecento, ex dei progetti Bros e Isola, stanno distribuendo buste nei vicoli che circondano piazza Dante, nel centro della città, suscitando, stando alle prime impressioni, l'apprezzamento dei cittadini della zona.
«Il nostro impiego - fanno sapere - consentirebbe di mettere fine all'emergenza rifiuti in città. Sarebbe sicuramente una soluzione definitiva che renderebbe inutili le discussioni sull'individuazione e l'allestimento delle discariche». I disoccupati si presenteranno ai cittadini muniti di pettorina di riconoscimento ed effettueranno già a partire da oggi la raccolta in diversi quartieri di Napoli: «Un esperimento per dimostrare concretamente che se si utilizzano seriamente le competenze dei precari Bros e fondi economici disponibili, è possibile pulire Napoli evitando l'apertura di discariche ed inceneritori».
«Questa scelta costituirebbe anche una doppia soluzione per i due problemi principali della nostra città - tengono a precisare - quella di oggi, relativa all'emergenza rifiuti, e quella di sempre, il lavoro». Del resto, spiegano ancora, «siamo stati formati per anni a fare la raccolta differenziata» e dunque, «di fronte all'irresponsabilità delle istituzioni nazionali e locali che stanno facendo affogare Napoli nell'immondizia, vogliamo dimostrare che una soluzione c'è».
«Ho 50 anni e per tre anni ho seguito un corso di formazione per fare la differenziata - spiega Antonio Fucile - dopo i soldi pubblici spesi per noi, ora siamo disoccupati e la città è piena di immondizia. Un paradosso». I precari del progetto Bros, domani allestiranno delle isole ecologiche in piazza Dante, dove verrà depositato il differenziabile raccolto. In passato gli stessi disoccupati si sono resi protagonisti di iniziative simili con interventi di pulizia che hanno interessato siti monumentali e gli arenili della città: «Nei prossimi giorni, oltre a estendere l'esperimento in altri quartieri ci faremo promotori di interventi mirati in zone pubbliche assediate in questi giorni dai cumuli di spazzatura». 

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  • Comunicato stampa - Napoli, 26.11.10

Successo dell’iniziativa di mobilitazione dei precari BROS organizzati
E' continuata, anche oggi, nonostante il cattivo tempo, l'iniziativa di  mobilitazione dei Precari Bros Organizzati i quali hanno dato vita alla  Raccolta Differenziata dei Rifiuti in forma autogestita.
Un impegno reso possibile grazie alle competenze ed alla professionalità  acquisita durante gli anni del Progetto I.SO.LA e Bros.
Abbiamo distribuito nei quartieri popolari del centro cittadino migliaia di  buste colorate per la raccolta del materiale differenziato (vetro, plastica, carta) ed abbiamo allestito una piattaforma ecologica al centro della piazza.
L'accoglienza della popolazione è stata entusiasta dimostrando l'alto grado di  civiltà della gente e la volontà di non sopportare più le conseguenze e il  degrado derivanti dall'emergenza/rifiuti.
La nostra iniziativa ha dimostrato le chiacchiere, del governo e delle  istituzioni locali, le quali, in questi anni, hanno impedito l'avvio concreto  di vere politiche di difesa dell'ambiente e di tutela della salute.
Per il governo, per gli affaristi politici e camorristici, invece, è stato conveniente aprire le discariche e gli inceneritori.

ORA E' TEMPO DI DIRE BASTA A QUESTA EMERGENZA I CUI COSTI SONO STATI PAGATI  DALLA CITTADINANZA E DALLA SALUTE DI TUTTI NOI.
Bisogna imporre alla Regione Campania, alla Provincia di Napoli, al Comune di  Napoli, all'ASIA l'avvio di una capillare raccolta differenziata, con il metodo  del porta a porta, utilizzando la platea dei Precari Bros anche attraverso l'uso dei fondi già resi disponibili del Ministero del Lavoro.
In serata una delegazione dei Precari Bros Organizzati, assieme agli studenti  in lotta contro i provvedimenti del Ministro Gelmini, ai comitati di Chiaiano  e Terzigno e ad altri disoccupati organizzati, ha partecipato al Presidio in Piazza Trieste e Trento contestando demagogica venuta di Berlusconi a Napoli.
Alcuni nostri compagni, poi, assieme ad altri, hanno incontrato un funzionario  dello staff di Berlusconi a cui sono state rappresentate le nostre  rivendicazioni.
Attorno a questa proposta continueremo le nostre iniziative tese ad affermare  gli obiettivi della Vertenza Bros.
Cogliamo, infine, l'occasione per mandare un abbraccio collettivo ai tre compagni ancora detenuti a Poggioreale e ai sei costretti agli arresti  domiciliari i quali stanno subendo una pesante repressione per aver mantenuta  viva la lotta per il lavoro nel corso delle settimane scorse.

Movimenti BROS organizzati di Napoli e provincia


venerdì 26 novembre 2010

Now he beats the drum; now he stops

di Luciano Granieri





Seconda  parte del concerto “Now he sings now he sobs”,   la prima parte       è stata pubblicata   su Aut il 29 ottobre scorso. Torniamo dunque al mitico locale del Village il Blue Note degno teatro di questo straordinario concerto. Chick Corea - pianoforte, Miroslav Vitous - contrabasso e Roy Haynes  - batteria furono i protagonisti di uno dei più bei dischi mai incisi nella storia del jazz. Si era nel 1968 e i tre registrarono   per la Solid State l’album Now he sings  now he sobs. Gli stessi musicisti più entusiasti che mai li ritroviamo al Blue Note nel 2005 a riproporre la loro performance ancora più entusiasmante della session da studio eseguita 37 anni prima. I brani che proponiamo sono Matrix, un pezzo di Corea che faceva parte dell’album  inciso nel 68’ e Straight no Chaser di Thelonius Monk. Già ancora Monk. Anche nella prima parte il trio Now he sings now he sobs  si era cimentato con un altro classico monkiano Rythm a Ning. L’esecuzione dei due brani da parte di Corea, Vitous e Haynes è molto diversa. A un “Matrix” dalle improvvisazioni algide tipicamente cool, corrisponde un Straight no Chaser con sortite solistiche di fuoco,  un interpretazione di Monk tipicamente Bop, una rilettura sicuramente lontana dalla personalità e dallo stile compassato del pianista della North Carolina, che pure dal Bop aveva tratto linfa creativa vitale per poi evolvere in uno stile personale meno esuberante. Il titolo del post Now he beats the drum; now he stops” che è l’ultima frase della poesia  che Corea scrive sulla copertina del disco, non è casuale. Infatti in entrambi i brani Roy Haynes è straripante.  In  Matrix Mirolas Vitous apre  con alcune misure in  assolo dove accenna appena la proposizione del tema che viene eseguito successivamente da tutto il trio. Parte Corea con una improvvisazione che si snoda su brevi arpeggi, taglienti, freddi, nelle pause si inserisce Haynes velocissimo e leggero sul rullante è incredibile la capacità propulsiva della sua mano sinistra. L’assolo di Vituos è sontuoso, tecnicamente incredibile, velocità, figure armoniche originali, rendono il linguaggio di questo musicista veramente unico. Nell’ultima parte del brano Corea e Haynes offrono una improvvisazione combinata veramente originale. Il fraseggio di Corea si fa più incalzante senza pause, gli arpeggi si susseguono, si inseguono, mentre Haynes incastra nell’esecuzione del pianista delle sequenze ritmiche ottenute suonando sul bordo del rullante e dei tom. Una combinazione assolutamente straordinaria che mostra come Haynes sia uno dei pochi batteristi   assieme a Jack De Johnette che riesce a far emergere  la propria personalità  in una condizione armonico ritmica  particolare come quella determinata dal trio  Piano, Contrabbasso Batteria, senza comprometterne l’equilibrio sonoro.

Straight no Chaser, il brano che conclude il concerto è al contrario di “Matrix” meno distaccato, è fuoco improvvisativo allo stato puro. L’improvvisazione di Corea è pirotecnica, coinvolgente, al pianista di Chelsea,  Massachusetts risponde Vitous, velocissimo, propulsivo e trascinante nel suo assolo, ma la vera chicca del brano sono le misure alternate con  cui Corea e Hynes dialogano fra di loro,  entrano in una specie di trans improvvisativa, le figure armonico ritmiche che riescono a tirare fuori dai rispettivi strumenti sono di valore assoluto. Il tutto per delle esecuzioni eccellenti, veramente grande grande jazz.
Buona visione.






Bunga Bunga Fest



  

 da Sinistra Ecologia e Libertà, Circolo di Frosinone

 "La politica e il partito come luoghi di socializzazione e di incontro”.
  
   E' questo il senso dell'iniziativa "Siamo tutti africani" organizzata da <Sinistra, Ecologia e Libertà   ; per domenica 28 novembre 2010, dalle ore 20.00 presso la  ;Cantina Mediterraneo ; di Frosinone
   La serata inizierà con il racconto di un recente viaggio in Sudafrica da parte di alcuni amici di SEL, proiezione di diapositive e foto-racconto del viaggio.
   A seguire, cena con piatti tipici africani, cous cous in primis e, per finire, esibizione di percussionisti con ritmi afro da ballare senza pudore.
    "Crediamo che il partito possa e debba essere uno strumento per stare assieme, discutere e confrontarsi non solo sui massimi sistemi e su problemi di carattere politico, ma anche su temi più leggeri, come quello del viaggio", … così Pietro Fargnoli e Antonio Messia (portavoce e coordinatore del Circolo) insieme con gli altri “naviganti” per le vie e contrade della Città di Frosinone.
   “Un altro esempio di come intendiamo la militanza politica, la partecipazione alla socio-culturale della città: ascolto reciproco tra tanti, conoscere e gioire insieme con altri, fare con determinazione ciò che necessita fare”.

            Circolo di Frosinone
           Sinistra Ecologia Libertà













La Magia dell'aula 008

di Fausta Dumano


Blocco notes,la redattrice di aut è nella aula 008 della accademia di belle arti,ops è giovedi sera la location è il Satyricon di via firenze,la via Margutta di Frosinone, dove hanno trovato dimora gli artisti dell' accademia.Il giovedi sera ,come è consuetudine ,contaminazioni artistiche arte e musica,una scia ereditata dal collettivo laps.Aula 008 nasce per aggregare gli artisti in lezioni notturne,sono coinvolti anche i docenti,nelle prossime serate una lezione di una docente di arte moderna,stavolta il filo conduttore erano le magliette d' autore, magliette di colori diverse ,ad accompagnare la serata gli zero seriale. Musica e arte ,tanti giovani uniti dalla passione per l' arte ,che stasera hanno scelto come forma di comunicazione le magliette colori diversi ,ogni maglietta meriterebbe un post per raccontare la sua storia,i suoi simboli, il significato. Ancora più sorprendente è la voglia di aggregazione,che cercano un luogo dove esprimersi,in una città che non offre strutture per vivere l' arte. La risposta viene da locali ,che stanno diventando punti espositivi, al Satyricon trovano cittadinanza gli ''accademici''il giovedi sera. IL progetto nasce da Sara Ciuffetta, una giovanissima vulcanica, il suo nome ha già un vasto curriculum

APPELLO A SOSTENERE CHI E’ INQUISITO PERCHE’ DIFENDE LE LIBERTA’ DEMOCRATICHE

da Federazione Lazio CARC

ESTENDERE E RAFFORZARE LA VIGILANZA DEMOCRATICA
REALIZZARE LA COSTITUZIONE
SMASCHERARE E DENUCIARE I PICCHIATORI, I PROVOCATORI E I LORO MANDANTI, RENDERE NOTI I LORO VOLTI E NOMI
SBARRARE LA STRADA ALLA DERIVA REAZIONARIA

Nel nostro paese Berlusconi e tutta la destra più eversiva e criminale sta tentando di spazzare via quanto resta dei diritti e delle libertà democratiche sancite dalla Costituzione nata dalla Resistenza antifascista e di instaurare un regime autoritario che attui la linea dettata da Marchionne (“la lotta tra padroni e operai non esiste più, dobbiamo essere uniti contro il resto del mondo”): leggi razziali, nuovi campi di concentramento (CIE), politica dei respingimenti, distruzione di campi rom, coprifuoco, cariche al presidio di Brescia in sostegno alla lotta degli immigrati contro razzismo e sanatoria-truffa; pestaggi, arresti e processi contro i cittadini che lottano per la difesa del territorio in cui vivono (dalla Val Susa a Terzigno, passando per L’Aquila); omicidi di Stato (Cucchi, Aldrovandi, Lonzi, Giuliani sono i nomi che la lotta per la verità ha reso noti, rompendo la cappa del silenzio e l’omertà di Stato); leggi ad personam; impunità per mandanti e autori delle stragi di Stato (piazza della Loggia docet); tentativi di mettere a tacere la stampa “non allineata” (Legge bavaglio) e di far fuori i giornalisti scomodi; limitazioni al diritto di sciopero, rappresaglie e attacchi nei confronti dei sindacati che non si piegano al Piano FIAT-Marchionne, primi tra tutti la FIOM; militarizzazione del territorio, aumento della videosorveglianza, promozione delle ronde razziste; sostegno e copertura ai gruppi fascisti come Casa Pound, Forza Nuova, Fiamma Tricolore che cercano di insediarsi nei quartieri popolari per alimentare l’odio e la violenza nei confronti del “diverso”, il razzismo e l’omofobia… Assieme alla disoccupazione, alla devastazione ambientale, al razzismo, al peggioramento generale delle condizioni di vita e al degrado sociale e culturale, si moltiplicano i soprusi, le aggressioni, le violenze, le intimidazione, le minacce, le operazioni di infiltrazione e provocazione che le forze dell’ordine regolari e irregolari (fascisti, infiltrati, spioni, polizie parallele, ecc.) sono chiamate a compiere per soffocare la protesta e la ribellione delle masse popolari italiane e immigrate.
La lotta per  i “diritti per tutti”, per “riprendersi la democrazia”, per “realizzare la Costituzione” è parte integrante della lotta per non pagare la crisi dei padroni!
Non basta gridare all’“emergenza democratica”, bisogna estendere e rafforzare la vigilanza democratica! Una prima elementare forma di vigilanza democratica è denunciare, smascherare e rendere noti volti e nomi di quegli agenti provocatori pronti a tutto che Kossiga indicava come strumento della  ricetta democratica”, e dei loro mandanti. In questo modo è possibile ostacolare fino a rendere impossibile ai picchiatori dei manifestanti, ai torturatori della Diaz e di Bolzaneto, agli aguzzini degli immigrati rinchiusi nei CIE, agli assassini di Carlo Giuliani, Stefano Cucchi e Federico Aldrovandi, ai rapitori di Abu Omar di continuare impunemente a svolgere la loro opera protetti dall’anonimato, e magari fare anche carriera. E’ uno strumento pratico per sbarrare la strada ai progetti eversivi e alla deriva autoritaria promossa dalla destra reazionaria. E’ un’operazione di democrazia e trasparenza, che riguarda anche quella parte delle forze dell’ordine che non vuole prestarsi al lavoro sporco contro le masse popolari italiane e immigrate. E’ una forma di autodifesa per chi resiste alla crisi e ai suoi effetti.
Per questo esprimiamo la nostra protesta contro il processo che il PM Morena Plazzi (della Procura di Bologna) sta cercando di orchestrare nei confronti di Angelo D’Arcangeli (membro della Direzione Nazionale del Partito dei CARC), Vincenzo Cinque (dirigente nazionale del Sindacato Lavoratori in Lotta), Romano Rosalba (dell’Associazione Solidarietà Proletaria) e Fabrizio Di Mauro, accusati di aver promosso la vigilanza democratica e di aver collaborato a rendere noti volti di agenti di polizia attraverso la pubblicazione di foto sul sito “Caccia allo sbirro” realizzato dal (nuovo)Partito comunista italiano. Ci auguriamo che l’udienza preliminare che il 22 dicembre si terrà presso il Tribunale di Bologna metta fine a questa montatura dal carattere repressivo e intimidatorio verso chi si batte per la salvaguardia delle conquiste e dei diritti democratici conquistati con la Resistenza e sanciti dalla Costituzione.


FIRMA E FAI FIRMARE L’APPELLO,
INVIA LA TUA ADESIONE ALLA MAIL:  vigilanzademocratica@carc.it 
INDICANDO: NOME E COGNOME, PROFESSIONE, CITTA’, EMAIL/TELEFONO

giovedì 25 novembre 2010

Lascia partire il tuo ascensore, lascialo andare e prendi il potere

di Luc Girello



Governo  impaurito,  ministri fuori di testa in mimetica che sorvolano l’Afghanistan gettando  volantini di guerra  e atteggiandosi a novelli D’Annnunzio,  un’ azione che emana fetore di ventennio , perché non c’era la contraerea? Ministri che  non riescono a votarsi neanche la propria riforma per quanto fa schifo la Gelimini si vota  contro e si esprime  per errore a favore dell’emendamento sulla riforma universitaria proposto da Fli . Nel frattempo dilaga la protesta degli studenti dei ricercatori che salgono sui tetti delle università e sui monumenti delle più importanti città; Colosseo, Torre di Pisa, Mole Antonelliana . E un governo impaurito risponde con la  cieca violenza sguinzagliando le forze dell’ordine contro  i manifestanti e chiunque si permetta di dissentire, donne comprese. In questa mattanza è ora di dire basta. Basta con i zerbini del Capo e la mollezza di una finta opposizione. LA POLITICA FACCIAMOLA NOI . LASCIAMO ANDARE IL NOSTRO ASCENSORE SUI TETTI DELLE FABBRICHE DELLE UNIVERSITA’ DEI MONUMENTI.....LASCIAMOLO ANDARE E PRENDIAMO IL POTERE.

Così finisce il brano “Consapevolezza” degli Area che accompagna le significative  foto del collettivo di Torino “Noi con gli studenti”  .






IL COMUNE DI AQUINO APRE AL FOTOVOLTAICO DI INIZIATIVA PUBBLICA.

da Il Consigliere Antonietta Evangelista delegato all’Urbanistica e LL.PP.



Come già annunciato qualche tempo fa dal Sindaco Antonino Grincia, prosegue l’iter amministrativo per la realizzazione di un parco fotovoltaico nel Comune di Aquino.
Infatti nel Consiglio Comunale del 20 ottobre u.s., su proposta del Consigliere Antonietta Evangelista in qualità di delegato all’Urbanistica e LL.PP., è stato approvato il punto n. 2 all’o.d.g.,  dando definitivamente il via alla realizzazione di un parco fotovoltaico nel territorio di Aquino.
Soddisfazione ed aspettative da parte del Consigliere che spiega:
“L’iniziativa ha preso piede …….
Con l’adesione al Protocollo di Kyoto, che ha imposto ai Paesi dell'Unione Europea di adottare politiche di risparmio energetico e di sviluppo di energie rinnovabili, e quindi la necessità di limitare le emissioni di gas serra nell’atmosfera e di contenere l’inquinamento e l’innalzamento della temperatura del pianeta, ha indotto la stessa U.E. ad emanare delle direttive per l’adozione di politiche di risparmio energetico e lo sviluppo di fonti rinnovabili.
Allo scopo di incentivare la costruzione di impianti fotovoltaici, il Ministero dell’Economia ed il Ministero delle Attività Produttive, riconoscono incentivi alla realizzazione ed installazione di tali impianti.
Pertanto, il Comune di Aquino, con deliberazione di G.C. n. 66 del 4/5/2010, avente ad oggetto: “Atto di Indirizzo per l’attuazione di un programma di interventi per lo sviluppo di fonti rinnovabili per l’energia elettrica”, ha formulato un atto di indirizzo per l’avvio delle procedure necessarie all’attuazione di un programma per lo sviluppo di fonti rinnovabili, in particolare con il ricorso all’energia data dal solare-fotovoltaico.
Non disponendo questo Ente di una idonea area, mediante Avviso Pubblico, è stato possibile reperire l’area necessaria alla realizzazione di un parco fotovoltaico; l’area viene concessa in uso al Comune dai Sigg. Scappaticci Costanzo e Tommaso.
L’area in oggetto è stata individuata in parte del terreno sito lungo la Via Casilina, già zona D, soggetta a Piano per Insediamenti Produttivi, di iniziativa pubblica.
Detto terreno, esteso complessivamente Ha 18.55.84, è riportato in Catasto Terreni al foglio 2 mappale 1.
Della suddetta area, con la delibera di C.C. n. 28 del 12/10/1998, è stata richiesta ed autorizzata dalla Regione Lazio, la formazione del Piano delle aree da destinare a PIP, individuando contestualmente “come area per la realizzazione dell’intervento l’appezzamento di terreno esteso 102.733 mq, coincidente con l’area a forma trapezoidale perimetrata dalla ferrovia Roma-Napoli, la SS Casilina, la Via Torre San Gregorio, e la linea quasi parallela alla strada vicinale Spinarole e distante da quest’ultima circa 380 metri”.
Pertanto, la rimanente area può ad oggi essere utilizzata per la realizzazione di un impianto fotovoltaico.
Nei vari incontri avuti con i proprietari del terreno ed i tecnici della società di ingegneria che ha redatto un apposito studio di fattibilità, è emerso che l’intervento realizzabile sul lotto disponibile, prevede la costruzione di un impianto di circa 7 MW a cui, in base ai parametri contributivi previsti dalla normativa (ultimo decreto approvato il 6/8/2010 e pubblicato in G.U. il 24/8/2010), corrisponde un incentivo GSE di circa 0.131 centesimi.
Tale incentivo, applicato al calcolo relativo alla capacità produttiva dell’impianto, da luogo ad un contributo di circa € 25.000,00/MW, per cui ne deriverebbe un contributo complessivo al Comune di € 175.000,00/annuo.
Considerando che il 50% di tale importo va riconosciuto ai proprietari così come proposto e definito nella deliberazione e relativo schema di contratto preliminare proposto, ne deriva un ricavo netto per l’Ente di € 87.500,00/annuo per 20-22 anni.
Importo che andrà a costituire una entrata straordinaria al Comune, già a partire dal prossimo E.F.
Dal punto di vista della tempistica, una volta approvato questo punto all’o.d.g., il responsabile del 2° settore tecnico procederà con la sottoscrizione del contratto preliminare di comodato, al quale seguirà un bando pubblico per l’individuazione del soggetto concessionario della Progettazione, Realizzazione, Tenuta a Manutenzione dell’impianto.
Ad aggiudicazione avvenuta si procederà alla stipula del contratto di comodato definitivo.
Considerando i tempi per l’espletamento della procedura di gara, nonché quelli previsti per l’ottenimento delle necessarie autorizzazioni e registrazioni, è possibile prevedere che l’impianto sarà realizzato prima dell’agosto del 2011, anche in considerazione del fatto che il soggetto aggiudicatario avrà maggiori benefici se entro tale data, l’impianto andrà in produzione.
Alla luce di quanto esposto, ribadendo la notevole opportunità che questo offrirà al Comune di Aquino, si rivolge l’invito a codesto rispettabile consiglio, di votare favorevolmente questo punto all’o.d.g.


mercoledì 24 novembre 2010

Simme tutti cumpagni i fatiche e tu magni

di Luciano Granieri

L'11 dicembre a Roma si terrà la manifestazione del PD contro il governo Berlusconi. Sarà una manifestazione non solo di dissenso, ma verranno formulate delle proposte concrete utili al Paese. Per mettere meglio a punto queste proposte,  e per sollevare il morale dei militanti, nelle varie sezioni locali si terranno dei Democratic Party. Aut-Frosinone, con l'aiuto del nostro amico Daniele Sepe ha documentato una di queste riunioni. 





Comunicazioni riguardanti il ricorso al TAR-Marangoni.

da Comitati e Associazioni di Anagni

Concittadini,
come si ricorderà il TAR del Lazio sede di Roma, con ordinanza  n.4135/2010 ha confermato la decisione  presa dalla Conferenza dei Servizi, che aveva respinto la richiesta  della Maind-Marangoni di Anagni  di bruciare il pericoloso car-fluff nel suo inceneritore di Anagni, ed  ha applicato, per la prima volta nella Valle del Sacco, il  “principio di precauzione” sancito dalla Comunità Europea.
               
L’IMPEGNO DELLE  ASSOCIAZIONI E DEI COMITATI DI ANAGNI, ESPRESSO ATTRAVERSO L’ANALISI TECNICA DEL PROGETTO, LA COMUNICAZIONE ALLA CITTADINANZA, E PER ULTIMO L’INTERVENTO LEGALE DI OPPOSIZIONE  ALL’IMPIANTO IN SEDE DI TRIBUNALE AMMINISTRATIVO DEL LAZIO, HA AVUTO UN RICONOSCIMENTO INDISCUSSO

I cittadini sono ora più attenti e sensibili ai problemi dell’inquinamento e alle conseguenze che provoca  sulla salute, verificabili, purtroppo, dall’aumento del numero di patologie, quasi sempre mortali, legate alle sostanze inquinanti, in particolare le diossine e PCB, che, assorbite dal terreno, trasmesse attraverso il foraggio agli animali, sono entrate nel ciclo alimentare e producono i loro drammatici effetti nel tempo.

La lotta per sottrarre il territorio ad un destino che si vorrebbe segnato, è irrinunciabile e deve proseguire
-         per esigere i controlli dovuti, certi e regolari
-         per avviare  il risanamento e la bonifica delle aree inquinate
-         per individuare i responsabili e chiedere il risarcimento dei danni arrecati

Le Associazioni e i Comitati di Anagni si sono fatti carico dell’impegno di spesa per contrastare il progetto car fluff presso il TAR del Lazio, per questo  hanno incaricato valenti avvocati che in questa prima fase del ricorso hanno saputo egregiamente difendere le ragioni della comunità anagnina dal progetto Maind-Marangoni.
I comitati e le Associazioni di Anagni chiedono ai cittadini di contribuire per quanto loro possano e ritengano opportuno al sostegno delle spese legali già sostenute dai comitati e quelle prossime alle quali sarà necessario fare fronte per le successive fasi del ricorso.

Un contributo anche piccolo per la difesa delle nuove generazioni che rischiano di essere le più colpite dalle conseguenze dell'inquinamento, è un investimento per la difesa del valore del territorio, per innalzare una barriera contro quei progetti che, da Colleferro a San Vittore hanno deciso di sacrificare agli inceneritori e alle produzioni inquinanti questa parte del territorio nazionale.
Per la raccolta di questi fondi, necessari per proseguire la battaglia contro l’inceneritore di Car fluff, è stato costituito dalle nostre associazioni un apposito comitato. A coloro che desiderano offrire il loro contributo comunichiamo i seguenti conti correnti bancari intestati a:
           COMITATO PER ANAGNI E IL SUO TERRITORIO    presso le banche:
Credito Cooperativo di Roma  
agenzia di Anagni – Osteria della Fontana   iban:  IT16V0832774290000155000576
 Intesa S.Paolo  agenzia di Anagni              iban:  IT67O0306974290000000003614  

Sui fondi raccolti e sul loro utilizzo i cittadini avranno la garanzia della massima trasparenza con un rendiconto attraverso i nostri siti internet e i mezzi di informazione.
Rete per la tutela della Valle del Sacco - Associazione Culturale Anagni Viva - Associazione Diritto alla Salute - Associazione La Guerra di Piero - Comitato Osteria della Fontana - Comitato Ponte del Papa - Vox Populi.                            Anagni lì 24.11.2010
Per informazioni e per seguire la situazione aggiornata consultare i siti internet:  
Per comunicazioni urgenti chiamate il n. 3930723990. 

martedì 23 novembre 2010

Pour les femmes

da Nicla Langiu   FORUM DELLE DONNE P.R.C. CECCANO



Eliana è il nome di una donna, ultima in ordine di tempo, ad essere uccisa da un uomo.
In nome di Eliana e di tutte le altre vittime di femminicidio, il Forum delle Donne del P.R.C. di Ceccano invita tutte e tutti ad indossare, giovedì 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, un nastrino bianco macchiato di rosso. Un gesto che vuole simboleggiare il NO alla violenza sulle donne.
La violenza di genere avviene soprattutto all'interno dell'ambito familiare, nel momento in cui la donna sceglie l'autodeterminazione, assumendo tante forme: fisica, psicologica, controllo economico, fino ad arrivare all'uccisione.
Durante lo scorso anno le donne uccise da uomini sono state 119, soprattutto per mano di mariti, conviventi o familiari.
Tale dato è disponibile perché derivato da fonti giornalistiche, mancano infatti dati istituzionali e questo la dice lunga sull'attenzione riservata al problema della violenza di genere da chi ci governa, anzi il nostro è un  governo che tende a cancellare quei passi avanti che, anni di lotta, hanno fatto fare all'emancipazione femminile. Una politica reazionaria che lede non solo alle donne ma a tutto il Paese perché mina la democrazia, produce disuguaglianza e arretratezza culturale, sociale ed economica.

Sempre attraverso una politica reazionaria si sta tentando di sferrare un altro duro colpo all'autodeterminazione delle donne. Dopo la legge 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita arriva ora, dalla Regione Lazio, una proposta di legge di riforma e riqualificazione dei consultori familiari che, aggirando la legge nazionale, prevede di trasformare i Consultori da strutture che operano nel pieno rispetto della persona e della laicità, in luoghi di imposizioni etiche con l'accreditamento nelle strutture pubbliche regionali di personale non qualificato appartenente ai movimenti per la vita che potranno anche istituire propri consultori, così da esercitare la loro azione con i soldi pubblici. Questa legge se venisse approvata cancellerebbe un patrimonio pubblico di grande valore, frutto di lotte e di conquiste sociali e civili delle donne, che hanno garantito la salute per tutti. Le lotte devono riprendere più forti di prima per contrastare i continui attacchi ai diritti delle donne: mai più oggetti di violenza, oggetti sessuali, oggetti riproduttivi.
Contro tutto ciò il Forum delle donne rinnova l'invito a indossare per tutta la giornata di giovedì il nastrino bianco macchiato di rosso.

Video Pubblicato da Aida Hamdi, segnalatoci dalla Jazzista Maria Pia De Vito
 La Redazione