Il
servizio TAO (Terapia Anticoagulante Orale), una terapia salvavita, è stato
efficiente e di qualità fino a quando era responsabile il dott. Raffaele
Reggio, primario del Centro trasfusionale.
Ai primi
di novembre Egli è andato in meritata pensione e il Centro TAO è andato in
crisi. Questo rischio era stato ampiamente e ripetutamente fatto presente, nell’estate
scorsa, al direttore generale ed a quello sanitario della ASL, durante le riunioni del gruppo di lavoro, costituito da medici e da rappresentanti
dell’Associazione degli anticoagulati (AIPA), che ha elaborato un progetto per
la realizzazione, nel prossimo anno, di
Centri antitrombotici eccellenti su tutto il territorio della provincia. Il
progetto prevede un protocollo clinico unico, un organico del personale medico ed
infermieristico, gli arredamenti e la disponibilità di locali e di parcheggio.
Nel momento
in cui questo progetto dovrebbe muovere i primi passi verso la realizzazione di
quanto in esso previsto, concordato e deliberato dalla ASL, si crea il caos e
lo smarrimento.
Infatti
il Centro TAO di Frosinone non ha più un
responsabile. Viene gestito in collaborazione tra Centro trasfusionale e UOC di
ematologia. La presenza di medici ed infermieri viene decisa all’ultimo momento.
E’ accaduto ed accade che invece di due infermieri ce ne sia solo uno. Per
inviare, tramite fax, 10-15 fogli con le terapie ad altrettanti pazienti si impiegano circa due ore perchè la
macchina non funziona come prescritto e come dovrebbe. Le copie che si inviano
escono nere dalla stampante perché, si dice, è stato acquistato il toner di bassa
qualità. Tutte queste piccole cose che dovrebbero essere risolte in un baleno
da dirigenti avveduti e capaci si protraggono inspiegabilmente nel tempo
creando disagi e difficoltà al personale ed ai pazienti. Ma quali sono le
ragioni che impediscono l’affidamento
della direzione di questo servizio alla UOC di ematologia, come proposto dall’aipa in tutte le sedi
competenti?
Abbiamo
chiesto da mesi la riunione del “Gruppo di lavoro” coordinato
dal dott. Bruno Macciocco, a voce e per iscritto,mentre si continua a fare orecchie da mercante e ad
assumere decisioni senza informare i pazienti. Eppure gli accordi deliberati
dicono il contrario. E’ stata finanche prevista una cabina di regia, mai
convocata, per dare avvio alla realizzazione del progetto e per evitare rischi di crisi e di peggioramento del
servizio. Quali sono i motivi che impediscono una discussione seria e proficua?
Il
Commissario, nuovo arrivato è molto impegnato a colloquiare con i primari per
conoscere tutte le problematiche della nostra sanità. Se vuole noi siamo a sua
disposizione. Ma una persona come il
Commissario Macchitella, impegnato da lustri come dirigente della sanità
regionale, non dovrebbe conoscere a menadito pregi e difetti della sanità
laziale e quindi, anche della nostra?