Carla Corsetti, Silan Ekinci, Giovanni Morsillo |
“In quale veste sei qui oggi?” Questa è la domanda che ieri, 25 aprile, mi ha posto Giovanni Morsillo Presidente Provinciale dell’ANPI. Eravamo a Ceprano. Stava per iniziare il convegno pomeridiano organizzato da Potere al Popolo di Frosinone con la partecipazione dell’ANPI, di Democrazia Atea dal titolo: Itala e Kurdistan storie di Partecipazione democratica. Ospite Silan Ekinci attivista curda la quale , proprio insieme a Giovanni, avrebbe provato mettere in relazione la resistenza curda con quella partigiana.
Già in quale veste ero lì? Come iscritto a PaP, ma anche come iscritto all’ANPI. La risposta non era così
scontata. La mattina avevo partecipato
ai festeggiamenti del 25 aprile a
Frosinone, davanti alla stele dei Martiri Toscani. Ero li in veste di militante di PaP? Come
ANPI? Certamente, ma anche come attivista degli amici della Mezzaluna Rossa
Palestinese. Insomma un rebus. Alla fine ho trovato la risposta.
Ho
festeggiato il 25 aprile da antifascista. Pur nella gioia di vedere una buona partecipazione
di giovani, sia a Frosinone che a Ceprano, una cosa mi ha fatto male. Silan, il
cui racconto sui soprusi subiti del popolo curdo è stato angosciante, quanto
terribile , auspicava che un giorno anche la sua gente avrebbe potuto
festeggiare un 25 aprile. Ma come? Un popolo vessato, pur indomito e resistente invoca, e forse ci invidia, il grande valore del 25
aprile e noi, che godiamo di quanto quella lotta ci ha dato in termini di
dignità umana, lo svalutiamo
sotto una serie di distinguo, di ambigue
prese di posizioni? Questa riflessione mi ha molto intristito .
Solo qualche mese fa, era la fine di agosto, a
Castelliri ho assistito ad un esaltante
concerto di Goran Bregovic , il cui culmine si è raggiunto quando il musicista, di madre serba
e padre croato, ha eseguito, non senza orgoglio e felicità “Bella
Ciao” come se fosse un canto suo. Un inno di
liberazione universale gridato in tutte le piazze, da
Istanbul ad Honk Kong, da Atene a Parigi, che tutto il mondo ci invidia, solo nel luogo d’origine è visto come un
elemento divisivo. Divisivo di che? In
che modo quel canto potrebbe dividere un
popolo liberato dalla lotta antifascista? Chi considera la liberazione ottenuta
con la resistenza un fatto di parte è fascista.
Ecco perché mi considero
antifascista prima di ogni cosa . Perchè sono contro quei fascisti che in l’altro
ieri hanno inneggiato a Mussolini a Piazzale Loreto, che invocano i gerarchi
dalle curve dello stadio. Ma sono anche contro colori i quali considerano il 25
aprile come la messa in scena di un derby fra opposti estremismi, questi sono i fascisti della peggior specie.
Fascista è chi dice di non essere né di destra né di
sinistra. Fascista è chi giustifica le
intemperanze dei militanti di Casapound e di Forza Nuova derubricandole a
semplici goliardate, fascista è chi consente a queste forze di partecipare alle elezioni. Fascista è chi ordina lo sgombero delle case popolari occupate da poveracci, ma non ha il coraggio di sgomberare i nipotini
del duce del terzo millennio dall’elegante
palazzetto di proprietà dello Stato che abusivamente occupano.
Fascisti sono i sovranisti nazionalisti fautori del motto Dio Casa e Famiglia. Fascisti
sono coloro che si spacciano per difensori degli interessi popolari ingegnandosi
invece nell’alimentare la propria
consorteria elitaria.
Fascista è colui che, rinnegando la propria provenienza ,
il 25 aprile del 2017 fece sfilare
gli iscritti del suo partito con le
bandiere europee, rivendicando l’obiettivo non già di celebrare i partigiani , vecchi
orpelli di un passato da rottamare , ma di esaltare personaggi di sicuro valore nei loro
rispettivi campi, ma che nulla avevano a che fare con la resistenza.
Potrei andare avanti all’infinito. Come è evidente
siamo circondati dai fascisti, forse non
ce ne siamo mai liberati. Ecco perché bisogna essere prima di ogni altra cosa antifascisti senza se e senza. Esibire in modo palese il proprio antifascismo
cantando a squarciagola Bella Ciao in ogni occasione, anche in chiesa
come fece Don Gallo. Restando umani e
antifascisti sempre, oggi domani e dopo domani, forse la speranza in un mondo
migliore non si spegnerà definitivamente.
P.S. A Bella Ciao preferisco Fischia il Vento ma questa è un’altra
storia.
Il 25 aprile a Frosinone |