Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 13 aprile 2022

L'assessore al bilancio di Frosinone, prossimo sindaco, ride, i cittadini piangono ma non se ne accorgono, gli altri candidati....non ci sono.

 Luciano Granieri collettivo politico Rigenerare Frosinone



Nei media locali, per lo più asserviti allo Zar Ottaviani,  (immagine giornalistica controversa considerato il conflitto russo-ucraino) è iniziato il bombardamento mediatico di una campagna elettorale, di fatto, già cominciata. In molti descrivono, non senza qualche ragione, le topiche dei candidati a sindaco del centrosinistra (vecchio e nuovo) ed esaltano le gesta dello zar e del prossimo sindaco nominato, l’assessore alla “borsa” Riccardo Mastrangeli (se ci sono state le primarie del centro destra, nessuno se ne è accorto). 

 Così riferisce un solerte giornalista in un suo illuminato editoriale:”…… sempre Mastrangeli è in primo piano, grazie al “riaccertamento ordinario dei residui”, cioè l’ultimo degli adempimenti che l’amministrazione comunale ha dovuto compiere per l’approvazione del bilancio consuntivo. Senza entrare nei dettagli di una noiosissima e tecnicissima nota diffusa dall’ufficio stampa del Comune capoluogo, ci si concentri sull’ennesimo sorriso dell’assessore alle Finanze di Ottaviani che chiude i conti con un passo avanti. Gli va riconosciuto”. 

Il solo riferirsi all’”accertamento dei residui”, personalmente mi ha messo in fibrillazione. Se qualcuno ricorderà, se lo vuole ricordare, ma potrebbe anche non fregargliene un fico secco, nella stessa operazione fatta nel 2015, relativa ad un biennio contabile, si materializzò un debito di quasi 28 milioni di euro da ripianare in modiche rate da 947.000 euro fino al 2045. Nell’adempimento attuale, andando a vedere le carte (la delibera di giunta comunale 115/2022 del 6 aprile 2022), abbiamo capito, forse, perché Mastrangeli avrebbe buoni motivi per sorridere. 

Infatti per il solo anno 2021 il riaccertamento dei residui ha evidenziato un ulteriore debito di € 361.176 e spicci, da ripianare in 10 anni. Certo rispetto ai quasi 28 milioni del triennio 2013-2015 è un bel passo avanti. Il fatto è che per un Comune come quello di Frosinone, in piano di riequilibrio economico e finanziario, non è ammissibile avere partite passive dal riaccertamento ordinario dei residui che, lo ricordiamo, è quell’operazione per cui si deve stralciare dall’attivo di bilancio quei crediti non più esigibili che, automaticamente, diventano soldi definitivamente persi. 

Ma Mastrangeli ride ugualmente perché, in fin dei conti, sono i cittadini a doversi sobbarcare 950 mila euro di rate fino al 2045, più altri 37mila euro fino al 2032, per non parlare delle quote dell’acquisizione della Banca d’Italia pari ad altri 188.000 euro per dieci anni, salvo poi pagare il riscatto di acquisto di 2 milioni di euro. Mettiamoci pure il disavanzo 2019 pari a oltre 8.000.000. 

Sicuramente Mastrangeli avrà da sorridere, i cittadini di Frosinone molto meno. Perchè per pagare quelle rate il Comune, ogni anno, indipendentemente da chi lo guiderà, dovrà riscuotere tanti soldi, in tasse e svendita di quel poco di patrimonio pubblico che è rimasto, per coprire le quote di debito annuali e realizzare avanzi di bilancio, ossia guadagnarci pure, sono le regole del patto di stabilità interna, per cui i Comuni devono essere in attivo. 

Certo Mastrangeli e Ottaviani se la ridono, si fanno le loro sontuose passioni pasquali, dopo aver tagliato asili nido, scuola bus, ridotto a zero i servizi sociale senza risanare il bilancio, tanto ai cittadini di Frosinone, grazie ad una stampa, accondiscendente, quanto non asservita, si fa credere che il genio della finanza Mastrangeli ha fatto i miracoli, (in effetti è un vero e proprio miracolo trasferire spese ordinarie nella partita dei debiti fuori bilancio), tacendo che i miracoli li devono fare un numero sempre più elevato di frusinati per arrivare a fine mese.

Tutto ciò interessa a qualcuno dei candidati che si frappongono alla invincibile armata di Mastrangeli? Evidentemente no, altrimenti sarebbero andati a recuperarsi la delibera di giunta sul fondo pluriennale vincolato, che sta nell’albo pretorio del comune di Frosinone, non in un cloud criptato, e fatto qualche ragionamento. 

E allora la domanda è: perché non interessa, ai candidati che si oppongono al designato sindaco Ottavian…...pardon, Mastrangeli, il destino di una città che per oltre vent’anni dovrà sacrificare l’ultimo pezzo di stato sociale per apparare i buffi consolidati in due lustri  di governo dal ticket Ottaviani/Mastrangeli? I quali, grazie ad una campagna di stampa, quantomeno inappropriata, passano addirittura per i risanatori della città?


N.B. I soldi del PNRR, quando e se arriveranno, serviranno per nuovi investimenti, non per pagare i debiti.



domenica 10 aprile 2022

Compagni il nuovo blocco sociale non esiste

 Luciano Granieri



Con l’assemblea pubblica di Sabato 9 marzo  il collettivo Politico Rigenerare Frosinone ha chiuso la serie di incontri per verificare la possibilità di costruire un progetto di partecipazione alle prossime elezioni amministrative ponendo al centro della selezione dei candidati e degli aspiranti sindaci, l’etica politica. Un etica basata sul coinvolgimento diretto dei cittadini nella determinazione di liste, e di coloro che devono guidarle. 

Dopo la constatazione che tale progetto non ha interessato le  coalizioni uscite dai tavoli del centro sinistra, vecchi e nuovi, i quali hanno proceduto in senso opposto a quanto da noi avanzato, affidandosi a candidati sindaci calati dall’alto e già ampiamente protagonisti, diretti o indiretti, delle stagioni consiliare passate, prima dell’abdicazione ad Ottaviani, abbiamo provato a convocare l’intera cittadinanza per sondare se quel blocco sociale,  disarticolato, ferito, economicamente e socialmente, dal governo pluridecennale di amministrazioni cittadine, costruite ed elette ignorando quell’etica della partecipazione che noi volevamo e vogliamo propugnare, esistesse veramente. 

Ebbene non esiste. 

Nonostante abbiamo a che fare ogni giorno con cittadini sfibrati, come noi stessi per altro, da una crisi economica e sociale alimentata da politiche locali finalizzate ad aumentare le diseguaglianze, dobbiamo constatare che essi non fanno blocco sociale. Non hanno neanche voglia di starci a sentire. E la colpa è tutta nostra. Lo abbiamo toccato con mano sabato scorso. 

Il problema secondo me è che abbiamo perso tempo nel denunciare la mancanza di un etica nella politica cittadina degli ultimi 50 anni, e non ci siamo accorti che è proprio la politica ad essere scomparsa. Quella politica al quale tutti i cittadini e i lavoratori devono poter partecipare perché sono stati rimossi gli ostacoli di ordine economico e sociale che ne impediscano il loro coinvolgimento. 

Quella politica, per determinare la quale, i cittadini hanno il diritto di associarsi liberamente in partiti e non essere cooptati come clack servente e adulante da gruppi d’interesse che dell’organizzazione partitica non hanno più nulla. 

Abbiamo sbagliato noi a credere che il governo di un Comune, ente chiamato a curare, promuovere lo sviluppo e la coesione sociale della comunità che rappresenta, sia una responsabilità da mediare condividere con tutta l’assise consiliare e la cittadinanza consapevole,  e non il trofeo di chi trionfa alle elezioni. Il premio di un’investitura basata sul concetto che: chi vince prende tutto e può esercitare la sua podestà sui cittadini senza il minimo disturbo da alcuno, né consigliere comunale, né cittadinanza. 

La realtà è cambiata e non da poco, ma noi non ce ne siamo accorti, forse impegnati a lottare per arrivare, con sofferta dignità,  a fine mese, o a crogiolarci in una sorta di limbo etico-ideologico ormai divenuto archeologia politica

Ebbene lo confesso, non sono attrezzato a giocare a questo gioco

Ma neanche vorrei arrendermi alla completa resilienza, sinonimo oggi di resa all’incontrovertibile potere del mercato politico e non solo. Mi piacerebbe riuscire a resistere in qualche modo. 

Per questo io continuerò  a percorrere il solco di quella politica scomparsa continuando a ragionare e, per quanto possibile, analizzare quei frutti avvelenati che l’altra politica, quella delle corporazioni, ci somministra, e condividerne la letalità sociale presso quei cittadini che come me la subiscono. 

Si costituirà il nuovo blocco sociale? Non lo so, forse un giorno se saremo ancora vivi, forse non lo vedremo mai, ma questa è la realtà e bisogna prenderne amaramente atto.