Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

domenica 10 aprile 2022

Compagni il nuovo blocco sociale non esiste

 Luciano Granieri



Con l’assemblea pubblica di Sabato 9 marzo  il collettivo Politico Rigenerare Frosinone ha chiuso la serie di incontri per verificare la possibilità di costruire un progetto di partecipazione alle prossime elezioni amministrative ponendo al centro della selezione dei candidati e degli aspiranti sindaci, l’etica politica. Un etica basata sul coinvolgimento diretto dei cittadini nella determinazione di liste, e di coloro che devono guidarle. 

Dopo la constatazione che tale progetto non ha interessato le  coalizioni uscite dai tavoli del centro sinistra, vecchi e nuovi, i quali hanno proceduto in senso opposto a quanto da noi avanzato, affidandosi a candidati sindaci calati dall’alto e già ampiamente protagonisti, diretti o indiretti, delle stagioni consiliare passate, prima dell’abdicazione ad Ottaviani, abbiamo provato a convocare l’intera cittadinanza per sondare se quel blocco sociale,  disarticolato, ferito, economicamente e socialmente, dal governo pluridecennale di amministrazioni cittadine, costruite ed elette ignorando quell’etica della partecipazione che noi volevamo e vogliamo propugnare, esistesse veramente. 

Ebbene non esiste. 

Nonostante abbiamo a che fare ogni giorno con cittadini sfibrati, come noi stessi per altro, da una crisi economica e sociale alimentata da politiche locali finalizzate ad aumentare le diseguaglianze, dobbiamo constatare che essi non fanno blocco sociale. Non hanno neanche voglia di starci a sentire. E la colpa è tutta nostra. Lo abbiamo toccato con mano sabato scorso. 

Il problema secondo me è che abbiamo perso tempo nel denunciare la mancanza di un etica nella politica cittadina degli ultimi 50 anni, e non ci siamo accorti che è proprio la politica ad essere scomparsa. Quella politica al quale tutti i cittadini e i lavoratori devono poter partecipare perché sono stati rimossi gli ostacoli di ordine economico e sociale che ne impediscano il loro coinvolgimento. 

Quella politica, per determinare la quale, i cittadini hanno il diritto di associarsi liberamente in partiti e non essere cooptati come clack servente e adulante da gruppi d’interesse che dell’organizzazione partitica non hanno più nulla. 

Abbiamo sbagliato noi a credere che il governo di un Comune, ente chiamato a curare, promuovere lo sviluppo e la coesione sociale della comunità che rappresenta, sia una responsabilità da mediare condividere con tutta l’assise consiliare e la cittadinanza consapevole,  e non il trofeo di chi trionfa alle elezioni. Il premio di un’investitura basata sul concetto che: chi vince prende tutto e può esercitare la sua podestà sui cittadini senza il minimo disturbo da alcuno, né consigliere comunale, né cittadinanza. 

La realtà è cambiata e non da poco, ma noi non ce ne siamo accorti, forse impegnati a lottare per arrivare, con sofferta dignità,  a fine mese, o a crogiolarci in una sorta di limbo etico-ideologico ormai divenuto archeologia politica

Ebbene lo confesso, non sono attrezzato a giocare a questo gioco

Ma neanche vorrei arrendermi alla completa resilienza, sinonimo oggi di resa all’incontrovertibile potere del mercato politico e non solo. Mi piacerebbe riuscire a resistere in qualche modo. 

Per questo io continuerò  a percorrere il solco di quella politica scomparsa continuando a ragionare e, per quanto possibile, analizzare quei frutti avvelenati che l’altra politica, quella delle corporazioni, ci somministra, e condividerne la letalità sociale presso quei cittadini che come me la subiscono. 

Si costituirà il nuovo blocco sociale? Non lo so, forse un giorno se saremo ancora vivi, forse non lo vedremo mai, ma questa è la realtà e bisogna prenderne amaramente atto.



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