Giovedì
scorso, 21 febbraio l’assemblea territoriale di Potere al Popolo ha organizzato a Ceprano un incontro dal titolo “aboliamo il debito
pubblico”. Il convegno è stato indetto per smascherare le reali finalità delle
politiche fondate sul debito vera arma d’imposizione del verbo neoliberista.
Hanno partecipato, Marco Bersani di Attac Italia, uno dei principali animatori,
con la sua associazione, del referendum
sull’acqua pubblica del 2011, nonché profondo conoscitore e divulgatore del tema “debito”attraverso articoli di giornali e pubblicazioni
fra cui “Dacci
oggi il nostro debito quotidiano” pubblicato da Drive Approdi; Giorgio
Cremaschi portavoce nazionale di Potere al Popolo; Carla Corsetti segretario nazionale di Democrazia
Atea e membro del consiglio nazionale di Potere al Popolo; e il sottoscritto dell’assemblea territoriale
di PaP in qualità di moderatore. Hanno contribuito alla discussione altri
interventi, tra cui quello della D.ssa Elisabetta Canitano del coordinamento
nazionale di Pap; di Luigi Sorge del
Partito Comunista dei Lavoratori e di Severo
Lutrario . Contributi utili ad
animare un dibattito estremamente proficuo. In particolare l’acquisita e rafforzata
consapevolezza da parte dei convenuti che, disarmare
l’ordigno letale del
debito, vero e proprio shock usato dall’ultraliberismo per imporre le proprie
ricette affamatrici del popolo, è una operazione ineluttabile per assicurare il
successo di ogni conflitto sociale.
Di seguito,
prima dei video dei relatori, proponiamo alcune riflessioni.
Ci sono dei concetti logicamente dimostrabili
che con il passare del tempo, chissà perché , diventano atti di fede. Si
trasformano cioè in postulati non più confutabili . Uno fra questi è il
concetto di debito riferito agli Stati e alle singole comunità. Il debito pubblico è un’ineluttabile piaga biblica, una sorta
di invasione della cavallette inviata da
una strana divinità, il Dio Mercato, contro quei Paesi che hanno sperperato i
propri denari assicurando sanità, scuola,
e servizi pubblici. Elementi necessari
a rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana
. Oppure hanno consentito agli anziani
di godersi una pensione decente in grado di sopportare al meglio le angherie
del tempo. Il Dio mercato, appunto,
altra entità assurta a trascendenza divina. Guai ad indispettire questo Dio che
si deprime ed emette sentenze di sciagura se le piazze finanziarie vanno in ribasso, e si esalta se l’indice Ftse
Mib cresce, se azioni, bond, derivati
finanziari, diventano ipertrofici
alimentandosi dei profitti dell’economia reale, quella cioè che consente
a tutti noi di condurre una vita decente.
Ecco vorremmo proferire qualche irriverente bestemmia contro
questo Dio e la piaga del debito che egli ci ha inviato . Il debito pubblico italiano al 2018 era di
2.317 miliardi di euro, il che comporta un costo per interessi di circa 60
miliardi di euro, più o meno all’anno. E’ possibile che tutti questi buffi
siano stati causati da uno stato sociale
così magnanimo versi i suoi cittadini? Se fosse cosi vivremmo tutti con un reddito di cittadinanza almeno di 1.500 euro, avremmo di fatto sconfitto la povertà. Invece emerge che all’aumentare
del debito sono aumentate le
diseguaglianze e il numero di persone in difficoltà economica .
Dunque il postulato non solo è confutabile ma
è anche fallace e truffaldino. Emerge infatti che dal
1992 ad oggi, eccetto il 2009 e il 2010
i bilanci dello Stato hanno chiuso sempre in avanzo primario, ossia le entrate fiscali hanno superato le spese per
servizi ai cittadini . Il nostro Paese vanta
il record mondiale di avanzi primari
ottenuti per ben 26 anni. Nessuno Stato è riuscito a massacrare per così tanto
tempo i propri cittadini come il nostro, privandoli anno per anno di tutti i
diritti sanciti dalla costituzione, al contrario, sommergendoli di tributi, quasi
totalmente pagati dal lavoro
dipendente.
Dunque il debito è
costituito SOLO dalla spesa per
interessi. Ma allora se per 26 anni ci hanno massacrato come si è prodotto
questo enorme buco? La responsabilità è proprio del Dio mercato che, prima
attraverso attacchi speculativi affama il presunto peccatore, e poi esige da
lui l’espiazione.
Nel 1992, ad esempio, la svalutazione della lira determinata da un
attacco speculativo allo SME, provocò il
saccheggio di beni pubblici e servizi
pubblici da parte dei potentati finanziaria . Non solo ,per la pressione del Dio Mercato gli interessi sui titoli di Stato salirono in
modo esponenziale aggravando l’entità del debito.
Poi iniziò la litania di Maastricht, quando a
tutti i costi bisognava aderire al progetto unificatrice dell’Europa del tutto
asservita al Dio mercato, è da lì che nacque l’obbligo di rispettare il
rapporto deficit/pil al 3% per entrare nell’agognato ed esclusivo club. Oggi parlare di Unione Europea è un non senso. Ci troviamo davanti
ad una grossa area di mercato definita dall’
euro, dove 19 economie diverse si scannano fra di loro, dove i cittadini più deboli , saranno sempre
più deboli e più numerosi, mentre i più
ricchi saranno sempre più ricchi e più rari.
Negli anni della crisi finanziaria
globale, 2007-2009 alcuni Stati europei, fra cui l’Italia, s’indebitarono
acquisendo prodotti in cui all’interno c’erano di titoli tossici
superspeculativi, sgravando così le banche d’affari dell’immondizia finanziaria
generata dalla speculazione.
Infine arriviamo al 2011, quando un ulteriore attacco speculativo, non più
arginabile con politiche di difesa monetaria (siamo nell’euro), aveva portato il
differenziale del tasso d’interesse con i bund tedeschi a 500 punti base aumentando notevolmente il debito per
interessi.
Queste dinamiche non hanno fatto altro che alimentare a dismisura i
profitti delle multinazionali della finanza e delle banche d’affari per un
importo pari nel 2017 a 467.279 miliardi. Dunque se il colpevole è il Dio
Mercato perché dovremmo essere noi a pagare ?
Ad esso aggiungiamo che le politiche
adottate dai governi, passati e presenti, tese a favorire grandi aziende e
multinazionali , hanno realizzato una
drastica diminuzione della progressività fiscale producendo una riduzione di
entrate tributarie a carico dei più ricchi calcolata dal 1974 ad oggi in 146
miliardi. L’emissione di ulteriore titoli
a compensazione di tale ammanco ha portato un aumento del debito per altri 295
miliardi di euro.
La domanda che poniamo è la seguente. Perché in nome del
pagamento di un debito prodotto dalla speculazione finanziaria e dalle
agevolazione concesse a ricchi e multi nazionali noi dovremmo sopportare gli enormi ostacoli che
impediscono il pieno sviluppo della
persona umana?
I video sono di Giuseppe Guerrera
Luciano Granieri
Carla Corsetti
Marco Bersani
Giorgio Cremaschi