Il fallimento della raccolta firme sulle leggi d’iniziativa
popolare per scuola, pareggio di
bilancio in Costituzione, e legge elettorale mi induce, come
esponente del comitato 4 dicembre per la Costituzione - movimento che insieme ad
Anpi, Lip scuola provinciale, Rifondazione Comunista, ha pianificato
fattivamente la raccolta firme sul territorio -a qualche riflessione.
Probabilmente
l’errata valutazione della vittoria nel referendum Costituzionale - a questo
punto occorre ammetterlo -maturata più per antipatia verso Renzi, che per un
reale consapevolezza sulla necessità di difendere la Carta, ha creato in noi, rosee aspettative, sul raggiungimento delle 50.000 firme per poter presentare le tre leggi d’Iniziativa popolare in parlamento, aspettative andate miseramente deluse. Mettiamoci
pure che la concomitanza con la campagna
elettorale anziché costituire, come si credeva, un traino per le adesioni, ha
rappresentato un handicap, un po’ per le scaramucce elettoralistiche (
incomprensibili fra le piccole forze politiche che hanno appoggiato le Lip), molto di
più per la convinzione che la
vittoria, quasi annunciata, del Movimento5Stelle avrebbe sistemato tutto : scuola e quadro economico di
austerity di cui l’art.81 sul pareggio
di bilancio in Costituzione è parte integrante. Quindi firmare le Lip sarebbe stato inutile.
Orbene, ora i 5Stelle sono al governo con un
partner quantomeno alieno ai principi costituzionali. Il popolo della Costituzione
non è riuscito a cambiare leggi in contrasto con il dettato Costituzionale. Vogliamo sperare nel nuovo esecutivo? E’ pia
illusione. In relazione alla scuola ci sono alcuni propositi scritti nel
contratto di governo ma ancora nulla è
stato fatto. Sull’articolo 81 cost. invece
si ha l’impressione che non sappiano neanche cosa sia e le reali conseguenze
di devastazione sociale che comporta, altrimenti avrebbero già pianificato di cambiarlo.
Infatti l’obbligo del raggiungimento del
pareggio di bilancio, che solo l’Italia
ha inserito in Costituzione, è uno dei dettami del Fiscal Compact . Oltre al pareggio di
bilancio , il dispositivo ordoliberista impone agli Stati di ridurre entro 20 anni
la parte eccedente il 60% del proprio debito rispetto al Pil. L’Italia sta al 133%. Per cui a partire dal
2019 dovremmo fare in modo che entro venti anni questo si riduca fino al 60%.
L’art
16 del Fiscal Compact, entrato in vigore formalmente nel 2014, prevede che dal
gennaio 2018 esso entri a far parte dei trattati europei. A tale scopo gli Stati membri devono inviare
una valutazione ulteriore sulla sua attuazione all’interno del trattato, avanzando delle
proposte di adeguamento. Nel governo
giallo-verde se ne sta occupando il ministro per gli Affari Europei, Paolo
Savona. Già proprio quel Savona che Mattarella non ha voluto al ministero dell’economia
perché la sua solo ventilata posizione anti Euro poteva creare problemi all’Italia
(come se il ministro Salvini non ne stesse creando di peggiori!).
Savona , per
quanto di estrazione liberale , amico del presidente banchiere Ciampi, ha pure proposto una modifica inerente un regime fiscale globale uguale in tutta Europa .
Ma
con il macigno dell’art.81 sul pareggio di bilancio in Costituzione c’è poco da
fare. Gli spazi di manovra sono limitatissimi. Anziché portare avanti sta’ litania sull’immigrazione, per la quale la Commissione UE ci ha preso a sberleffi, bisognerebbe
realmente mettere mano a provvedimenti seri contro le politiche di austerity
con cui la speculazione finanziaria, attraverso, le armi europee della Ue e della Bce, ci sta ricattando. Le parole del ministro per
l’economia Tria in questo senso sono rivelatrici quando afferma che:” è inutile
cercare 3 miliardi in più di deficit se poi ne perdiamo altrettanti sui mercati”
cioè la speculazione finanziaria se li
riprende attraverso l’innalzamento dello spread.
Solo per aver vagheggiato una manovra economica di 30
miliardi, (comprendente i 12 per sterilizzare
l’aumento dell’Iva e i 18 circa necessari al reddito di cittadinanza e la riforma della legge Fornero),
il debito è salito di 18,4 miliardi raggiungendo la cifra monstre di 2.341,7
miliardi di euro. La spesa per interessi passa da 62,5 miliardi a 63
miliardi per quest’anno, mentre le previsioni per l’anno prossimo indicano un
aumento, dai 63,5 preventivati, ai 68.
Tutto ciò considerando che siamo in presenza dell’ennesimo avanzo primario (le
entrate fiscali superano la spesa sociale di 15,4 miliardi) e che gli enti
locali hanno recuperato il 2% del proprio debito .
Quindi è chiaro che un tale
salasso non è dovuto all’eccessiva spesa sociale, ma ai giochi finanziari che
gli investitori fanno sui nostri titoli, ricorrendo anche a strumenti
delinquenziali quali i contratti derivati. In questa dinamica non sarà
possibile realizzare ne la riforma della Fornero, né il reddito di
cittadinanza. Men che meno ciò potrà avvenire l’anno prossimo quando
scatterà la prima tagliola del Fiscal
Compact.
Allora se proprio si devono
subire le ire e gli attacchi delle istituzioni
finanziarie europee almeno lo si faccia non a seguito di promesse ed annunci di cose che, stante l’attuale
sistema di austerity, non si potranno mai
ottenere. Anziché minacciare di non pagare la propria quota di contributi
europei se gli Stati dell’Unione non accettano i migranti che sbarcano sulle
nostre coste, impegniamoci a non pagare la parte di debito derivante dalla
speculazione finanziaria.
Scorporiamo
dal bilancio pubblico le spese per
investimenti finalizzati alla
salvaguardia e messa in sicurezza del territorio, a creare nuovi posti di lavoro attraverso la costituzione di aziende
di partecipazione pubblica attive nel campo della green economy, e nella
gestione dei servizi necessari alla sopravvivenza .
Nazionalizziamo le banche e
le attività economiche. Soprattutto cominciamo con il cambiare l’art.81 della
Costituzione togliendo l’obbligo del pareggio di bilancio. Noi non ci siamo
riusciti con la raccolta firme,e non credo che ciò riuscirà all’attuale
governo. Però a pensarci bene, proprio la lotta alle politiche di austerity
della Troika potrebbero essere una risposta
valida a sconfiggere allo stesso tempo i sovranisti e i liberisti, o mi sbaglio?