Luciano Granieri
La Certosa di Trisulti è tornata al Popolo. Viva la Certosa, viva il Popolo.
E’ il coronamento dell’impegno di associazioni e cittadini che hanno lottato affinché quel bene dello Stato, patrimonio di tutta la Ciociaria, e di tutto il mondo, fosse tolto dalle mani dei sovranisti di Bannon. Mani, in realtà, pronte ad accogliere il regalo che l’attuale esultante ministro della Cultura gli aveva incautamente consegnato nel giugno del 2017.
Per questo un po’ si giustifica qualche mal di pancia sofferto da alcuni componenti delle associazioni che si sono visti scippare l’onore della ribalta da ministri, presidenti di regione e altri alti funzionari, saliti sul carro dei cittadini vincitori, appropriandosi di meriti non loro, anzi, dimentichi che proprio loro quel danno avevano arrecato.
Ma non c’è da stupirsi. E' sempre accaduto che le conquiste ottenute con le lotte dei cittadini poi siano state cavalcate, strumentalizzate, dai politici questuanti. Accadde anche all’indomani della vittoria , ottenuta interamente dai cittadini , sul referendum per l’acqua pubblica. Ricordo una trasmissione della Berlinguer, andata in onda la sera dopo il plebiscito contro la privatizzazione dei servizi pubblici, quando a parlare di grande conquista di civiltà fu il Bersani sbagliato: non Marco, coordinatore dei movimenti per l’acqua pubblica che avevano condotto e vinto la battaglia, ma Pierluigi, l’allora segretario del Pd, partito che non si era speso granchè per l’acqua pubblica ma che si intestava un bel po’ di meriti per il risultato raggiunto.
Tornando a Trisulti la buona notizia è che la Rete delle Associazioni Trisulti Bene Comune è stata ammessa ad un tavolo composto dal Ministero della Cultura, dalla Regione Lazio e dal Comune di Collepardo per elaborare un “progetto condiviso” inerente la gestione del bene che ricordiamo è dello Stato.
Non vorremmo però che la vicenda finisca come per i referendum, quando la gestione dell’acqua, non solo non è diventata pubblica, ma anzi, per rispettare le condizionalità imposte dalla UE al nostro Paese, in cambio di quei quattro spulciosi soldi che ci presteranno da qui al 2026, nel PNRR è proprio sancito che i servizi di monopolio naturale, compresa l’acqua, dovranno essere obbligatoriamente gestiti dalle multinazionali private . In barba a quanto deciso dai cittadini nei referendum del 2011.
Per scongiurare che anche la vicenda di Trisulti abbia gli stessi infausti esiti, esortiamo coloro i quali, fra i rappresentanti delle associazioni, siederanno al tavolo progettuale con il Ministero e la Regione, a fronteggiare con forza la consolidata politica del Ministro Franceschini contraddistinta da una concezione mercenaria dell’arte e della cultura, sottesa all’ossessione del pareggio di bilancio. A fronteggiare cioè la logica perversa per cui ogni aspetto dell’arte e della cultura dovrà essere ceduto alla gestione dei privati.
Non vorrei che alla scuola di formazione per sovranisti si sostituisca la scuola per supermanager, advisor borsistici, organizzata da una qualche fondazione bancaria che avrà vinto il bando per finanziare la gestione della Certosa. Vorrei ricordare quanto è scritto nell’art. 9 della Costituzione: "La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura…….tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione". La Repubblica appunto, non le multinazionali, o le banche. Ma questo coloro che per le associazioni si accomoderanno di fronte al ministro lo sanno bene. Spero.