Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 26 gennaio 2018

Giornata della memoria, Aut la commemora con i potenti e devastanti versi di Paul Celan

A cura di Luciano Granieri

Todesfuge” (“Fuga di morte”),

Nero latte dell’alba lo beviamo la sera
lo beviamo a mezzogiorno e al mattino lo beviamo di notte
beviamo e beviamo
scaviamo una tomba nell’aria là non si giace stretti
Nella casa abita un uomo che gioca con i serpenti che scrive
che scrive all’imbrunire in Germania i tuoi capelli d’oro Margarete
lo scrive ed esce dinanzi a casa e brillano le stelle e fischia ai suoi mastini
fischia ai suoi ebrei fa scavare una tomba nella terra
ci comanda ora suonate alla danza
Nero latte dell’alba ti beviamo la notte
ti beviamo al mattino e a mezzogiorno ti beviamo la sera
beviamo e beviamo
Nella casa abita un uomo che gioca con i serpenti che scrive
che scrive all’imbrunire in Germania i tuoi capelli d’oro Margarete
I tuoi capelli di cenere Sulamith scaviamo una tomba nell’aria là non si giace stretti
Lui grida vangate più a fondo il terreno e voi e voi cantate e suonate
impugna il ferro alla cintura lo brandisce i suoi occhi sono azzurri
spingete più a fondo le vanghe voi e voi continuate a suonare alla danza
Nero latte dell’alba ti beviamo la notte
ti beviamo a mezzogiorno e al mattino ti beviamo la sera
beviamo e beviamo
nella casa abita un uomo i tuoi capelli d’oro Margarete
i tuoi capelli di cenere Sulamith lui gioca con i serpenti
Lui grida suonate più dolce la morte la morte è un maestro tedesco
lui grida suonate più cupo i violini e salirete come fumo nell’aria
e avrete una tomba nelle nubi là non si giace stretti
Nero latte dell’alba ti beviamo la notte
ti beviamo a mezzogiorno la morte è un maestro tedesco
ti beviamo la sera e la mattina e beviamo e beviamo
la morte è un maestro tedesco il suo occhio è azzurro
ti colpisce con palla di piombo ti colpisce preciso
nella casa abita un uomo i tuoi capelli d’oro Margarete
aizza i suoi mastini contro di noi ci regala una tomba nell’aria
gioca con i serpenti e sogna la morte è un maestro tedesco
i tuoi capelli d’oro Margarete
i tuoi capelli di cenere Sulamith

Paul Celan (1920-1970), un ebreo che scelse di fare i conti con l’Olocausto componendo versi in lingua yiddish e in tedesco.
Theodor W. Adorno sosteneva l’impossibilità di fare poesia dopo Auschwitz. Con la sua lirica più celebre, “Todesfuge” (“Fuga di morte”), Celan aveva invece dimostrato non solo che era ancora possibile, ma che era anche necessario.
Iniziata nel 1945 e terminata Bucarest, durante la deportazione dei genitori nel lager di Michajolovka e lo sterminio degli ebrei della Bucovina, “Todesfuge” è un potente grido di dolore che si innalza nell’orrore infinito della realtà bestiale del campo di concentramento.


Siamo pronti con gli Stati Generali del Lavoro

Federazione di Frosinone del PRC –SE

Siamo pronti con gli “Stati Generali del Lavoro”, come ribadito nella conferenza stampa del 4 Gennaio presso l’Amministrazione Provinciale, non vuole essere un’iniziativa elettorale. Non è colpa nostra se il Governo del PD ha anticipato le Elezioni Politiche e Regionali, infatti tale iniziativa era stata decisa e deliberata dal Congresso Provinciale del Partito nel Febbraio 2017 , e prevista per questo periodo. Quello di sabato sarà un primo appuntamento, pertanto, chiediamo con forza all’ente Provincia di riconvocare le parti dopo le elezioni con la presenza di tutti i nuovi eletti, al fine di provare a rilanciare un territorio in lento declino. Rinnoviamo l’appuntamento a tutto il Territorio per il 27 Gennaio 2018 dalle ore 15 presso l’amministrazione provinciale,con l’intento di fare un punto importante sul lavoro in provincia, coinvolgendo tutte le forze sociali del settore e le rappresentanze dei lavoratori, con la speranza di produrre un dibattito produttivo e foriero di buone proposte, il PRC-SE ci vuole provare!!! Distinti Saluti Il Responsabile lavoro Prc –SE Il Segretario Provinciale PRC-SE Giuseppe Di Pede Paolo Ceccano 


Programma:

Presiede: Nevia Borgia –Presidente CPF Frosinone PRC-SE 
Ore 14,45- accoglienza ospiti 
Ore 15 - inizio Lavori Saluti: Luigi Vacana – Presidente del Consiglio Provinciale Giovanni Morsillo – Presidente ANPI Provincia di Frosinone Introduzione: Paolo Ceccano – Segretario Provinciale PRC-SE Frosinone Giuseppe Di Pede – Responsabile Lavoro PRC-SE 
Ore 15,30 :Dott. Saverio Urcioli - Soprintendenza beni culturali Regione Lazio “i beni culturali da visitare in provincia di Frosinone” 
Ore 15,45: Intervento delle Rappresentanze Sindacali delle industrie in crisi della provincia di Frosinone. 
Ore 16,00 - Inizio interventi dei relatori invitati a partecipare: Avvocatessa Carla Corsetti “Lavoro e Costituzione” SLC CGIL Nazionale “Lavoro e occupazione nell’industra cartaria in provincia di Frosinone ” Antonella Valeriani – Femca CISL Frosinone “Lavoro e occupazione nell’industria tessile e chimico farmaceutica in provincia di Frosinone” Gabriele Stamegna – Segretario Generale Uil Frosinone “Lavoro e occupazione nella provincia di Frosinone” Dott. Virginio De Blasis – Medico “ La Sanità in Provincia di Frosinone” Anselmo Briganti _ Segretario Generale CGIL Frosione Latina “Lavoro ed occupazione in provincia di Frosinone” Stefano Pollari – Segretario Generale USB Frosinone “ lavoro pubblico e privato in provincia di Frosinone” Angelo De Siena – RSA Stabilimento FCA Cassino “ condizioni di lavoro presso lo stabilimento di FCA di Cassino e nel suo indotto” Marina Navarra – Segreteria PRC-SE Frosinone, già RSU USB Sanofi Aventis “Militanza politica e sindacale ai tempi del JOBS ACT e della Fornero”. Lazzaro Pappagallo – Associazione Stampa Romana “situazione occupazionale nell’informazione in provincia di Frosinone” Enrico Coppotelli – Segretario Generale CISL Frosinone “Lavoro ed Occupazione in Provincia di Frosinone” Daniele De Bartolo – Cobas Scuola Frosinone “La Scuola in provincia di Frosinone” Enzo Valente – Segretario Generale UGL Frosione “Lavoro ed occupazione in provincia di Frosinone” Loredana Di Folco – Avvocato del Lavoro “Cause di lavoro e vertenza ai tempi del Jobs Act” Antonio Sanità – Dottore Commercialista “l’importanza della formazione per ri-creare Lavoro” Romeo Caruso – Vertenza Frusinate “ vertenza frusinate e la provincia di Frosinone” Fabrizio Cristofari – Presidente Ordine dei Medici “Sanità in provincia di Frosinone” Davide Rossi – CNA Frosinone “ artigianato e piccola impresa nel territorio della provincia di Frosinone” Loris Benacquista – Imprenditore settore Agricolo, già presidente Coldiretti Frosinone “L’impresa e l’occupazione nel settore agricolo in provincia di Frosinone” Luisa Magnante – Presidente Comitato Imprenditoria Femminile Frosinone “Donne e Lavoro in Provincia di Frosinone” Guglielmo Maddè – Consigliere Comunale Esperia Bene Comune, dirigente PRC-SE Federazione Frosinone “ Esperia bene Comune e le proposte per il territorio.” Stefano Pizzutelli – Consigliere Comunale Frosinone Bene Comune “Frosinone in comune e le proposte per il territorio” Enrico Pittiglio – Presidente Anci Provincia di Frosinone “Ruolo dei comuni nel periodo di crisi” Antonio Pompeo – Presidente della Provincia Frosinone “Occupazione ed impresa in provincia di Frosinone, il ruolo cruciale dell’ente provincia” 
Ore 19,15 Conclusioni di MAURIZIO ACERBO – Segretario Nazionale PRC-SE Federazione Provinciale di Frosinone

giovedì 25 gennaio 2018

Germania Forte lotta dei metalmeccanici per la settimana di 28 ore

Daniel Sugasti



Il 2018 inizia con lotte importanti in vari Paesi. Per la sua importanza strategica, merita una segnalazione speciale la lotta di oltre 160 mila operai metalmeccanici in Germania, che è iniziata lo scorso 7 gennaio in Baviera e Renania (dove hanno sede importanti imprese metallurgiche, siderurgiche, dell'elettricità e dell'edilizia) e si è esteso a varie altre regioni del Paese.
Sono in mobilitazione lavoratori di Audi, Bmw, Porsche, Daimler, Bosch e molte altre aziende di automobili ed elettrodomestici come Siemens e Aeg. Lo sciopero è stato convocato dal sindacato più grande del Paese, la Ig Metall, che non indiceva uno sciopero dal 2003.
Lo scenario in cui si inserisce questo sciopero è la crisi economica, politica e sociale che, senza essere arrivata al grado a cui è giunta in Grecia, Spagna o Portogallo, si è comunque anche qui aggravata, prodotto degli attacchi e delle politiche di tagli contro i lavoratori portate avanti durante gli ultimi governi della Merkel. Questa politica ha eroso i salari e il livello di vita della classe lavoratrice è precipitato. Per dare un'idea: mentre i profitti dei padroni dell'industria automobilistica ed elettrica sono aumentati del 11% nel 2014, del 9% nel 2015 e del 12% nel 2016, i salari nominali sono cresciuti del 2 o 3% annuale.
Il sindacato Ig Metall chiede un aumento salariale del 6% per quest'anno per i circa 3,9 milioni di operai che rappresenta. I padroni, per parte loro, hanno respinto questa richiesta definendola eccessiva. Offrono un aumento salariale del 2% e un aumento una tantumdi 200 euro durante il primo trimestre.
Questo scontro di classe è centrale, data l'importanza strategica del settore operaio industriale, specialmente metalmeccanico, che è l'elemento chiave nella economia e nelle esportazioni tedesche.
L'intransigenza padronale alimenta la possibilità di una radicalizzazione operaia. Secondo il dirigente della Ig Metall, Jorg Hofmann, "la massiccia partecipazione in questi primi scioperi su scala federale è una dimostrazione di come i lavoratori hanno accolto la controproposta padronale: inaccettabile." Il sindacato ha anche annunciato l'estensione del movimento nei prossimi giorni. Così che potrebbe porsi la prospettiva di uno sciopero prolungato, come avvenne nel 1984, quando dopo sette settimane di sciopero gli operai ottennero la riduzione della giornata da 40 a 35 ore settimanali senza riduzione del salario.
 
Settimana lavorativa di 28 ore
Oltre alla rivendicazione salariale, la Ig Metall ha lanciato la campagna "la mia vita, il mio tempo", che consiste nel permettere l'opzione di ridurre la settimana lavorativa da 35 a 28 ore per un tempo di due anni. La proposta è rivolta ai lavoratori turnisti, ai padri con figli fino a 14 anni e a coloro che hanno parenti da curare.
La settimana di 28 ore è una proposta che significherebbe un avanzamento per la classe operaia. E' rifiutata dai padroni perché aprirebbe un precedente importante per una possibile lotta più ampia che cerchi di generalizzare la modalità per tutti.
Però la proposta dei dirigenti sindacali ha grossi limiti. Il problema è che la Ig Metall la propone solo per un settore e, inoltre, con riduzione del salario. Questo è pericoloso perché apre la porta alla legalizzazione di tagli salariali, alla imposizione di straordinari o aumento della "flessibilità", cioè una soluzione che i padroni non scartano del tutto, nel caso si vedessero obbligati a cedere.
Per questo è fondamentale che i lavoratori e la base del sindacato possano discutere a fondo il problema per superare la proposta della loro direzione sindacale, riprendendo la tradizione del 1984 e alzando la bandiera della settimana di 28 ore senza riduzione salariale.
In ogni caso, l'entrata in scena di centinaia di migliaia di metalmeccanici tedeschi è un fatto di enorme importanza politica. Il forte sciopero metallurgico ha fatto irruzione nella scena tedesca ed europea, e il suo esempio può diffondersi. Stiamo infatti parlando del fatto che nella principale economia del continente il più grande proletariato industriale è ora in movimento.

mercoledì 24 gennaio 2018

L'ordine liberista devasta la poesia e coltiva la barbarie

Luciano Granieri


Dopo Auschwitz non è più possibile la poesia” questa frase fu scritta dal filosofo tedesco  di origine ebraica Theodor W. Adorno nel 1949, poco dopo il suo ritorno in Germania dall’esilio americano. Egli precisò meglio il senso della   frase sostenendo che:  La critica della cultura si trova dinanzi all’ultimo stadio della dialettica di cultura e barbarie. Scrivere una poesia dopo Auschwitz è barbaro e ciò avvelena anche la consapevolezza del perché è diventato impossibile scrivere oggi poesie”  Molti considerarono queste esternazioni come la resa  degli intellettuali del tempo, sconfitti  dal nazismo e dalla cultura di massa  entro la  quale questo si era generato. Su questa posizione così perentoria lo stesso filosofo ritornò nel 1966, ammettendo di aver esagerato. 

  Leggendo le parole di Adorno, non posso fare a meno di riconsiderare oggi la dialettica cultura-barbarie con un focus particolare sulla cultura di massa. Dal dopoguerra, in particolare dalla ratifica della Costituzione,  si avviò  faticosamente un processo  finalizzato al rispetto dei principi di eguaglianza. Attraverso un percorso accidentato, disseminato di ostacoli ,fermate improvvise, si era arrivati, alla fine degli anni ’70, ad una evoluzione  culturale delle masse orientata verso una   democrazia, magari incompleta , ma comunque consolidata. Basata  sulla   parità di accesso a quei  diritti inviolabili necessari al  pieno sviluppo della persona umana.  

A questa evoluzione, oltre all’impegno delle istituzioni scolastiche pubbliche e degli intellettuali, contribuirono  anche i partiti, o almeno certi partiti,  allora strumento reale e  funzionale alla   partecipazione dei cittadini alla vita politica del Paese.  Uno dei massimi risultati di questo percorso fu  l’ottenimento da parte dei lavoratori di 150 ore retribuite , non solo per seguire corsi di formazione legati all’occupazione, ma  anche  per istruirsi  e  ottenere quei titoli di studio che non avevano potuto conseguire prima di accedere al lavoro in fabbrica. Corsi di inglese, italiano, storia, cineforum ed altre attività culturali erano compresi  in questo tempo retribuito.  

Come si vede, bene o male,  le intere dinamiche sociali erano indirizzate alla promozione culturale delle masse. Poi, al principio degli anni ’80 del secolo scorso,  tutti gli attori in campo , a cominciare dagli intellettuali , abdicarono ad un pensiero unico , all’ineluttabile egemonia culturale del mercato. Non più solidarietà, ma individualismo, non più condivisione ma prevaricazione.  Si è avviato  un progressivo ma inesorabile degrado culturale  delle masse che,  intaccando il principio di eguaglianza, ha determinato il disfacimento di quell’embrione di democrazia  che pure aveva iniziato a vivere nella nostra società. 

 Oggi ci troviamo di fronte al trionfo della diseguaglianza, per cui l’1% della popolazione mondiale possiede il 90% delle ricchezze globali, lasciando al restante 99% una degradante lotta per la sopravvivenza. In particolare il rapporto Oxfam rivela che in Italia una èlite del 20% possiede il 66% della ricchezza  nazionale e il 60% dei più poveri è costretto a spartirsi il 14,8% delle risorse rimanenti.  Un fenomeno del genere, ormai consolidato ,sta trasformando la comunità.  Non più  entità composta da cittadini consapevoli, solidali  e attenti alla difesa dei propri diritti, ma   un agglomerato  , dove pochi padroni hanno asservito ai loro capricci   una moltitudine (massa?) di schiavi e, fra questi, alcuni sfogano la rabbia per la loro vita servile contro altri derelitti come loro. Risentimento, violenza, indifferenza, schiavismo, questi sono gli  elementi che contraddistinguono culturalmente le masse di oggi. 

Si è tornati cioè al predominio della barbarie sulla cultura. Quello  scenario che   indusse Adorno, nel 1949, ad affermare che   dopo le barbarie di Auschwitz  non era  più possibile la poesia.  Invece la poesia è necessaria, come ogni forma d’arte, perché è diffusione di passione di sentimento, di creatività, di ideali,  di solidarietà,  tutto quanto serve cioè a prendere coscienza di  come sia  importante  l’essere e non l’avere. Ma i poeti ,si sa, sono pericolosi e allora è meglio zittirli con nuove diffuse e sotterranee Auschwitz.  C’è qualcuno disposto a spendersi  per la libera  espressione della poesia, della musica, della pittura, del teatro,   affinchè queste non soccombano alla barbarie di nuovi olocausti liberisti?  

Se ci sono persone disposte a combattere questa battaglia è bene che si sveglino   comincino a lottare.  Diamoci da fare perchè è  già troppo tardi.

martedì 23 gennaio 2018

Per Giulio Regeni

Coordinamento Democrazia Costituzionale


Il Coordinamento per la Democrazia costituzionale invita i suoi soci e i cittadini italiani tutti a partecipare il 25 gennaio p.v. alle pubbliche iniziative che si terranno in tutta Italia - e in particolare a Roma - per ricordare, nel giorno del suo rapimento, il giovane studioso Giulio Regeni, rapito, orrendamente torturato e assassinato due anni fa.
        Il Coordinamento per la Democrazia costituzionale invita i suoi soci e i cittadini italiani tutti a insistere perché il Governo egiziano finalmente operi fattivamente per accertare le responsabilità individuali della sparizione, della tortura e dell’uccisione di Giulio. Solo grazie alla fattiva cooperazione del Governo e della Magistratura egiziani con il Governo e la Magistratura italiani può allontanare i sospetti di complicità nella responsabilità dell’assassinio. Nessuna ragion di Stato, nessuna connivenza diplomatica può giustificare rapimenti, torture e assassinii di chicchessia.
        Il calendario delle iniziative del 25 gennaio si trova sul sito di Amnesty.it, 2annisenzagiulio. Il Coordinamento per la Democrazia costituzionale invita i suoi soci e i cittadini romani ad essere presenti a Piazza Montecitorio giovedì 25 gennaio alle ore 18,45 per partecipare alla fiaccolata che partirà da piazza Montecitorio alle 19,15.



Alcune domane ad Alfiero Grandi del Coordinamento Democrazia Costituzionale sulla legge elettorale

Riceviamo e pubblichiamo



Legge elettorale. Alfiero Grandi (Coordinamento democrazia costituzionale): il nuovo Senato potrà subito cambiarla. Presentata una proposta di iniziativa popolare. Agli elettori: non votate i partiti che l’hanno voluta. Il silenzio dei media

Silenzio dei media sulla iniziativa presa dal Coordinamento democrazia costituzionale che ha presentato qualche giorno fa una proposta di legge di iniziativa popolare per cambiare, subito, appena saranno elette le nuove Camere, la pessima legge elettorale con cui i cittadini il 4 marzo sono chiamati al voto. Non disturbate il manovratore, questa sembra essere la linea dei giornali, delle televisioni, Rai in testa. Anche se i giudizi sul Rosatellum sono, nella stragrande maggioranza, negativi, praticamente solo l’autore, il capogruppo del Pd alla Camera, ovviamente, ne è entusiasta, ormai gli scriba si occupano solo di liste, accorpamenti, cespugli, alleanze innaturali. Addirittura si ignora, e se lo si sa si nasconde, che nel nuovo regolamento del Senato, quello che verrà eletto a marzo, è previsto che le proposte di legge di iniziativa popolare devono essere discusse entro tre mesi dalla presentazione. Da qui la presentazione della proposta in Cassazione e di seguito partirà la raccolta delle firme mentre procede la campagna elettorale. Alfiero Grandi, vicepresidente del Comitato per la democrazia costituzionale con l’articolo che di seguito riportiamo ricostruisce il retroscena che ha portato alla approvazione della pessima legge e apre la campagna per cambiarla in tempi rapidi.


Alfiero Grandi: di male in peggio. Dal famigerato “porcellum” al pessimo “rosatellum”
In questa campagna elettorale le promesse si sprecano. Noi tenteremo di inserire alcuni problemi di grande valore, che potrebbero introdurre rilevanti novità in campagna elettorale e ancor più nella prossima legislatura. Anzitutto una proposta di modifica della legge elettorale. Per approvare la legge con cui, purtroppo, voteremo il 4 marzo, il governo Gentiloni ha messo ben otto volte la fiducia. Eppure si era presentato alle Camere per la fiducia promettendo che della legge elettorale si sarebbe occupato il parlamento, mentre il governo non avrebbe forzato la mano. È accaduto esattamente il contrario. I parlamentari di fronte al voto di fiducia potevano solo dire Si o No, cioè non hanno potuto entrare nel merito, né proporre modifiche alla legge concordata tra i vertici di Pd, Lega, Forza Italia, per citare i maggiori, con l’appoggio di Verdini e c. al Senato.
Purtroppo l’ex parlamento era stato eletto con il famigerato “porcellum”, cioè tutti nominati di fatto dall’alto, dai capi partito. Per questo la maggioranza dei parlamentari è stata obbediente agli ordini. Gli elettori non hanno potuto scegliere per la terza legislatura di fila i loro rappresentanti. È così dal 2006 e ogni legislatura, purtroppo, è stata peggiore di quella precedente. Per questo la maggioranza del parlamento non ha nemmeno provato a disobbedire agli ordini dei capi partito e ha approvato la nuova legge elettorale (rosatellum) pena la non rielezione. Come scriveva Manzoni chi non ha coraggio non se lo può dare.
Del resto è un parlamento eletto con una legge dichiarata incostituzionale, delegittimato che non ha esitato a tentare di deformare la Costituzione, iniziativa, per fortuna, bocciata dal referendum del 4 dicembre 2016. L’ex parlamento accettando l’imposizione dei capipartito ci ha “regalato” una pessima legge elettorale che rischia di perpetuare il meccanismo perverso che vede i rappresentanti degli elettori e delle elettrici non essere scelti da quelli che dovrebbero rappresentare, cioè i cittadini. Una contraddizione formidabile, che allarga ancora il fossato tra i cittadini e i loro rappresentanti. Così si nuoce alla democrazia rappresentativa che è l’essenza della nostra Costituzione.
Si seleziona dall’alto una classe dirigente fedele e obbediente ai capi partito
Il timore di far decidere ai cittadini è tale che si preferisce selezionare dall’alto una classe dirigente fedele ed obbediente ai capi partito, ma questo mina la qualità della nostra democrazia, di cui è presidio la Costituzione, che non a caso si voleva cambiare. La speranza di chi ha compiuto questa forzatura è che ci si rassegni al fatto compiuto. Noi non ci rassegneremo a questa legge elettorale e finché avremo voce e forza cercheremo di convincere che è indispensabile cambiarla per il bene della nostra democrazia. Ricorderemo anzitutto che ci sono precise responsabilità: ci sono partiti che hanno voluto questa legge e ci sono senatori e deputati che l’hanno votata. È bene ricordarlo agli elettori, perché il 4 marzo hanno la possibilità di dare un giudizio, di esprimere la loro critica più forte non votandoli. Astenersi disgustati sarebbe un errore, meglio votare contro i responsabili.
Il coordinamento per la democrazia costituzionale ha deciso di presentare una proposta di legge di iniziativa popolare per cambiare il sistema elettorale in vigore e inizieremo a raccogliere le firme già durante la campagna elettorale e poi proseguiremo, ponendoci l’obiettivo di presentare la proposta al Senato, il cui nuovo regolamento prevede che entro tre mesi le proposte di legge di iniziativa popolare vengano esaminate. In altre parole vogliamo riaprire la discussione prima possibile. Avrete notato che sono sempre meno quelli che difendono questa legge, i pentiti aumentano, anche perché tra chi l’ha voluta qualcuno inizia a capire che favorisce altri, in altre parole hanno creato un mostro che gli si rivolta contro. Ci vuole tempo e pazienza ma è possibile riaprire la partita, con l’obiettivo di ottenere una nuova legge elettorale in cui i cittadini possano finalmente scegliere i loro rappresentanti.


lunedì 22 gennaio 2018

ELEZIONI : CHE TEMPO FA ?

Umberto Franchi



1) L' EGUAGLIANZA DI BERLUSCONI



 I dati OXFAM  ci dicono:



-  che l'1% della popolazione mondiale possiede il 99% di tutta la ricchezza esistente e Berlusconi e' tra loro;



- ma essi non si accontentano vogliono molto di piu' togliendo ai più poveri... così nell'ultimo anno l' 82 % della ricchezza netta e' andato nelle tasche dei ricchi Paperoni;



- mentre alla metà più povera del pianeta circa 3,7 miliardi di persone non solo non e' andato niente ma gli hanno tolto ulteriore stato sociale, servizi, diritti, impoverendoli ulteriormente;



- in Italia il 20% degli italiani detiene il 66% di tutta la ricchezza esistente ed il 60% più povero si sparisce le briciole del 14,8% della ricchezza nazionale e c'e' 1% di italiani tra cui Berlusconi che supera di 240 volte il 20% degli italiani ( circa 10 milioni di persone);



- MA BERLUSCONI su La 7 da Massimo Giletti, NON E' CONTENTO VUOLE DI PIU PER SE.... quindi propone la  "Flat Tax  (tassa forfettaria) un sistema fiscale non progressivo, ha detto che lui al governo ridurrà le tasse a tutti al 23%... e così   non pagherà più progressivamente fino al 70% come gli tocca pagare oggi ...ma solo il 23%... e così lui guadagnerà fior di miliardi  Naturalmente sostiene che in questo modo  nessuno evaderà il fisco (sic) e ci guadagneranno i poveri ( doppio sic) ma c'e' chi gli crede tra i poveri ???? 


-purtroppo si....I SONDAGGI ELETTORALI  dicono che la destra potrebbe prendere il 36% (Salvini della Lega pur di fare il premier sarebbe disposto a ridurre  le tasse su gli utili al 15%)...; IL M5S viene dato al 28%, il PD al 24%, LeU al 6% "Potere a Popolo" 1% (sic) ... 

Ma   su La7 hanno applaudito Berlusconi... e Giletti gli ha "leccato il culo" guardandosi bene dal ricordagli  che  un sistema fiscale senza progressività sarebbe incostituzionale 


2) LE DONNE RAPINATE


- da una indagine condotta dall'ONU emerge che il piu' grande furto della Storia commesso in tutti i Paesi del Mondo , e' contro le donne che in media hanno salari e pensioni ridotte del 23% rispetto agli uomini, in Italia , a seguito delle grandi lotte fatte negli anni 70, si e' ridotti al 5,5%.


- una rapina aggravata e continuata , infatti  secondo Anuradha Seth, consiglierà economica per lo sviluppo delle Nazioni Unite, per portare i salari alla parità con gli uomini ci vorranno almeno 70 anni.



- inoltre, questo  sfruttamento odioso,è   aggravato anche dal fatto che le donne occupate  sono circa il 50% contro il 76% degli uomini;



- ATTENZIONE "PADRONI" ! le donne discriminate ... si stanno svegliando a partire dagli USA, dove a centinaia di migliaia scendono in piazza contro Trump e le sue politiche razziste, xenofobe, discriminatorie !!!



IN ITALIA UNA VOLTA SI DICEVA PAGHERETE CARO PAGHERETE TUTTO !! E IL MONDO GIRA....

domenica 21 gennaio 2018

Costruiamo l’organizzazione politica indipendente e rivoluzionaria del proletariato!

       21 Gennaio 1921: nasceva a Livorno il Partito Comunista d'Italia



Novantasette anni fa la parte più avanzata e cosciente della classe operaia del nostro paese si separò dagli opportunisti e fondò a Livorno il Partito Comunista d'Italia (PCdI).
Fu una decisione di portata storica, che dette al proletariato del nostro paese il suo partito rivoluzionario, fondato sulle basi ideologiche e organizzative stabilite dalla Internazionale Comunista.
Oggi, dopo l'affossamento di quel partito da parte del moderno revisionismo, del togliattiano cosiddetto “partito nuovo” e della sua fallimentare “via pacifica e parlamentare al socialismo”, il problema della formazione delpartito di avanguardia della classe operaia è di nuovo all'ordine del giorno.
Le ragioni che portarono alla costituzione del PCdI nel 1921 sono più valide e attuali che mai! L’aggravamento della crisi generale del capitalismo, la feroce offensiva borghese e la reazione dilagante devono spingere tutti i sinceri comunisti, gli operai d’avanguardia, le donne proletarie, i giovani rivoluzionari a moltiplicare gli sforzi per la costruzione del Partito comunista senza il quale non si può avere nessuna prospettiva di abbattimento del barbaro sistema capitalistico.
Chiaramente il Partito non nasce per decreto. Oggi nemmeno può scaturire da una scissione, come avvenne per il PCdI nel 1921. E’ invece il frutto di un processo di unità che si forgia nel corso della lotta, nelle dure battaglie contro il nemico di classe e i suoi complici, contro le concezioni e le abitudini borghesi e piccolo borghesi.
Per preparare la formazione del Partito di tipo leninista è necessario amalgamare e coordinare i comunisti e gli operai d’avanguardia in una sola organizzazione politica indipendente e rivoluzionaria del proletariato, con un chiaro programma socialista, che sia l’embrione di un autentico Partito comunista.
Il passaggio dal frazionamento e dalla confusione ideologica esistente alla formazione del reparto di avanguardia del proletariato, può avvenire solo costruendo un’organizzazione che ne prepari le condizioni politiche, organizzative, programmatiche, stringendo legami sempre più stretti con la classe operaia attraverso la propaganda e l’agitazione politica.
U n ’ o r g a n i z z a z i o n e centralizzata, guidata dalla teoria e dalla pratica del movimento di emancipazione del proletariato, il marxismo-leninismo, che faccia propri i principi dell’internazionalismo proletario, riunisca la parte migliore del proletariato e lavori quotidianamente per unire il socialismo scientifico al movimento operaio:  questo è il compito urgente che abbiamo di fronte!
Assicuriamo una dinamica concreta alla riorganizzazione politica del proletariato stringendo i nostri contatti, confrontandoci  seriamente e cooperando praticamente!
Gennaio 2018

Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

"Bird" vive

Un ricordo di Robert Hecht della Kansas City di Chiarlie Parker 
traduzione di Luciano Granieri



La notte in cui incrociai realmente   lo sfavillante genio di Charlie Parker stavo nell’appartamento della mia fidanzata   nel Lower  East Side. L’anno era il 1961. Avevo diciannove anni  lei  era molto più anziana  e molto più hipster di me,  mi aveva  non solo introdotto   alla grande musica , ma anche  insegnato   ad apprezzare il meglio dell'arte  in assoluto.  Possedeva i dischi di jazz più importanti, compreso quello che stava sul piatto del giradischi quella notte. Era The Fabulous  Bird  per l’etichetta Jazztone.  Conteneva  le  riedizione  di alcune fenomenali sessioni di Parker incise per la Dial nel 1947. Aveva una stereo veramente a “bassa fedeltà”  . Ricordo ancora il vinile ,il giradischi  aveva  la manopola dei toni  avvolta dallo scotch per mantenerla ferma nel suo alloggiamento. Ma l’alta fedeltà non era un problema, in parte almeno, perché quella sera avevo appena fumato uno striminzito  bastoncino di the grande come la metropolitana di New York .

Sebbene fossi un amante del jazz fin dall’età di 10 anni e avessi  ascoltato Bird da tempo, riconoscendo  sicuramente la sua    grandezza , non ero mai riuscito ad apprezzarlo completamente. Non mi aveva mai impressionato  granchè  . Ma quella sera, quando suonò “Out of Nowhere”tutto cambiò. Sul tema principale dello straordinario standard di Johnny Green, Bird sviluppò un incredibile melodia  , con una serie di figure ripetute che semplicemente mi misero al tappeto, e ancora oggi mi  provocano  la stessa sensazione . La sua maestria emerse  così chiaramente e profondamente,  con  l’incredibile invenzione melodica,  la perfetta architettura musicale del suo assolo, il roccioso e solido senso dello swing e del ritmo, la profonda, profonda passione della sua esecuzione , il sound  delicato e crudo allo stesso tempo, e i virtuosismi ...... Dio mio i  virtuosismi!, Rimasi pietrificato, completamente in balia di quel suono. Ancora e ancora   sollevai  il braccio del giradischi  lo riposizionai più volte  all’inizio del brano per perdermi nella meraviglia della sua esecuzione . Da quella notte in poi,  Bird fu un assoluto defintivo  per me , ancora lo è, e lo sarà per le decadi a venire. Dopo la sua morte, i jazz fans  scrissero    “Bird vive” sui muri dei sotto passaggi,   dei palazzi di New  York e di tutte le altre città pazze per il jazz (Io stesso l’ho fatto sul cemento fresco di un marciapiede a Palo Alto in California). In verità, la sua musica vive come un  solido pilastro, qualcuno è anche arrivato ad affermare: un solido   della musica del ventesimo secolo.



Ma passiamo   ad un’altra notte, una notte di  diciotto anni più tardi ,a Kansas City, un notte calda  e molto umida di fine agosto. Kansas City era la città natale di Bird, il posto dove aveva  fatto esperienza per diventare padrone di se stesso.

Era tardi  stavo  in attesa fuori  nel buio  davanti alla sala del sindacato musicisti, il Local  627, una pietra miliare dei posti per fare musica di Kansas City. Fu qui che per la prima volta, “Il Presidente"  (Lester Young ndt) incontrò il “Conte” (Count Basie  ndt) “Perché siete voluti a andare in quel buco” chiese il nostro vecchio tassista nero. “Non c’è niente altro che una manica di  fottuti demoni drogati li dentro”



Ma li c’era la storia. Il Local 627 fu una  delle prime  più importanti sedi del sindacato musicisti Afroamericani. Fu qui che per la prima volta “Il Presidente” incontrò il “Conte”,  dove il giovane Bird si fermava  ,dove molti altri grandi musicisti si fermavano  nel loro viaggio attraverso Kansas City. La sede del sindacato era un vecchio stabile di mattoni, ma anche nel buio avrei potuto distinguere le grandi note musicali dipinte di rosa sulla facciata. Ci era giunta notizia  che ancora si organizzavano jam session occasionali che duravano tutta la notte in quel vecchio sacrario. Eravamo alla disperata ricerca di in po’ di vero jazz  durante la nostra breve visita alla città, sperando di trovarlo entro il paio di giorni in cui durava il   nostro soggiorno dopo essere giunti  dalla California. Ma le mie irrefrenabili voglie  non riuscivano a trovare  soddisfazione provavo la stessa sensazione di   uno in procinto di  essere ingoiato dalla notte di Kansas City.

Stavo nel cuore dei bassifondi di Kansas City,  la verità era che avevo intuito   di essere  molto piccolo  e molto bianco per  rimanere li fermo in quel buio pesto.

Un frammento di luce filtrò attraverso una crepa di una porta e immaginai che li dentro ci fosse una festa privata  a cui nessuno avrebbe potuto accedervi se non attraverso una parola d’ordine o un segnale segreto convenuto. Rimasi a pensare per un secondo. Mi sembrò di sentire una fragorosa risata , un odore di erba scadente mi investì (o credo fosse qualcosa di simile annusando da fuori), bussai per un po’ ma nessuno rispose per cui mi avviai di nuovo verso il nostro taxi in attesa.
Nessuna fortuna” dissi al mio amico Michael non appena scivolai nel sedile posteriore.” Credo che non sia  destino  per noi ascoltare il vero jazz di Kansas City  in questo viaggio”. All’inizio della serata avevamo stacciato la città in cerca di buon jazz, dopo aver sofferto attraverso alcuni infimi piano bar, avevamo  abbandonato l’impresa,  e  io stavo prendendo atto di una beffarda realtà: quella  notte, in una delle principali città del   jazz non era dato di ascoltare buona musica. Pensare  di far riferimento alla vecchia sala del sindacato musicisti. Come apparve evidente  si rivelò un fiasco.

Eravamo Kansas City per un convegno d'affari ma nelle ore libere volevamo tentare di cogliere qualcosa della vera essenza del posto e della sua valenza storica nel jazz. ( Ancora il meraviglioso museo del jazz non era stato edificato e nemmeno la straordinaria statua di Bird ere stata eretta).

Il nostro tassista, però ci salvò la serata  regalandoci un giro  in un area  compresa fra la 12° strada (quella del 12° Street Rag di Basie) e la 18° strada. Era il quartiere dove  al culmine  di quella era jazzistica  contraddistinta dalla corruzione, esistevano  un sostanzioso numero di localini jazz e blues.  Il nostro tassista sapeva dove  si trovavano molti dei vecchi club e sale da ballo, anche se immaginava   non rimanessero  molte tracce della loro presenza.

Giro l’angolo e si diresse presso un parcheggio vuoto fra la diciottesima  e Highland. “Proprio qui  doveva esserci  il Sunset Club”.  Erbacce folte coprivano i resti di vecchi muri. Muri  che una volta assorbivano il sound delle classiche jam session. Lester Young, Ben Webster, Herschel  Evans, Coleman Hawkins. Charlie Parker avevano suonato  qui, chorus dopo chorus,  in modo sublime fino al mattino. Durante i suoi anni d’oro Kansas City divenne famosa per alcune delle più leggendarie e lunghe jam session  della storia del jazz.

Continuò a guidare  sorpassammo la congiunzione fra la diciottesima e Vine, dove adesso non c’è nulla se non un segnale stradale e il ricordo di Big Joe Turner mentre cantava il suo Piney Brown blues.

Yes I dreamed last night I was standing at the corner of 18th and Vine,
I shook hands with Piney Brown and I could hardly keep for cryin

(Si la scorsa note ho sognato che stavo all’angolo fra la diciottesima e Vine,  stringevo le mani di Piney Brown e non avrei potuto trattenere le lacrime ndt)


Quindi tornammo indietro  oltre la  dodicesima strada notammo  uno spazio buio  e deserto dove una volta doveva  esserci  il  Reno Club. Qui ,secondo quanto riferisce la leggenda, Charlie Parker, non ancora musicalmente integrato, fu messo in ridicolo per i suoi incerti tentativi di  suonare il suo strumento  . Fu umiliato, costretto a lasciare il club e la città. Così disse al suo amico  Gene Ramey :”Non preoccuparti, tornerò, sistemerò io questa gente. Tutti ridono di me oggi, ma aspetta  vedrai” Dopo alcuni duri rovesci  Bird sistemò veramente quella gente, e tutta  quella gente in tutti gli strumenti del jazz rinnovò radicalmente la forma di quell’arte.

Così finì la nostra esplorazione di quegli storici luoghi. Ma il mattino dopo, siccome eravamo determinati  a trovare alcune tracce del nostro idolo musicale, decidemmo  di lasciare definitivamente  il convegno  d’affari per continuare ad esplorare la città in cerca di qualche testimonianza che in qualche modo rendesse omaggio a Bird.  Cercando sull'elenco telefonico  (in quel periodo internet non c’era – ve li ricordate gli elenchi telefonici?) scorsi i nominativi  alla ricerca della  Fondazione  per la Memoria di Charlie Parker. Chiamai ed appresi che era una scuola d’arte per i bambini provenienti  dal ghetto . La persona che mi rispose disse che saremmo stati i benvenuti per una visita di cortesia. Così decidemmo di attraversare la città e  dare un’occhiata. La passeggiata ci offrì l’opportunità di vedere meglio il vecchio quartiere di Bird.

L’immagine , quindi,mostrava l’improbabile scenario  di due trentenni  bianchi, freak ,appassionati di jazz che passeggiavano nel ghetto nero di Kansas City  in una assolata giornata d’estate,  avendo anche l’ardire di fischiettare o canticchiare assoli  di Charlie Parker,  assoli  diligentemente memorizzati attraverso anni di devoto ascolto. Ricordo che stavo cantando alcuni frammenti sparsi del  famoso testo   scritto da King Pleasure per lo straordinario blues di Bird “Parker’s Mood”


“Come with me,
If you want to go to Kansas City
I’m feeling low down and blue, my heart’s full of sorrow
Don’t hardly know what to do; where will I be tomorrow?
Goin’  to Kansas City. Want to go, too?”

(Vieni con me se vuoi andare a Kansas City. Mi sento giù  triste, il mio cuore è pieno di dolore. Non so proprio cosa fare, dove sarò domani?  Sto andando a Kansas City, vuoi venire, anche tu? Ndt)


 Passammo da Oliver Street, ma non riuscimmo ad individuare la casa d’infanzia di Bird fra le più sgangherate del quartiere. Dopo aver camminato per un po’ di miglia, trovammo la  strada per la Fondazione. Un edificio storico dalle sembianze austere. Entrammo  ci presentammo come  dei semplici fan di Bird   giunti  li solo per il nostro   amore ed il rispetto della grandezza dell’uomo e dell’artista.

Non eravamo preparati all’accoglienza che ricevemmo. Molti fra il personale delle facoltà ci dedicarono  del tempo nella mattinata chiacchierando  con noi per spiegare i programmi della Fondazione. Sembravano sinceramente interessati , onorati  dal fatto che noi avevamo fatto il possibile per andarli a visitare.

Lo slogan della fondazione era : “Fuori dalla strada, dentro ,l’arte” lo scopo della loro missione era quello di dotare la gioventù Afroamricana di un’istruzione musicale,  sia jazz che  classica, oltre che insegnare  recitazione, danza, ed altre forme di spettacolo. Il programma fu stabilito, alcuni anni prima  dal musicista di Kansas City Eddie Baker. Molti maestri del jazz, fra cui Clark Terry e Max Roach donarono parte del loro tempo per organizzare delle clinics ai  ragazzi del quartiere.

Fummo presentati ad Anne Brown, la presidente della Fondazione, che ci accolse con un caloroso benvenuto. Appesa  al muro del suo ufficio c’era una foto in bianco e nero scattata all’epoca della sepoltura di Bird risalente al ’55. Nella foto Max Roach ed altri grandi del jazz stavano di fronte alla tomba , Chiesi dove fosse quella tomba  così che potessimo  andare il a testimoniare il nostro rispetto.
“Non la troverete mai”, disse la presidente  Brown. La gente ha distrutto la pietra  tombale  per portare via dei souvenir del grande Bird. Li non   hanno lasciato più  nulla. (Da allora lessi che alcuni anni più tardi fu installata una nuova lapide, ma con il rimarcabile errore di recare inciso sulla pietra un sax tenore, non propriamente lo strumento principale suonato da Bird).

Dopo averci mostrato le classi e gli spazi per le performance, Jim, uno dei maestri di musica della Fondazione, ci   accompagnò   all’Arthur Bryant per il pranzo, senza dubbio uno dei migliori ristoranti di Kansas City. Poi, sulla strada del ritorno  ,ci mostrò l’unico   angolo  della città   allora dedicato  a Bird . In uno spazio popolare  c’era  una piazza  chiamata Piazza Charlie Parker. Nell’area esistevano  altre strade come Mary Lou Williams Way,  Bennie Moten Lane  ed Ella Fitzgerald Drive. Il nostro  nuovo amico aveva un punto di vista cinico su tutto ciò. “Sono disposto a scommettere che solo una o due persone che abitano qui avranno mai saputo chi fosse Charlie Parker, lasciato da solo ad ascoltare   la sua musica” disse con più di un certo disgusto. “Quella sta solo nei  dischi.

Jim ci condusse di nuovo alla Fondazione, dove prima di andare via volemmo salutare la Presidente  Brown. Ci sedemmo a chiacchierare con lei ancora per un po’,  dicendogli di come fossimo rimasti impressionati del lavoro che stavano facendo li, così come eravamo rimasti compiaciuti della gentilezza e del calore con cui fu accolta la nostra visita spontanea. Ci stupimmo molto quando ,  prese dal cassetto della sua scrivania due medaglioni di bronzo e ce li diede. Su un lato c’era impressa  una bella immagine di Parker intento a suonare il suo strumento, circondato dalle parole: “L’immortale Chiarlie “Bird” Parker”, sull’altro lato le date della sua breve vita (1920-1955), il nome della Fondazione, e l’encomio “Bird vive”.

Normalmente regaliamo queste medaglie ai  soci finanziatori -disse-.  Ma questo è un giorno veramente speciale, siamo rimasti veramente toccati dalla vostra visita”.

Meravigliati dalla sua generosità e consapevoli che di tutto ciò avremmo fatto tesoro per il resto delle nostre vite, la ringraziammo profondamente e chiesi: “Cosa vuol dire che oggi è un giorno veramente speciale?”

Sorrise sinceramente  e disse. “Non lo sapevate? Oggi è il 29 agosto, il compleanno del Charlie Parker".



Postscriptum
Passeranno decenni prima di un mio ritorno a Kansas City. In questo periodo,  fu edificato fra la 18° strada e il distretto di Vine  l’American Jazz Museum  dove una potente scultura di Bird troneggia nella piazza vicino al museo. Sotto l’enorme busto di bronzo sono scritte le parole “Bird vive”. Mia moglie nel 2011 mi ha immortalato  proprio li, vicino a Bird.