Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 23 settembre 2022

APPELLO AL VOTO

 Luciano Granieri



VOTIAMO CONTRO IL ROSATELLUM

Fra i ricorsi sollevati dal Coordinamento per la Democrazia Costituzionale sull’incostituzionalità della legge elettorale con cui andremo al voto domenica 25 settembre, esiste quello relativo all’inadempimento dell’art.48 della Costituzione in base al quale il voto deve essere SEGRETO, LIBERO ed UGUALE .

In esso è compresa la norma sulla soglia del 3 %, necessaria a conseguire dei seggi. Questa è assolutamente incostituzionale perché non consente un voto libero.

Cosa succede quando una lista non raggiunge la soglia? 

Se è inserita in una coalizione, ottiene l’1%, ma non arriva al 3% , i voti conseguiti non produrranno seggi, ma saranno distribuiti in maniera proporzionale alle liste della stessa coalizione che hanno superato il fatidico limite

Cosa accade se lo stesso scenario si verifica per una lista non inserita in una coalizione, ad esempio Unione Popolare, o Italia Sovrana e Popolare? 

Quei voti verranno distribuiti a tutte le liste, anche a quelle di centro destra. Il paradosso è che se, ad esempio, Unione Popolare non dovesse raggiungere il 3%,  ed in base agli ultimi sondaggi, purtroppo, è così, una parte dei suoi voti andrebbe alle liste di centro destra,  il resto a quelle di centro sinistra, e al M5S. Siamo in presenza di una vera e propria manipolazione del voto. Per cui chi si esprime convintamente contro certi partiti potrebbe accorgersi che il suo voto è andato proprio a favore di quei partiti per cui non voleva votare. Non credo che chi vota Unione Popolare voglia che la sua preferenza possa andare a favore della Meloni! Ma questo rischio è più che fondato ed infatti è stato presentato ricorso d'incostituzionalità su questa materia. 

Indipendentemente dalla volontà di votare o meno, è necessario presentare ai seggi il reclamo protesta ai sensi degli artt. 74 e 87 T.U. Elezione Camera deputati, tutelato dall’art. 104, c. 5 del DPR 361/1957, applicabile anche al Senato della Repubblica ex art. 27, d.lgs n. 533/1993. Tali reclami verranno trasmessi alle commissioni elettorali di Camera e Senato ed annessi ai ricorsi di incostituzionalità già presentati alla Consulta che, diciamo così, non ha fatto in tempo ad esaminare causa caduta anticipata del Governo. 

E' importante sapere che questa azione non è  fine a se stessa. Infatti in presenza di un numero sufficiente di reclami, considerato che sono in essere ricorsi contro il "Rosatellum" presso diversi tribunali,  l'esito del voto potrebbe  non essere convalidato automaticamente dalle commissioni elettorali di Camera e Senato,  le quali dovrebbero aspettare i pronunciamenti della Corte Costituzionale in merito ai ricorsi presentati contro il Rosatellum.

 E' anche doveroso, secondo me, indicare i responsabili di questa truffa ordita ai danni degli elettori.

Il Pd: è stato proprio un esecutivo guidato dai dem (Presidente del consiglio Gentiloni) a licenziare, a colpi di fiducia (un iter incostituzionale) il Rosatellum. Oltre  ad approvare la modifica costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari barattando la Costituzione con un posto al Governo. Il tutto dopo essersi dichiarato contrario alla riforma  nelle precedenti sedute in Parlamento tenutesi quando era  in carica il governo giallo/verde.

Il   M5S:  che con l’equazione quasi automatica: parlamentare non grillino, uguale profittatore, ha contribuito alla delegittimazione dell’Istituzione Parlamentare completando il misfatto con la già citata modifica costituzionale sul taglio dei parlamentari  ancora oggi rivendicata da Giuseppe Conte. Una riforma che ha sacrificato il valore della  rappresentanza, costituzionalmente sancita, sull'altare del sospetto e su un ipotetico, quanto propagandistico, risparmio sui costi della politica.  

Il cosiddetto "Campo largo" (Pd-5S),parte della maggioranza del "Governo Draghi" :che non ha provveduto, ad approvare una nuova legge elettorale, così come avevano promesso dopo l’esito referendario.

La destra, componente reale o fittizia (FdI) della maggioranza  draghiana di unità nazionale:  che   non si è preoccupata  della questione. Chiaramente non aveva  interesse a farlo,  la situazione attuale gli consente di governare e forse sovvertire la Costituzione a loro piacimento.

Ed infine piccoli movimenti della sinistra, così detta, radicale, vittime sacrificali di questo mostro antidemocratico: i quali non è che si siano impegnati più di tanto per contrastare questa deriva autarchica. Non ricordo, ad esempio, salvo qualche eccezione, una grande partecipazione di queste formazioni, alla campagna referendaria contro la riduzione del numero dei parlamentari, o contro la legge elettorale, almeno nella provincia di Frosinone. In merito a ciò ribadisco che l'azione politica non si esplica solo in concomitanza delle elezioni, ma va agita sempre a partire delle realtà locali.

Tanto dovuto alla memoria recente, che quasi sempre viene rimossa in favore di un voto utile, che non si capisce a chi possa essere utile, Rivolgo il mio appello elettorale:

 Indipendentemente dalla scelta se votare  o meno,  presentiamo il reclamo-protesta con il Rosatellum, Di seguito i  link su cui trovare tutte le informazioni e i testi da presentare alla segreteria del seggio.

https://www.felicebesostri.it/wp-content/uploads/2022/09/NORME-RIFERIMENTO-PROTESTE-E-RECLAMI-DA-DPR-N.docx

ISTRUZIONI PER PRESENTARE IL RECLAMO

TESTO RECLAMO

mercoledì 21 settembre 2022

Lettera ai direttori delle testate giornalistiche: Modalità di reclamo contro il "Rosatellum"

 LETTERA AI DIRETTORI DELLE TESTATE GIORNALISTICHE



di Felice Besostri

Caro Direttore,

per iniziativa di una serie di comitati e associazioni ripresa da singoli elettori si è predisposto un reclamo, al cui testo ho collaborato, da presentare al seggio elettorale sia che si voti che non si voti. Il segretario ha l’obbligo di allegarlo al verbale ai sensi dell’art. 104 dpr n. 361/1957, che prevede una pena tra 6 mesi e tre anni di reclusione, se si rifiuta. Le giunte per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica hanno l’obbligo di esaminarli prima di convalidare i proclamati eletti.

Per ritardare la loro convalida, che renderebbe inutile anche una pronuncia di incostituzionalità della legge elettorale, sarà anche opportuno fare ricorso ai sensi dell’ art. 9 del regolamento Camera dei deputati della giunta delle elezioni o dell’art. 7 del Regolamento del Senato  della Repubblica contro la proclamazione dei singoli deputati o senatori nei collegi uninominali maggioritari.

TALI RICORSI NON COMPORTANO L’INSTAURAZIONE DI UN PROCEDIMENTI GIUDIZIARI E PERTANTO NESSUN RISCHIO DI ESSERE CONDANNATI ALLE SPESE DI GIUSTIZIA ANCHE SE RITENUTI INAMMISSIBILI O INFONDATI.

Allegati:  NORME RIFERIMENTO PROTESTE E RECLAMI DA DPR N° 361 del 1957 s.m.i.

ISTRUZIONI RECLAMO

TESTO RECLAMO

APPELLO PROTESTA RECLAMO