La battaglia per la gestione dell’acqua sta mettendo clamorosamente alla luce l’inadeguatezza della politica che origina dal finto e forzato bipolarismo italiano nell’amministrare i beni comuni e difendere gli interessi dei cittadini. Da una parte ci sono i cittadini, i movimenti per la difesa dei beni comuni, i lavoratori vittime del precariato, dall’altra due poli politici, il centrodestra ed il centrosinistra, che gestiscono la cosa pubblica non in base a quelli che devono essere gli interessi della collettività, ma unicamente obbedendo a lobby di potentati economici. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: nel caso della gestione dell’acqua i due poli non fanno altro che rimbalzarsi responsabilità ed errori di gestione con un gioco delle parti che ha come unico scopo non quello di risolvere i problemi ma quello di preservare gli interessi della multinazionale nella quale ha interessi forti anche il comune di Roma. Gli attacchi alternati contro Acea ora dell’uno ora dell’altro schieramento trovano sempre la controparte a difesa di quest’ultima, ed è evidente che l’intento è quello di non alterare gli equilibri e lasciare tutto come è.
Rifondazione Comunista da sempre è schierata con il movimento per l’acqua pubblica, vuole la rescissione del contratto con Acea ed auspica che alla prossima assemblea il sindaco Marini e anche tutti gli altri sindaci della consulta deliberino per la risoluzione del contratto. Ricordiamo che a proposito della gestione di Acea ci sono già sentenze di primo grado che hanno condannato la società al rimborso di tutte le bollette incassate fino al 2007, oltre alla famosa storia degli adeguamenti tariffari retroattivi. Se aggiungiamo anche i mancati investimenti da parte della società e le numerose segnalazioni da parte di cittadini ed amministrazioni locali di scarsa qualità del servizio erogato dalla società stessa, non capiamo il motivo per cui i sindaci debbano ancora insistere nel lasciare le cose come stanno. La risoluzione del contratto con Acea deve essere il primo passo verso l’unica cosa giusta che le amministrazioni possono fare a proposito della gestione dell’acqua: il suo ritorno sotto controllo pubblico.
Andrea Cristofaro, segretario del circolo “Spartacus” del Partito della Rifondazione Comunista