Il consigliere comunale PRC/FDS Vincenzo Durante
Dichiarazione di Voto sull’approvazione Bilancio di Previsione Esercizio Finanziario 2012 Relazione Previsionale e Programmatica e Bilancio Pluriennale 2012/2014
Il documento contabile che qui oggi ci apprestiamo a votare, sostanzialmente dovrebbe rappresentare l’essenza delle impostazioni politico-programmatiche della coalizione di Governo di “Bene Comune” e l’apertura di una fase di prospettiva, di indirizzo e di sviluppo della città tenendo conto delle sue necessità, alla luce degli impegni assunti in campagna elettorale nei confronti dei cittadini di Cassino, ed il passaggio quindi a quella proposta di cambiamento auspicata nei contenuti programmatici per il ridisegno di una città diversa, da quella ereditata dalle passate e cattive amministrazioni di centro-destra, nonché in discontinuità con la vecchia prassi amministrativa. Sia nel merito che nel metodo, le aspettative di quel voto popolare, sono state nei fatti disattese. Fin da subito, appena dopo il ballottaggio, era talmente chiaro che un programma scaturito dopo un anno, di sana e costruttiva discussione e che vedeva come punto cardine la non alleanza con partiti di centro e di centrodestra, proprio perché antitetici e lontani da quella cultura. Infatti, l’accordo politico fatto con l’UDC, si può considerare a tutti gli effetti un vero e proprio tradimento della volontà di cambiamento voluta da un voto popolare plebiscitario, in alternativa ai vecchi partiti che avevano non governato questa città negli ultimi 50 anni. Avevamo già notato, sin dal primo Consiglio Comunale, che qualcosa invece andasse in senso contrario, proprio con l’investitura alla carica di Presidente del Consiglio Comunale dell’UDC, Marino Fardelli. Siamo stati gli unici a votare contro a questa investitura istituzionale. Siamo stati anche quelli più determinati ad estromettere questa forza politica da una coalizione caratterizzata da un programma in antitesi con questo partito. Nonostante tutto ciò, siamo stati sempre coerenti, sia con il mandato delle nostre posizioni politiche, che leali e collaborativi con il resto della maggioranza, assumendoci sempre le nostre responsabilità, anche rispetto ad alcuni passaggi politici incoerenti con le linee programmatica previste. In tale senso è testimonianza reale, l’impegno ed il contributo fattivo nella realizzazione del Regolamento dell’albo pretorio on-line, del Registro delle unioni civili, dell’Osservatorio sulla legalità, della Costituzione e del Regolamento dei Comitati di Quartiere, dei Gruppi di Acquisto Popolare (Gap), dell’Ampliamento e del Potenziamento della Biblioteca Comunale, che rappresentano un primo passo in avanti dal punto di vista della trasparenza, della legalità e della difesa dei cittadini. Paradossalmente una volta ristabilita la naturale composizione iniziale, abbiamo dovuto riscontrare nel momento più importante dell’attività amministrativa, un’ultima incoerenza proprio nei contenuti del bilancio. Infatti siamo stati costretti a presentare alcuni emendamenti migliorativi per cercare di rendere il documento contabile più consono ad un governo di centro sinistra. Abbiamo presentato un pacchetto di emendamenti proprio per attaccare il disagio sociale, come l’esenzione dell’Addizionale IRPEF aumentando la soglia del reddito a 11.300 Euro; come la reintroduzione della TOSAP sui Passi Carrabili già deliberati dal consiglio comunale in data 30 Gennaio 2012, ed in attesa per l’attuazione della relativa delibera di giunta per una previsione di Entrata di 50.000 euro, finalizzati al pagamento delle utenze domestiche in quanto coloro che non rientrano nel progetto Voucher sono estromessi da qualsiasi intervento di assistenza e di sostegno economico; abbiamo previsto l’istituzione di un Check-Point di turisti diretti a Montecassino con un introito previsto di 300.000 euro, da destinare alle politiche attive del lavoro (progetto di reinserimento socio-lavorativi per persone svantaggiate, reddito di formazione, sostegno al reddito per i fuoriusciti dal mondo del lavoro e riqualificazione professionale). L’unico progetto questo di sviluppo presentato nel bilancio comunale da tutte le forze politiche presenti in consiglio; abbiamo proposto il trasporto pubblico gratuito per gli over 65, in ottemperanza al programma di “Bene Comune” e la proposta del rifinanziamento provocatorio del reddito minimo garantito. Tutti emendamenti ad eccezione del reddito minimo garantito, che hanno avuto parere negativo da parte del collegio dei revisori dei conti, ma che contestualmente ha evidenziato l’assoluta mancanza da parte della maggioranza, di volontà e di indirizzi politici determinati alla realizzazione di risposte concrete e discontinue alla sola imposizione fiscale.
Non è tollerabile, l’accusa infondata rivoltaci soprattutto da parte dei consiglieri di SEL, di “monetizzare” il disagio sociale per tornaconti politici. Accusa grave ed inaspettata da un partito che si definisce di sinistra e che evidentemente risulta nei fatti insensibile a queste tematiche. Vogliamo precisare che con poco più di 600 voti, SEL ha incassato: la delega alla manutenzione, un assessorato, la presidenza della commissione servizi sociali, la rappresentanza nel consorzio dei servizi sociali, il referente nel nucleo di valutazione e l’indicazione di un membro dei revisori dei conti, fermandoci a questi fatti senza far alcuna considerazione. Ci chiediamo semplicemente qual’é il partito che monetizza il disagio sociale, visto che il PRC non ha avuto l’onore di ricevere nessun riconoscimento per l’impegno dimostrato sin dall’inizio del progetto di “Bene Comune”. Ma non è questo il motivo che ci porta, oggi qui a dissentire, rispetto ad una collaborazione durata un anno e che ha visto dagli altri componenti della maggioranza un’azione continua e discriminatoria nei confronti del nostro Partito, a partire dal Sindaco che doveva essere il garante per il rispetto della tenuta di tutta la maggioranza e quell’anello di collegamento tra le varie forze politiche della coalizione. E’ proprio vera la citazione del “non c’è più sordo di chi non vuol sentire”.
Occorre precisare che il fallimento del sistema Voucher è palese ed è sotto gli occhi di tutti i cittadini e di quelle famiglie che convivono con un grande disagio economico-sociale, e che in questi ultimi giorni stanno manifestando ininterrottamente dinanzi al palazzo comunale, perché hanno constatato nei Voucher Lavorativi, la mancanza di quelle risposte concrete alle esigenze di interi nuclei familiari con gravissimi problemi di sussistenza economica. La nostra posizione rispetto alle politiche sociali, così come risulta regolarmente depositata agli atti del Consiglio Comunale, in merito alle osservazioni e proposte del nostro partito, al momento della discussione sugli indirizzi generali di governo del Comune di Cassino, sono state completamente ignorate, forse proprio perché costituivano l’unica risposta seria e fattibile al problema del disagio economico-sociale, tramite la presa in carico dei soggetti per progetti individualizzati, così come previsto al punto n°7 del programma di “Bene Comune”, (che cita testualmente): «Progetti di re-inserimento socio-lavorativi per persone svantaggiate.», cioè l’accompagnamento dalla fuoriuscita dalla condizione di disagio. Questione questa, tragicamente tornata di attualità, e di dimensioni consistenti, come riportato dalle rilevazioni Istat nell’anno 2011/2012 sulle condizioni di povertà, che hanno colpito oltre 11 milioni di cittadini italiani. Come riteniamo demenziale l’affermazione dell’assessore Di Russo, che in un’intervista del 12 Luglio ha dichiarato che è “inutile” parlare di utopia come il Reddito Minimo, attuato inoltre dalla Regione Lazio e non dal Comune e legate all’espletamento del servizio civile. Affermazione questa grave e che denota un’assoluta impreparazione da parte dell’assessore in quanto è assolutamente falso l’erogazione del reddito minimo nell’espletamento del servizio civile, in quanto non previsto dalla legge regionale del reddito minimo. Così come ha segnato il nostro profondo dissenso, per la mancata ricezione da parte del Sindaco di un indirizzo chiaro sulla questione del Piano “Fabbrica Italia”, nel documento presentato al Consiglio Comunale di Torino e che ad oggi, con le vicende che riguardano anche lo stabilimento di Cassino tornano pesantemente d’attualità, evidenziando in maniera oramai palese il fallimento di quel progetto, con anche una indiscutibile e pesantissima ricaduta sulla tenuta occupazionale dello stabilimento e del territorio cassinate, fortemente esposti ad una totale mancanza di una politica industriale da parte della dirigenza Fiat e dalla mancata forte risposta della classe politica, dalle tante forzature dell’amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne, che ha posto sotto ricatto non solo i lavoratori, ma anche la politica e tutto il nostro paese. Noi avevamo concordato un documento politico unitario, con i partiti di SeL ed Idv, perché ci fosse una forte risposta comune, che caratterizzasse la presa di posizione del Sindaco del maggiore comune interessato dalla presenza dello stabilimento Fiat, che dopo esser stato concordato e sottoscritto è stato successivamente di fatto clamorosamente ritirato dagli stessi partiti di SeL ed Idv, vanificando la possibilità di incidere sulle scelte della Fiat e chiamandola a dare certezze e risposte ancora inevase. Tutto questo senza nessuna motivazione di alcun genere. Evidentemente la difficoltà di fare una scelta con cui stare, ha profondamente marcato anche l’assenza del Sindaco Petrarcone dall’ultima manifestazione della Fiom, svoltasi mercoledì 18 nella Piazza di Piedimonte San Germano, proprio sulla questione inerente alla chiusura o all’eventuale ridimensionamento dello stabilimento Fiat di Piedimonte San Germano, che evidentemente è stato considerato da Marchionne, non così importante e necessario mentre si apriva un dibattito serio sulle prospettive e sulle cose da fare e che aveva visto la partecipazione di esponenti di alto livello delle forze politiche e sindacali, come il Segretario Generale della Fiom Maurizio Landini. Tutti noi, cominciano a comprendere come le scelte fatte da Marchionne, rappresentano una vera bufala ed un pericolo per il nostro territorio e per tutti lavoratori. Non c’è nulla di più importante che la salvaguardia e la difesa dell’occupazione del territorio e le prospettive di una qualità di vita migliore per le famiglie della nostra provincia di Frosinone e del nostro comune. Quello che ci ha caratterizzato, nell’ultimo periodo d’impegno politico, è stata una straordinaria raccolta firme per una costituzione di una commissione d’inchiesta terza, che facesse luce sui debiti di bilancio comunali delle passate amministrazioni di centro-destra, e che contemporaneamente ha rilevato un boicottaggio sia da parte della maggioranza che dell’opposizione per la sua istituzione ed attuazione. La vicenda della commissione d’inchiesta sui debiti comunali, sta diventando una mera e pura barzelletta. C’è stata l’ennesima bocciatura per portarla in consiglio comunale per l’approvazione, nonostante le “opportune” modifiche e integrazioni richieste da parte di tutti i capigruppo consiliari nel perfezionare la relativa mozione presentata dal consigliere, Vincenzo Durante. Vorremmo ricordare, per onore di cronaca, che c’era stato chiesto di argomentare, nella riformulata mozione, circa le competenze, la composizione e l’eventuale copertura finanziaria. La Commissione d’Inchiesta sui debiti comunali era il minimo sindacale, che chiedevamo per restituire la promessa di trasparenza e legalità dell’azione politico-amministrativa del comune, ben espressa nel programma di “Bene Comune”. Se avessero voluto capire realmente l’importanza di tale strumento, saremmo arrivati in futuro, a proporre insieme la pubblicazione in rete di tutti gli atti di gestione e di previsione, perché è proprio da lì che si possono effettuare controlli reali su come è costruito il rendiconto o il bilancio. Allora la Commissione d’inchiesta sarebbe stata calata in un progetto più ampio d’’inchiesta democratica sul bilancio”, cioè: “UNA SPENDING REVIEW POPOLARE E DEMOCRATICA”. Ed oggi ci vediamo costretti a subire l’ennesima bocciatura di una commissione d’inchiesta “terza”, a costo zero per l’amministrazione comunale, sia da parte della minoranza di destra che da parte del resto della maggioranza, a partire dal sindaco che non ha recepito l’importanza della nostra richiesta. Oggi quindi ci si appresta a votare un bilancio al buio, dove sono state previste aliquote al massimo delle tasse comunale e vendita del patrimonio edilizio comunale esclusivamente per coprire debiti fuori bilancio determinati da altri amministratori. Ed infatti è notizia di questi giorni in cui sembrano emergere altri debiti fuori bilancio non previsti, come se si stesse appena alzando un coperchio da una pentola piena di soprese, e che comunque a noi sembra che non ci sia la volontà politica di vederci chiaro in tal senso, facendo un vero atto di trasparenza politica per portare a conoscenza di tutta la città di tutto ciò che è successo negli anni precedenti. Così come siamo contrari alle paventate esternalizzazioni che sono esattamente il contrario di ciò previsto nel programma di Bene Comune e cioè l’internalizzazione di tutti i servizi. Così come siamo stati disponibili alla proposta di vendita dei beni immobili anche se contrari politicamente ma come gesto di apertura nei confronti delle esigenze per le casse comunali. Rileviamo inoltre l’assoluta mancanza documentaria sul bilancio per avere una percezione reale dell’ammontare totale del debito che a tutt’ora risulta sconosciuto. Come pure l’assoluta mancanza di coinvolgimento per la stesura del bilancio partecipato, come previsto nel programma e dallo statuto comunale. Infatti registriamo la mancanza della convocazione dalle consulte delle associazioni. Sembra passato un anno ed invece sono passati solo due giorni da questa ennesima “imboscata” prodotta prima di tutto da Petrarcone e dall’Assessore al Bilancio e pensare che fino a due giorni fa immaginavamo che si onorassero “insieme” le promesse fatte ai cittadini per continuare a sperare in un progetto di partecipazione democratica anche con l’ausilio dei deliberati Comitati di Quartiere. Ma quale democrazia e quale partecipazione alla contabilità comunale!!!
Ad ogni buon fine si ricorda agli elettori che tutto ciò era possibile fare, noi abbiamo dato tutto l’impegno per farlo insieme con il resto della maggioranza. A questo punto il PRC di Cassino passa all’opposizione votando No al Bilancio, secondo le indicazioni del direttivo.
Cassino, 20 luglio 2012 Il consigliere comunale PRC/FDS
Vincenzo Durante
Il documento contabile che qui oggi ci apprestiamo a votare, sostanzialmente dovrebbe rappresentare l’essenza delle impostazioni politico-programmatiche della coalizione di Governo di “Bene Comune” e l’apertura di una fase di prospettiva, di indirizzo e di sviluppo della città tenendo conto delle sue necessità, alla luce degli impegni assunti in campagna elettorale nei confronti dei cittadini di Cassino, ed il passaggio quindi a quella proposta di cambiamento auspicata nei contenuti programmatici per il ridisegno di una città diversa, da quella ereditata dalle passate e cattive amministrazioni di centro-destra, nonché in discontinuità con la vecchia prassi amministrativa. Sia nel merito che nel metodo, le aspettative di quel voto popolare, sono state nei fatti disattese. Fin da subito, appena dopo il ballottaggio, era talmente chiaro che un programma scaturito dopo un anno, di sana e costruttiva discussione e che vedeva come punto cardine la non alleanza con partiti di centro e di centrodestra, proprio perché antitetici e lontani da quella cultura. Infatti, l’accordo politico fatto con l’UDC, si può considerare a tutti gli effetti un vero e proprio tradimento della volontà di cambiamento voluta da un voto popolare plebiscitario, in alternativa ai vecchi partiti che avevano non governato questa città negli ultimi 50 anni. Avevamo già notato, sin dal primo Consiglio Comunale, che qualcosa invece andasse in senso contrario, proprio con l’investitura alla carica di Presidente del Consiglio Comunale dell’UDC, Marino Fardelli. Siamo stati gli unici a votare contro a questa investitura istituzionale. Siamo stati anche quelli più determinati ad estromettere questa forza politica da una coalizione caratterizzata da un programma in antitesi con questo partito. Nonostante tutto ciò, siamo stati sempre coerenti, sia con il mandato delle nostre posizioni politiche, che leali e collaborativi con il resto della maggioranza, assumendoci sempre le nostre responsabilità, anche rispetto ad alcuni passaggi politici incoerenti con le linee programmatica previste. In tale senso è testimonianza reale, l’impegno ed il contributo fattivo nella realizzazione del Regolamento dell’albo pretorio on-line, del Registro delle unioni civili, dell’Osservatorio sulla legalità, della Costituzione e del Regolamento dei Comitati di Quartiere, dei Gruppi di Acquisto Popolare (Gap), dell’Ampliamento e del Potenziamento della Biblioteca Comunale, che rappresentano un primo passo in avanti dal punto di vista della trasparenza, della legalità e della difesa dei cittadini. Paradossalmente una volta ristabilita la naturale composizione iniziale, abbiamo dovuto riscontrare nel momento più importante dell’attività amministrativa, un’ultima incoerenza proprio nei contenuti del bilancio. Infatti siamo stati costretti a presentare alcuni emendamenti migliorativi per cercare di rendere il documento contabile più consono ad un governo di centro sinistra. Abbiamo presentato un pacchetto di emendamenti proprio per attaccare il disagio sociale, come l’esenzione dell’Addizionale IRPEF aumentando la soglia del reddito a 11.300 Euro; come la reintroduzione della TOSAP sui Passi Carrabili già deliberati dal consiglio comunale in data 30 Gennaio 2012, ed in attesa per l’attuazione della relativa delibera di giunta per una previsione di Entrata di 50.000 euro, finalizzati al pagamento delle utenze domestiche in quanto coloro che non rientrano nel progetto Voucher sono estromessi da qualsiasi intervento di assistenza e di sostegno economico; abbiamo previsto l’istituzione di un Check-Point di turisti diretti a Montecassino con un introito previsto di 300.000 euro, da destinare alle politiche attive del lavoro (progetto di reinserimento socio-lavorativi per persone svantaggiate, reddito di formazione, sostegno al reddito per i fuoriusciti dal mondo del lavoro e riqualificazione professionale). L’unico progetto questo di sviluppo presentato nel bilancio comunale da tutte le forze politiche presenti in consiglio; abbiamo proposto il trasporto pubblico gratuito per gli over 65, in ottemperanza al programma di “Bene Comune” e la proposta del rifinanziamento provocatorio del reddito minimo garantito. Tutti emendamenti ad eccezione del reddito minimo garantito, che hanno avuto parere negativo da parte del collegio dei revisori dei conti, ma che contestualmente ha evidenziato l’assoluta mancanza da parte della maggioranza, di volontà e di indirizzi politici determinati alla realizzazione di risposte concrete e discontinue alla sola imposizione fiscale.
Non è tollerabile, l’accusa infondata rivoltaci soprattutto da parte dei consiglieri di SEL, di “monetizzare” il disagio sociale per tornaconti politici. Accusa grave ed inaspettata da un partito che si definisce di sinistra e che evidentemente risulta nei fatti insensibile a queste tematiche. Vogliamo precisare che con poco più di 600 voti, SEL ha incassato: la delega alla manutenzione, un assessorato, la presidenza della commissione servizi sociali, la rappresentanza nel consorzio dei servizi sociali, il referente nel nucleo di valutazione e l’indicazione di un membro dei revisori dei conti, fermandoci a questi fatti senza far alcuna considerazione. Ci chiediamo semplicemente qual’é il partito che monetizza il disagio sociale, visto che il PRC non ha avuto l’onore di ricevere nessun riconoscimento per l’impegno dimostrato sin dall’inizio del progetto di “Bene Comune”. Ma non è questo il motivo che ci porta, oggi qui a dissentire, rispetto ad una collaborazione durata un anno e che ha visto dagli altri componenti della maggioranza un’azione continua e discriminatoria nei confronti del nostro Partito, a partire dal Sindaco che doveva essere il garante per il rispetto della tenuta di tutta la maggioranza e quell’anello di collegamento tra le varie forze politiche della coalizione. E’ proprio vera la citazione del “non c’è più sordo di chi non vuol sentire”.
Occorre precisare che il fallimento del sistema Voucher è palese ed è sotto gli occhi di tutti i cittadini e di quelle famiglie che convivono con un grande disagio economico-sociale, e che in questi ultimi giorni stanno manifestando ininterrottamente dinanzi al palazzo comunale, perché hanno constatato nei Voucher Lavorativi, la mancanza di quelle risposte concrete alle esigenze di interi nuclei familiari con gravissimi problemi di sussistenza economica. La nostra posizione rispetto alle politiche sociali, così come risulta regolarmente depositata agli atti del Consiglio Comunale, in merito alle osservazioni e proposte del nostro partito, al momento della discussione sugli indirizzi generali di governo del Comune di Cassino, sono state completamente ignorate, forse proprio perché costituivano l’unica risposta seria e fattibile al problema del disagio economico-sociale, tramite la presa in carico dei soggetti per progetti individualizzati, così come previsto al punto n°7 del programma di “Bene Comune”, (che cita testualmente): «Progetti di re-inserimento socio-lavorativi per persone svantaggiate.», cioè l’accompagnamento dalla fuoriuscita dalla condizione di disagio. Questione questa, tragicamente tornata di attualità, e di dimensioni consistenti, come riportato dalle rilevazioni Istat nell’anno 2011/2012 sulle condizioni di povertà, che hanno colpito oltre 11 milioni di cittadini italiani. Come riteniamo demenziale l’affermazione dell’assessore Di Russo, che in un’intervista del 12 Luglio ha dichiarato che è “inutile” parlare di utopia come il Reddito Minimo, attuato inoltre dalla Regione Lazio e non dal Comune e legate all’espletamento del servizio civile. Affermazione questa grave e che denota un’assoluta impreparazione da parte dell’assessore in quanto è assolutamente falso l’erogazione del reddito minimo nell’espletamento del servizio civile, in quanto non previsto dalla legge regionale del reddito minimo. Così come ha segnato il nostro profondo dissenso, per la mancata ricezione da parte del Sindaco di un indirizzo chiaro sulla questione del Piano “Fabbrica Italia”, nel documento presentato al Consiglio Comunale di Torino e che ad oggi, con le vicende che riguardano anche lo stabilimento di Cassino tornano pesantemente d’attualità, evidenziando in maniera oramai palese il fallimento di quel progetto, con anche una indiscutibile e pesantissima ricaduta sulla tenuta occupazionale dello stabilimento e del territorio cassinate, fortemente esposti ad una totale mancanza di una politica industriale da parte della dirigenza Fiat e dalla mancata forte risposta della classe politica, dalle tante forzature dell’amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne, che ha posto sotto ricatto non solo i lavoratori, ma anche la politica e tutto il nostro paese. Noi avevamo concordato un documento politico unitario, con i partiti di SeL ed Idv, perché ci fosse una forte risposta comune, che caratterizzasse la presa di posizione del Sindaco del maggiore comune interessato dalla presenza dello stabilimento Fiat, che dopo esser stato concordato e sottoscritto è stato successivamente di fatto clamorosamente ritirato dagli stessi partiti di SeL ed Idv, vanificando la possibilità di incidere sulle scelte della Fiat e chiamandola a dare certezze e risposte ancora inevase. Tutto questo senza nessuna motivazione di alcun genere. Evidentemente la difficoltà di fare una scelta con cui stare, ha profondamente marcato anche l’assenza del Sindaco Petrarcone dall’ultima manifestazione della Fiom, svoltasi mercoledì 18 nella Piazza di Piedimonte San Germano, proprio sulla questione inerente alla chiusura o all’eventuale ridimensionamento dello stabilimento Fiat di Piedimonte San Germano, che evidentemente è stato considerato da Marchionne, non così importante e necessario mentre si apriva un dibattito serio sulle prospettive e sulle cose da fare e che aveva visto la partecipazione di esponenti di alto livello delle forze politiche e sindacali, come il Segretario Generale della Fiom Maurizio Landini. Tutti noi, cominciano a comprendere come le scelte fatte da Marchionne, rappresentano una vera bufala ed un pericolo per il nostro territorio e per tutti lavoratori. Non c’è nulla di più importante che la salvaguardia e la difesa dell’occupazione del territorio e le prospettive di una qualità di vita migliore per le famiglie della nostra provincia di Frosinone e del nostro comune. Quello che ci ha caratterizzato, nell’ultimo periodo d’impegno politico, è stata una straordinaria raccolta firme per una costituzione di una commissione d’inchiesta terza, che facesse luce sui debiti di bilancio comunali delle passate amministrazioni di centro-destra, e che contemporaneamente ha rilevato un boicottaggio sia da parte della maggioranza che dell’opposizione per la sua istituzione ed attuazione. La vicenda della commissione d’inchiesta sui debiti comunali, sta diventando una mera e pura barzelletta. C’è stata l’ennesima bocciatura per portarla in consiglio comunale per l’approvazione, nonostante le “opportune” modifiche e integrazioni richieste da parte di tutti i capigruppo consiliari nel perfezionare la relativa mozione presentata dal consigliere, Vincenzo Durante. Vorremmo ricordare, per onore di cronaca, che c’era stato chiesto di argomentare, nella riformulata mozione, circa le competenze, la composizione e l’eventuale copertura finanziaria. La Commissione d’Inchiesta sui debiti comunali era il minimo sindacale, che chiedevamo per restituire la promessa di trasparenza e legalità dell’azione politico-amministrativa del comune, ben espressa nel programma di “Bene Comune”. Se avessero voluto capire realmente l’importanza di tale strumento, saremmo arrivati in futuro, a proporre insieme la pubblicazione in rete di tutti gli atti di gestione e di previsione, perché è proprio da lì che si possono effettuare controlli reali su come è costruito il rendiconto o il bilancio. Allora la Commissione d’inchiesta sarebbe stata calata in un progetto più ampio d’’inchiesta democratica sul bilancio”, cioè: “UNA SPENDING REVIEW POPOLARE E DEMOCRATICA”. Ed oggi ci vediamo costretti a subire l’ennesima bocciatura di una commissione d’inchiesta “terza”, a costo zero per l’amministrazione comunale, sia da parte della minoranza di destra che da parte del resto della maggioranza, a partire dal sindaco che non ha recepito l’importanza della nostra richiesta. Oggi quindi ci si appresta a votare un bilancio al buio, dove sono state previste aliquote al massimo delle tasse comunale e vendita del patrimonio edilizio comunale esclusivamente per coprire debiti fuori bilancio determinati da altri amministratori. Ed infatti è notizia di questi giorni in cui sembrano emergere altri debiti fuori bilancio non previsti, come se si stesse appena alzando un coperchio da una pentola piena di soprese, e che comunque a noi sembra che non ci sia la volontà politica di vederci chiaro in tal senso, facendo un vero atto di trasparenza politica per portare a conoscenza di tutta la città di tutto ciò che è successo negli anni precedenti. Così come siamo contrari alle paventate esternalizzazioni che sono esattamente il contrario di ciò previsto nel programma di Bene Comune e cioè l’internalizzazione di tutti i servizi. Così come siamo stati disponibili alla proposta di vendita dei beni immobili anche se contrari politicamente ma come gesto di apertura nei confronti delle esigenze per le casse comunali. Rileviamo inoltre l’assoluta mancanza documentaria sul bilancio per avere una percezione reale dell’ammontare totale del debito che a tutt’ora risulta sconosciuto. Come pure l’assoluta mancanza di coinvolgimento per la stesura del bilancio partecipato, come previsto nel programma e dallo statuto comunale. Infatti registriamo la mancanza della convocazione dalle consulte delle associazioni. Sembra passato un anno ed invece sono passati solo due giorni da questa ennesima “imboscata” prodotta prima di tutto da Petrarcone e dall’Assessore al Bilancio e pensare che fino a due giorni fa immaginavamo che si onorassero “insieme” le promesse fatte ai cittadini per continuare a sperare in un progetto di partecipazione democratica anche con l’ausilio dei deliberati Comitati di Quartiere. Ma quale democrazia e quale partecipazione alla contabilità comunale!!!
Ad ogni buon fine si ricorda agli elettori che tutto ciò era possibile fare, noi abbiamo dato tutto l’impegno per farlo insieme con il resto della maggioranza. A questo punto il PRC di Cassino passa all’opposizione votando No al Bilancio, secondo le indicazioni del direttivo.
Cassino, 20 luglio 2012 Il consigliere comunale PRC/FDS
Vincenzo Durante