Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

domenica 15 luglio 2012

Anatomia di un pezzo immortale e di Heloìsa che la ispirò

Francesco  Adinolfi.  Fonte "Alias"  del 14 luglio

The girl from Ipanema”, la bossanova scritta da Antonio Carlos Jobim e da Vinicius De Moraes nasceva d’estate, 50 anni fa.

Quella del ‘62 fu un’estate importante in Brasile. Senza saperlo il compositore Antònio  Carlos Jobim e il poeta Vinicius de Moraes sdoganavano a livello internazionale la bossanova e soprattutto formalizzavano uno stile, l’easy listening, di cui The girl from Ipanema   fu al cuore . Quella canzone nasceva cinquant’anni fa e cambiava le carte in tavola del pop .  Non nacque per caso ma fu il risultato di una ossessione erotica e divenne l’incarnazione della pulcritudine femminile. Quando due anni dopo uscirà negli Usa sbancherà il mondo. In origine apparve sull’album Getz/Gilberto con Joao Gilberto alla chitarra (e testo in portoghese) e Astrud , la moglie  di Gilberto, alla parte inglese; da qui fu estratto un 45 giri solo in inglese  e solo con Astrud alla voce che divenne subito disco dell’anno innescando una mania che ancora oggi resiste. Da Caetano Veloso,  Frank Sinatra, da Lou Rawls e Madonna fino a Bruno Martino, primo ad inciderla in Italia, pochi sono gli artisti che hanno resistito  al fascino di quel brano . Per la rivista Performing Songwriter  sarebbe addirittura il pezzo più rieseguito della storia, secondo solo a Yesterday . In ogni caso fu l’ultimo guizzo pre-Beatles e il più apprezzato. Il 1962 fu, effettivamente, un anno fondamentale per Jobim. Il suo pezzo Desafinado  era stato inserito nel disco Jazz Samba  di Stan Getz e Charlie Byrd e lo stesso artista  era stato invitato ad esibirsi alla Carnagie Hall con Byrd, Getz, Gillespie  e Joao Gilberto. Una carriera in gran crescita dal ’58 quando Jobim aveva collaborato con il chitarrista/cantante  Joao Gilberto, con la vocalist Elizete  Cardoso e con il poeta Vinicius de Moraes dando vita a una serie di registrazioni tra cui Chega de saudade  pezzo che segnerà l’avvio della bossanova (letteralmente la nuova tendenza) . Niente a che vedere, però, con quello che sarebbe successo quattro anni dopo , niente  a che vedere con la visone celestiale di Heloisa Eneida Menezes Paes Pinto, meglio nota come Helò Pinhero.  Splendida, 18 anni appena compiuti , occhi verdi , capelli neri, fisico asciutto, alta 1,72. Lieve “come una samba che dondola così ammodo e si piega cosi dolcemente”. Tutto succedeva a Ipanema, il quartiere di gran moda a Rio , tendenzialmente “quello degli artisti”. A un isolato dalla spiaggia c’era il luogo di ritrovo preferito di Tom Jobim, il Bar  Veloso. All’aperto verandato, ideale per bere,   chiacchierare, leggere  i quotidiani e incrociare lo sguardo delle ragazze che passavano da lì, compravano sigarette e giornali. Tutti i giorni ci capitava anche lei, tra le poche al tempo a scendere in spiaggia in bikini;  non guardava mai nessuno negli occhi, tirava dritta al banco, comprava le sigarette per la mamma e filava via. Dietro una salva di fischi compiacenti e ammiccanti. Era l’inverno del ’62 e lei passava spesso da quelle parti; non solo per entrare al bar ma anche per andare a scuola, per andare dal dentista , dal parrucchiere , dalla sarta . Del resto per tornare a casa doveva passarci per forza. Jobim se ne era invaghito, ma era un’infatuazione solo sua, intima , personalissima. Era sposato, aveva due figli e non si azzardava a rivolgerle la parola. Chiese all’amico Vinicius de Moraes di condividere quell’emozione .  Si  appostarono al bar per qualche ora di seguito finchè la ragazza non si rifece viva . Jobim chiese “Nao a coisa mais linda?” Non è la cosa più bella? L’altro rispose: “E’ coisa cheia del graca”, è così aggraziata. Poi Vincius si appuntò quei due versi su un tovagliolo : perfetti per iniziarci il brano. Ovviamente  - nonostante la leggenda – il pezzo non fu scritto al Veloso ma composto al piano da Jobim nella sua nuova casa di Rua Barro da Torre. De Moraes scriveva, invece,  nella sua casa di Petròpolis, vicino Rio. In origine il  brano si intitolava Menina  que passa  (La ragazza che passa) e fu presentato per la prima volta il 12 agosto 1962 a Un encontro, spettacolo musicale al ristorante Au Bon Gourmet  di Rio. In scena quel giorno c’erano Jobim , Vinicius de Moraes, Joao Gilberto e il gruppo vocale Os Cariocas.  Tra i pezzi anche Sò danco samba e Samba do aviao.  Primo in Brasile ad eseguire il pezzo fu Pery Ribeiro ( scomparso lo scorso febbraio) nel 1963 nell’album Pery è todo bossa.  Nel frattempo il titolo era cambiato in Garota de Ipanema  la ragazza di Ipanema, tanto per rendere umore più urbano e vicino ai linguaggi di strada di Rio . Poi nel marzo del ’63 Jobim e Gilberto volarono a New York per registrare , Getz/Gilberto,  album  uscito nel ’64 che esporrà il mondo alla Garota . Per l’occasione il produttore Creed Taylor  pensò che il pezzo dovesse avere anche un parte in inglese. Fu cooptato il paroliere Norman Gimbel che il gruppo aveva  già conosciuto tempo prima al concerto della Carnagie Hall. Per la voce fu scelta Astrud, la moglie di Gilberto, presente in studio per dare una mano ai cori. Anche se parlava inglese, la dizione non era però perfetta , ciononostante risultava seducente e sensuale il giusto.  Con il sax di Stan Getz che irrompe rendendo tutto così etereo, impalpabile. Sul suo sito la stessa Astrud ricorda di non essere mai stata una cantante professionista , e si sente. Spesso enfatizza i suoni sbagliati e quasi si affida alla trascrizione fonetica delle parole. Il primo termine del pezzo , “tall” (alta), suona, infatti, come “doll”, (bambola); inoltre fece un errore imperdonabile per Gimbel.  Astrud  canta “ she looks straight ahead not at he”   ma invece doveva dire  - piu logicamente -  “me”. Cioè : guarda dritta davanti a sè e non me,  altro che he,  lui. Gimbel  si alterò molto; nelle interviste diceva di volersi strappare i capelli, che quell’episodio lo aveva davvero infastidito, ma tant’è.  Abbinati al resto dell’ensemble, al piano gentile e lieve di Jobim, a quel sassofono così languido , gli errori suonavano deliziosamente stranieri , esotici e irresistibili come la ragazza descritta nel pezzo. E allora : “tall and tan young and lovely/The girl from Ipanema goes walking/ And  whwn se passes, each one she passes goes, “Aaah…”/When  she walks she’s like a samba/That swings so cool  sways so gently/That  when she passes, each one she passes  goes “Aaah…” /Oh but he watches so sadly-/How  can he tell her he loves her?/Yes, he would give his heart glady/ But each day when she walks to the sea, /She lokks straight ahead – not at he (…)”. Va da sè che la versione “ristretta” a 45 giri, senza cioè l’inserto in portoghese, fu quella che volò in classifica negli Usa aggiudicandosi nel ’65 il grammy come disco dell’anno;  si impose anche nel resto del mondo e sopratutto in Brasile accompagnando la ripresa economica di un paese che già volava alto sulla scia delle due vittorie di seguito ai mondiali di calcio, nel  ’58 e  nel ’62. Quel miracolo sarebbe imploso due anni dopo sopraffatto da gestioni dissennate dello stato, corruzione e una devastante dittatura militare. Ma prima di allora il Brasile era “alto, abbronzato,  giovane e bello”. Ovviamente la questione dell’identità della ragazza cominciò a farsi strada sui giornali di mezzo mondo. Chi era? E soprattutto: esisteva davvero una ragazza?  Jobim e de Moraes  non si esponevano e il mistero si infittiva. Anche se il pezzo era stato scritto nel ’62, Heloisa seppe di sé e della canzone solo nel ’64. Figlia di un generale dell’esercito da cui la mamma aveva divorziato, era cresciuta a pochi passi dal Bar Veloso. Era timidissima, denti non perfettamente allineati e quel fisico così mingherlino che la faceva disperare; soffriva  d’asma e aveva un’allergia che le arrossava il volto.  Jobim non aveva mai avuto il coraggio di fermarla, di parlarle; finchè alcuni amici comuni non gliela presentarono e il ghiaccio si ruppe. Al  secondo incontro Jobim si dichiarò e addirittura le chiese di sposarlo, ma lei rifiutò; per due motivi: il musicista era già sposato e Helò non aveva avuto esperienze di alcun tipo , si considerava incapace di gestire una storia adulta. Inoltre aveva un flirt  da due anni con un ragazzino di nome Fernando Pinheiro, cresciuto in una ricca famiglia  di Leblon.  Jobim si fece ancora più insistente confessando che era lei l’ispirazione della canzone. La ragazza ne fu entusiasta ma  anche stavolta si schermì e rifiutò. Poi, nel ’65 il mondo conobbe la verità: stanco di voci, pettegolezzi, dicerie e  in particolare di una competizione che in Brasile avrebbe dovuto eleggere la vera “Ragazza di Ipanema” , Vinicius de Moraes tenne una conferenza  mentre si trovava in una clinica  di riabilitazione a Rio. Helò era vicino a lui. “E’ una ragazza piena di luce –dichiarò il poeta- . Così aggraziata, ma con una tristezza legata al fatto che la giovinezza passa  e che la bellezza non si può conservare . Lei è come il dono della vita , è la bellezza e la malinconia delle onde che salgono e si abbassano”.  Nella sua autobiografia del 1996, Helò  racconta che nel Brasile machista e medio borghese di allora il compito di una ragazza era quello di restare in famiglia e accudire i figli; inoltre Fernando e la famiglia  del ragazzo non le consentivano  (aveva ormai 21 anni) di lasciare il paese . Rifiutò così mille offerte  che arrivavano da mezzo mondo, soprattutto dagli Stati Uniti. Nel 1966 si  sposerà e Jobim sarà il suo testimone di nozze. Nel ’78 le prime sfortune; i Pinheiro caddero in disgrazia con l’impresa siderurgica di famiglia  che non riusciva  a competere con le importazione dall’estero. Inoltre il quarto figlio della coppia Fernando Jr. era nato con seri problemi cognitivi e necessitava di cure.  Toccava a Helò rimettere in sesto la famiglia riattualizzando il mito della “Ragazza di Ipanema” . La sequela di offerte stavolta non la colse impreparata, in fondo le aspettava da tutta la vita: apparizioni tv, conduzioni radiofoniche, rubriche sui giornali, un’agenzia di moda, concorsi di bellezza e le sponsorizzazioni di una sfilza di prodotti. Oggi i Pinheiro vivono a Sao Paolo con il figlio Fernando. La figlia Kiki è una ex modella divenuta imprenditrice , l’altra figlia Georgiani è una psicologa mentre la splendida Ticiane è una top model di grande successo  (insieme alla mamma apparve sull’edizione brasiliana di Playboy nel marzo 2003, mentre Helò fu playmate nell’edizione del maggio ’78). Oggi Heloisa Pinheiro ha 67 anni continua  a farsi intervistare, a frequentare radio e tv;  ma soprattutto gestisce al boutique Garota de Ipanema a Sao Pauolo e a Rio dove vende costumi e abbigliamento femminile da spiaggia. Nel 2001 anche quel  sogno e quella denominazione volevano toglierli. Uno dei prodotti che offre da sempre è , infatti, una t –shirt con sopra lo spartito originale firmato da Vinicius de Moraes e Jobim. I figli degli autori sostenevano che non potesse venderla, che le parole e a musica appartenevano agli eredi . Nel 2004 la sentenza definitiva di un tribunale brasiliano sostenne invece che “senza di lei quella canzone non sarebbe mai esistita”. E così è.


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