Luciano Granieri
Si è tenuto domenica 21 novembre, presso Spazio Arte Rigenesi in Piazza Garibaldi a Frosinone il primo appuntamento della rassegna “Metti un disco, storie dal giradischi di Musica & Jazz” L’audizione del doppio album “Oscar Peterson-Stephane Grappelli quartet” è stata preceduta dalla presentazione del libro “In viaggio con il mio violino” tratto dall’autobiografia di Stephane Grappelli, scritto da Joseph Oldhenove e Jean Marc Bramy, tradotto in italiano da Paola Rolletta che era presente all’evento.
E’ stato un viaggio affascinante attraverso la storia e la musica di Stephane Grappelli, violinista, pianista, compagno di avventure del grande Django Reinhardt, Violinista da strada, Stefano, poi Stephane ha anche frequentato il conservatorio, figlio di Ernesto Grappelli nato da Alatri e da qui partito per Parigi in cerca di fortuna.
L’audizione dell’album doppio con Grappelli al violino, Oscar Peterson al pianforte, Kenny Clarke alla batteria, e Niels Henning Orsted Pedersen, al contrabbasso, è stata un’eccellente occasione per apprezzare del buon jazz e per confrontarsi sulle origini di questa musica, incardinata su molteplici culture musicali generatrici, attraverso la loro contaminazione, di un linguaggio musicale completamente nuovo.
E’ stata un’occasione per entrare, senza tecnicismi, nelle modalità esecutive dei musicisti e di come le loro origini abbiano influenzato il loro stile. Insomma una bel pomeriggio di musica e cultura, per dirla con Peppino Impastato. Un pomeriggio dove ascoltando “due dischi” si sono condivise emozioni e riflessioni.
Ringraziamo tutti coloro che sono intervenuti. Un grazie particolare va a Paola Rolletta per aver descritto, attraverso il libro “In viaggio con il mio violino” l’affascinante mondo di Stephane Grappelli e il suo rapporto con la terra da cui discende, Alatri.
L'ALBUMOscar Peterson-Stephane Grappelli quartet è un doppio album registrato il 22 e 23 febbraio del 1973 a Parigi per la Disque Festival, una etichetta satellite della francese Musidisc Europe. Nel 1979 esce una nuova edizione a cura dalla Decca Rercords of France (la Decca è stata la casa discografica di Grappelli). La veste grafica rimane la stessa ma con l’aggiunta di note di copertina, praticamente assenti nella pubblicazione precedente. Nel 2000 il materiale inciso viene raccolto in due Cd distinti, “Jazz in Paris Vol 1, Jazz in Paris Vol 2”, pubblicati dalla Universal e distribuiti anche in Italia. Rispetto alle incisioni originarie mancano i brani: “My heart stood still” e “Let’s Fall in Love”
COME VENNE REALIZZATO
Siamo agli inizi del 1973. Stephane Grappelli si accingeva a compiere i 50 anni di carriera. Bernard Lion, all’epoca direttore artistico della ORTF, la TV francese, aveva in animo di dedicare al violinista un programma televisivo celebrativo. L'idea prevedeva il coinvolgimento di Duke Ellington, Bill Coleman, e del violinista classico Yehudi Menhuin. Purtroppo gli impegni di questi musicisti non consentirono di programmare con certezza le date della trasmissione. Venne in aiuto di Bernard Lion Oscar Peterson, il quale fu contentissimo di partecipare alla festa per i 50 anni di carriera dell’amico Stephane. Fra l’altro Lion aveva sempre sognato di avere il pianista canadese ospite di un suo spettacolo. Peterson arrivo a Parigi accompagnato dal fido il contrabbassista Niels Henning Orsted Pedersen, fatto venire apposta dalla Danimarca. Per la batteria non ci furono problemi, Kenny Clarke risiedeva in Francia già dal 1965 e fu felicissimo di essere della partita. In tre giorni fu realizzata la trasmissione ed incise le tracce per l'album.
I DISCHI SUL PIATTO
Furono registrati quindici brani distribuiti nei due vinili. Alcuni di essi sono reinterpretazioni di canzoni presenti in musical scritti fra la fine degli anni '20 e l'inizio dei '30, come Makin’ Whopee, Thou Swell, Looking at You. Altri sono brani di colonne sonore: The Folks Who Live on The Hill, ad esempio. Una bellissima ballad in cui si esibiscono in duo Peterson e Grappelli. Non manca un blues improvvisato per l’occasione, Blues for Musidisc, a cui si aggiungono degli standard, Autumn Leaves e If I Had You . Molto particolari sono, l’altra esecuzione in duo, Flamingo, brano composto da Ted Grouya per l’orchestra di Duke Ellington, e Il pezzo di apertura, Them There Eyes, un classico del repertorio del Django Reinhardt et le Quintette du Hot Club de France. Il mitico gruppo di soli strumentisti a corde, fondato dal chitarrista manooche di origine belga, con l'amico fraterno Stephane, che spopolò in tutto il mondo. Ensemble composto, oltre che da Grappelli, dagli altri due chitarristi Joseph Reinhardt, fratello di Django, e Roger Chaput, poi sostituito da Eugène Vèes, e dal contrabbassista Roger Grasset.
L’ascolto di questi quindici brani sorprende, non tanto per la straordinaria tecnica emergente nei brani veloci, il fraseggio di Peterson e quello di Grappelli sono proverbiali in questo senso, ma soprattutto per la coinvolgenre sensibilità armonica e finezza esecutiva delle ballad. Un chiaro esempio di come Oscar Peterson sia pianista eccelso non solo negli arpeggi velocissimi e nelle tambureggianti pressioni ritmiche della mano sinistra, ma anche per le affascinanti armonizzazioni che riesce ad imbastire nel corso delle sue improvvisazioni più introspettive. Ugualmente Kenny Clarke, il batterista inventore del drumming al fulmicotone caratterizzante la ritmica Be Bop, qui mostra tutta la sua finezza cromatica nell’uso delle spazzole, così come acquisito in anni di frequentazione dei gruppi cool, dal nonetto di Miles Davis, con il quale, per l’appunto, ha inciso The Birth of The Cool, al Modern Jazz Quartet di Milt Jackson e John Lewis. Grappelli è immenso nelle linee melodiche che riesce ad intrecciare con Peterson, sia nelle ballad che nei pezzi velocissimi dove non credo sia esagerato intravedere un precursore del fraseggio Be Bop di Parker e compagni. Il tutto viene tenuto insieme dall’incedere swing e metronomico di Niels Pedersen, incisivo, come sempre anche negli assoli e nei rientri mozzafiato in quattro.
Di seguito pubblichiamo il brano Them There Eyes nella versione del Quintette du Hot Club de France ed in quella che apre il disco di Oscar Peterson e Stephane Grappelli. Vi assicuro che il confronto è molto stimolante.
Buon ascolto.