Nei sondaggi il PD renziano è ai minimi storici, ben sotto la soglia del 25% raggiunta nelle elezioni del 2013. Dopo aver passato quattro anni a realizzare le promesse di Berlusconi (art. 18, buona scuola, revisione della Costituzione, etc.), dalla sconfitta referendaria del dicembre 2016 a oggi per il PD è stata tutta una discesa, aggravata dal continuismo politico di Gentiloni, dall’uscita di Bersani, dalle vicende della famiglia Boschi, etc.
Il tesseramento è ai minimi, segno che i quadri intermedi riformisti stanno voltando le spalle all’ex Rottamatore.
Renzi è stretto alle corde da M5S, dalla formazione elettorale dei socialdemocratici di Grasso e D’Alema, dalle destre e dall’astensionismo di massa. Nonostante abbia varato una legge elettorale truffaldina e antidemocratica, non ha più collegi sicuri. Perderà le elezioni in modo pesante e si accentuerà la crisi dell’ormai debole partito che domina assieme alla banda dei suoi fedelissimi.
Potrà Renzi in queste condizioni andare al governo assieme a Berlusconi, per di più in condizioni di inferiorità politica? Sarebbe il definitivo tracollo del PD, una delle colonne portanti per i progetti politici della borghesia.
L’eterogenea matrioska berlusconiana, che oltre ai vecchi papponi democristiani contiene elementi fascisti e razzisti, con la Lega a svolgere il ruolo di punta nella mobilitazione reazionaria delle masse, sta infatti guadagnando terreno, anche se difficilmente raggiungerà la percentuale del 40% per governare da sola.
La situazione apre maggiori spazi elettorali al confuso populismo del M5S, che nel pantano politico esistente si confermerà primo partito.
L’amerikano Di Maio cerca di prendere il posto di Renzi e mira a farsi dare l’incarico per formare il governo, alleandosi con cani e porci pur di garantire gli interessi di padroni e banche.
Il fatto che nessuno schieramento politico avrà la maggioranza per dar vita a un nuovo governo crea seri problemi ai circoli dominanti.
Tutto lascia pensare che l’Italia si avvierà verso una situazione di maggiore instabilità politica e conflittualità sociale.
Non sarà facile per la borghesia, priva di una classe dirigente purchessia, mettere in piedi un esecutivo con cui continuare a massacrare la classe lavoratrice.
Meglio così, se il proletariato saprà approfittare della situazione, non andando a votare per la falsa democrazia dei padroni, ma accrescendo la sfiducia di massa nei confronti delle istituzioni borghesi.
Mattarella dice che contro l’astensionismo ci vogliono “proposte comprensibili e realistiche”. Quelle presentate da tutti i partiti borghesi e piccolo borghesi però non possono che aumentare la diffidenza delle masse, E semmai ci fosse fra questi partiti qualche velleità di cambiamento ci penserà la troika UE-BCE-FMI a ricordare i vincoli di bilancio, mettendoli in riga.
A livello elettorale la sola possibilità di opposizione che abbiamo è rifiutare il voto e avanzare nel processo di riorganizzazione di classe, perchè non è possibile continuare a vivere nello stato di continuo arretramento e di disarmo in cui opportunisti e populisti ci vogliono far marcire.
Dobbiamo sfruttare la fase di instabilità per costruire il partito indipendente e rivoluzionario del proletariato e mettersi alla testa delle lotte che inevitabilmente si produrranno per indirizzarle verso la conquista del governo degli operai e degli altri lavoratori sfruttati.
Questo è il compito principale dei proletari avanzati, e non certo quello di mettersi al carro della piccola borghesia che vorrebbe riformare la società attuale togliendo alla classe sfruttata ogni tentazione rivoluzionaria.
Da Scintilla n. 85 – gennaio 2018