Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

martedì 6 aprile 2021

IL PNRR DI DRAGHI – Riusciranno Draghi & Franco a imporre il loro piano? – E’ mancato il dibattito democratico nel Paese

 Presidio Europa http://www.presidioeuropa.net/




…  mancano 24 giorni …

ENTRO IL 30 APRILE IL GOVERNO DEVE CONSEGNARE IL PNRR ALL’UNIONE EUROPEA

Il Dossier PNRR in inglese annunciato dal Ministro Franco è disponibile su PresidioEuropa


È passato poco meno di un anno da quando l’Unione Europea promise un piano speciale per rilanciare le economie degli Stati Membri sinistrate dalla pandemia COVID-19.

I Regolamenti che contengono gli obiettivi e le regole del NextGenerationEU sono stati proposti dalla Commissione europea e il Consiglio e il Parlamento europei li hanno approvati nel febbraio 2021.

Nei piani alti del potere politico/finanziario/industriale c’è attesa ed entusiasmo per il salvifico piano, mentre nei piani bassi la gran parte dei cittadini, del tutto disinformati e manipolati da una comunicazione contraddittoria non riesce proprio ad immaginare quali risultati potrà dare il PNRR – Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza al loro futuro.

Le voci critiche dei cittadini impegnati sono da tempo zittite.

Mancano oggi solo più 24 giorni al 30 aprile quando il Governo dovrà consegnare alla Commissione europea il suo PNRR per agguantare i fondi europei promessi dalla UE per circa 200 miliardi di €.

Riusciranno Draghi & Franco a imporre il loro piano? Ricordiamo che l’Art. 18 del Regolamento (UE) 2021/241 indica tale scadenza e precisa soprattutto che il PNRR, per assicurare all’Italia il finanziamento della UE, dev’essere debitamente motivato e giustificato e deve indicare, per ogni progetto, come sono rispettate le 20 rigorose condizioni.

Ma vi sono altri impegni da rispettare ancora più stringenti rappresentate dalle 10 Regole contenute nel Regolamento (UE) 2021/241 all’art. 24 “concernenti il pagamento, la sospensione e la risoluzione degli accordi riguardanti i contributi finanziari e i prestiti”.

Sono note le difficoltà per l’Italia[1] di spendere i circa 200 miliardi e c’è il forte rischio che i fondi siano sperperati per fare ponti di messina, altre Grandi Opere Inutili e Imposte come la Torino-Lione, e addirittura l’ammodernamento e il rinnovamento dello strumento militare.

Ma a che punto è dunque la redazione del PNRR? Il Governo Draghi ha ereditato e fatto sua la bozza del 12 Gennaio 2021 del Governo Conte 2, che peraltro non contiene  il dettaglio dei progetti così come richiesto dalla Commissione europea, e ha affidato al ministro Franco la sua evoluzione in salsa draghiana.

Il cambio di Governo ha rallentato di circa due mesi la messa a punto del PNRR, e soprattutto, a differenza delle intenzioni manifestate da Conte, il Governo Draghi non ha lanciato un dibattito all’interno del Paese per una “redazione partecipata” del PNRR.

Questo dibattito avrebbe dovuto essere organizzato proprio dal Governo intorno a questo cruciale tema per orientare le sue scelte in modo equo e rispettoso delle fasce deboli della popolazione.

La cosiddetta partecipazione si è limitata nella consegna da parte dei portatori di interesse al Parlamento di 295 memorie e 65 audizioni. Queste non hanno avuto l’attenzione dei media, non sono riuscite ad accendere un vero dibattito nel Paese, né sono state seguite da rivendicazioni o “vertenze” sindacali.

Il ministro dell’economia Daniele Franco nella sua audizione alla Camera dell’8 marzo ha annunciato la consegna al Parlamento di un dossier di 486 pagine redatto in inglese (di autore ignoto) per dare modo agli eletti di farsi un’idea del PNRR. I più sospettosi pensano che la sua redazione sia farina di società di consulenza estere.

Di questa consegna non se ne trova tuttavia traccia nei siti ufficiali del Governo e del Parlamento, due quotidiani, Il Fatto Quotidiano Il Sole 24 Ore il 14 marzo ne hanno dato notizia, senza tuttavia dare ai lettori interessati la possibilità di accedere a questo dossier.

PresidioEuropa svolge da oltre 11 anni un servizio pubblico di informazione, pubblicando dati e notizie che non circolano nei media mainstream. Confermando questa tradizione mettiamo a disposizione questo Dossier PNRR Franco in inglese e la sintesi in italiano.

Il voluminoso dossier Franco (di 486 pagine) in inglese è stato utilizzato dai Deputati e dai Senatori, grazie alla sintesi in italiano (di 58 pagine), per dibattere nelle varie Commissioni il PNRR datato 12 Gennaio 2021.

Al termine di questi lavori, le due aule hanno approvato, il 31 marzo la Camera e il 1° aprile il Senato, due diverse Risoluzioni che, non avendo la caratteristica di una legge delega, offrono di fatto al Governo ampia libertà di decidere quali progetti entreranno a far parte del PNRR da consegnare il 30 aprile alla Commissione europea.

A questo punto, crediamo che il Governo debba presentare pubblicamente la sua bozza di PNRR lanciando un adeguato dibattito nel Paese prima ancora di chiedere il voto al Parlamento sulle sue scelte la vigilia del 30 aprile … l’Europa accetterà sicuramente il ritardo di qualche settimana.

Nota (1) Questo autorevole studio documenta le difficoltà degli Stati Membri ad utilizzare i fondi del NGEU: Will European Union countries be able to absorb and spend well the bloc’s recovery funding?


Documentazione : Il Dossier PNRR “Franco”, marzo 2021

Il Dossier è composto da una Sintesi e da 6 Note redatte in inglese (486 pagine), ed è stato inviato al Parlamento a metà marzo 2021.

Sintesi Note tecniche PNRR 15 marzo 2021 (pagine 58)

Nota M1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura  9 marzo 2021 (126 pagine)

Nota M2 Parte 1 – Rivoluzione verde e transizione ecologica 9 marzo 2021 (40 pagine)

Nota M2 Parte 2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica 9 marzo 2021 (40 pagine)

Nota M2 Parte 3 – Rivoluzione verde e transizione ecologica 9 marzo 2021 (54 pagine)

Nota M3 Parte 1 – Infrastrutture per una mobilità sostenibile 9 marzo 2021 (25 pagine)

Nota M3 Parte 2 – Infrastrutture per una mobilità sostenibile 9 marzo 2021 (15 pagine)

Nota M3 Parte 3 – Infrastrutture per una mobilità sostenibile 9 marzo 2021 (10 pagine)

Nota M4 Parte 1 – Istruzione e Ricerca  7 marzo 2021 (26 pagine)

Nota M4 Parte 2 – Istruzione e Ricerca  7 marzo 2021 (27 pagine)

Nota M5 – Inclusione e Coesione  7 marzo 2021 (72 pagine)

Nota M6 – Parte 1 – Salute   7 marzo 2021 (26 pagine)

Nota M6 – Parte 2 – Salute  7 marzo 2021 (25 pagine)

domenica 4 aprile 2021

Pace e verità storica, così il Comune di Frosinone difende i carnefici.

 Luciano Granieri

Si apprende che il consiglio comunale di Frosinone il 31  marzo ed il 1 aprile,anziché discutere dello stato fatiscente degli istituti scolastici, anziché analizzare la situazione finanziaria disastrosa, nonostante i drammatici tagli inflitti ai servizi per i  cittadini, approva due documenti (una delibera ed una mozione) di ampio respiro storico ed internazionale, forse.

La mozione  impegna il sindaco e la giunta a diffondere la conoscenza nelle scuole dei tragici eventi delle foibe. Nella delibera, per una sorta di compensazione, lo stesso consiglio comunale adotta le definizioni di antisemitismo, formulate   dall’agenzia internazionale IHRA (Alleanza Internazionale per la memoria dell’Olocausto), come strumento concreto nella lotta all’antisemitismo. Ciò a seguito della partecipazione del Comune di Frosinone, attraverso l’assessore Mastrangeli, ad un evento tenuto in videoconferenza in cui sono state spiegate tali definizioni agli enti locali italiani  dall’ International Holocaust Remembrance Alliance.  Anche questa iniziativa è nata dal coinvolgimento di una scuola, in particolare a seguito della visita del sindaco Ottaviani, accompagnato dall’esponente dell’associazione "Amici di Israele" Luigi Yitzhak Diamanti, presso l’Istituto Turriziani durante il giorno della memoria. 

Un'elemento subdolo ed odioso caratterizza i due documenti: La difesa del carnefice. Nel primo, attraverso la distorsione storica di un evento terribile come quello delle foibe, estirpato completamente dal contesto in cui è maturato. Nel secondo, attraverso degli assunti che strumentalizzano  la lotta all’antisemitismo per giustificare le politiche oppressive del governo d’Israele contro i Palestinesi.

Non avevamo dubbi sul protagonismo del sindaco sul governo della città, ma estendere tale protagonismo attraverso  impropri  e inopportuni, quanto mistificanti,  interventi su fatti storici e internazionali è veramente troppo.


Se proprio il sindaco e la giunta  devono promuovere  progetti per divulgare nelle scuole informazioni sulle Foibe suggerirei a chi verrà incaricato di tale operazione di ricordare agli studenti che i primi ad indicare le foibe come luogo di sepoltura dei perseguitati fu il ministro fascista dei lavori pubblici Giuseppe Coboldi Gigli. Questi nel 1927 scrisseLa musa istriana ha chiamato con il nome di foibe quel luogo degno per la sepoltura di quelli che nella provincia dell'Istria danneggiano le caratteristiche nazionali (italiane) dell'Istria" . Lo zelante ministro aggiungerà a ciò anche dei versi di minacciose poesie, in dialetto: "A Pola xe arena, Foiba xe a Pizin" ("A Pola c'è l'arena, a Pazina le foibe"). Ma evidentemente ai versi seguirono i fatti. Il quotidiano “Il piccolo” di Trieste riporta la testimonianza di un ebreo Raffaele Camerini destinato  ai lavori forzati in Istria. Alla vigilia della sconfitta italiana nel 1943 una delle sue mansioni peggiori era quella di prendere i cadaveri degli antifascisti uccisi, buttarli nelle foibe istriane e cospargere i loro corpi con la calce viva.

 E comunque suggeriamo ai valenti storici che saranno incaricati di diffondere la verità di leggersi l’articolo di Predrag Matvejevic che potranno trovare cliccando  su  https://aut-frosinone.blogspot.com/2019/02/predrag-matvejevic-le-foibe-e-i-crimini.html,così tanto per stabilire una verità storica vera.

In relazione alla delibera sull’Olocausto, pubblichiamo di seguito un appello molto interessante di professori, giornalisti ed intellettuali, pubblicato sul giornale "The Guardian" nella quale si spiega bene di che cosa si parla quando si definisce, nel documento dell’IHRA, il diritto all’autodeterminazione dello Stato d’Israele.

Tutto ciò a dimostrazione che il sindaco e la sua giunta, impastati come sono di tare ideologiche, fanno quasi più danni quando non si occupano della città che quando pensano alle fontane danzanti. E poi un appello. Sindaco e assessori, per favore occupatevi delle scuole solo per la manutenzione degli edifici e per i servizi connessi, lasciate perdere di indottrinare gli studenti che forse neanche desiderano di essere indottrinati da voi.



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I diritto dei Palestinesi e la definizione di antisemitismo dell’IHRA.

Lettera inviata al “The Guardian”

Un gruppo di 122   accademici arabi  palestinesi, intellettuali e giornalisti esprimono la loro preoccupazione sulle definizioni dell’IHRA.

I sottoscritti accademici arabi e palestinesi, giornalisti ed intellettuali esprimono il loro punto di vista rispetto alla definizione di antisemitismo assunta dall’ IHRA  (International Holocaust Remembrance Alliance) e il modo in cui questa definizione è applicata, interpretata e diffusa in diversi Paesi d’Europa e in Nord America.

In anni recenti la lotta all’antisemitismo è stata sempre più strumentalizzata dal governo di Israele e i suoi sostenitori, in uno sforzo teso a delegittimare la causa palestinese e zittire i difensori dei diritti dei Palestinesi. Distorcendo  il necessario contrasto all’antisemitismo e usarlo come una minaccia con il risultato di svilirlo, quindi screditarlo ed indebolirlo.

L’antisemitismo va smascherato e combattuto.  Senza ipocrisia nessuna espressione di odio contro gli ebrei, in quanto  ebrei, può essere tollerata ovunque nel mondo. L’antisemitismo si manifesta con ampie generalizzazioni e stereotipi  sugli ebrei, relative al potere e alla ricchezza in particolare, attraverso le quali si sono diffuse teorie cospirazioniste  e negazioniste sull’Olocausto. Riteniamo legittima e necessaria la lotta contro tali atteggiamenti.  Riteniamo altresì che la lezione dell’Olocausto, così come di altri genocidi dei tempi moderni, debba costituire una forte elemento d’educazione per le nuove generazioni contro ogni forma di pregiudizi e odi razziali.

Il contrasto all’antisemitismo va ovviamente affrontato secondo principi rigorosi altrimenti se ne indebolisce lo scopo. Le definizioni dell’IHRA fondono il giudaismo con il sionismo, presumendo che tutti gli Ebrei sono sionisti e che lo stato d’Israele, nella sua conformazione attuale, incarna l’autodeterminazione degli Ebrei. Noi siamo profondamente in disaccordo con questa visione. Il contrasto all’antisemitismo, non può trasformarsi i uno stratagemma per delegittimare la lotta contro l’oppressione dei Palestinesi, la negazione dei loro diritti e la continua occupazione delle loro terre. Riteniamo i  principi  che seguono fondamentali a tale riguardo:

1 La lotta contro l’antisemitismo deve inserirsi nel quadro delle leggi internazionali sui diritto umani, dovrebbe essere parte integrante del contrasto ad ogni forma di razzismo e xenofobia  compresa l’islamfobia  e il razzismo anti-arabo e anti-palestinese. Lo scopo di questa lotta è di garantire la libertà e l’emancipazione dello popolazioni oppresse, ma è profondamente distorta quando viene usata in difesa di uno Stato oppressivo e predatore.

2 C’è una profonda differenza fra le condizioni in cui gli Ebrei sono stati  perseguitati, oppressi e sterminati come minoranza da regimi o gruppi antisemiti, e la condizione in cui l’autodeterminazione della popolazione ebrea in Palestina/Israele si manifesta sotto forma di uno Stato etnico assolutista e territorialmente espansionista. Così come oggi costituito  lo Stato d’Israele è nato  sullo sradicamento della stragrande maggioranza degli indigeni – quello che gli Arabi  e i Palestinesi chiamano Nakba- e sull’oppressione di  quei nativi che ancora vivono nei territori della Palestina storica, considerati come cittadini di seconda classe o persone sotto occupazione negando loro il diritto all’autodeterminazione.

3 La definizione di antisemitismo dell’IHRA, e i conseguenti  provvedimenti legali adottati in diversi Paesi,  sono indirizzati principalmente contro i gruppi di sinistra attivi per i diritti umani, che sostengono i diritti dei Palestinesi e la campagna  BDS , Boycott Divestment and Sanctions,non considerando  che la vera  minaccia contro gli ebrei  proviene dai movimenti nazionalisti bianchi di destra, europei ed americani.  La rappresentazione della campagna BDS come antisemita è una grossolana distorsione di ciò che realmente è, cioè un mezzo fondamentalmente legittimo di lotta  non violenta per i diritti dei Palestinesi.

4 La parte della definizione dell’IHRA  secondo cui è un esempio di antisemitismo “negare al popolo ebraico il diritto di autodeterminazione, ad esempio affermando  l’esistenza di uno Stato d’Israele come  un’entità   razzista”, è piuttosto strano. Non è un reato riconoscere che,  sotto le leggi internazionali,  l’attuale Stato d’Israele  è una potenza occupante da  oltre mezzo secolo,  come riconosciuto dai Paesi in cui vengono affermate le definizioni dell’IHRA. Non è un reato valutare se questo diritto di autodeterminazione  includa la facoltà di creare una maggioranza ebraica e se debba essere affiancata  dalla  negazione dei diritti dei Palestinesi. Inoltre la definizione dell’IHRA identifica come potenzialmente antisemite tutte le visioni non sioniste del futuro dello Stato israeliano, come la difesa di uno Stato binazionale, o democratico laico che si occupa dei propri cittadini allo stesso modo. Un autentico sostegno al principio del diritto del popolo all’autodeterminazione non può escludere la nazione palestinese  o altre entità.

5 Riteniamo che nessun diritto all’autodeterminazione potrà includere il diritto di  sradicare altri popoli dalle loro terre e proibire loro di ritornarvi, o esercitare qualsiasi altro mezzo per assicurarsi una maggioranza etnica all’interno dello Stato. La richiesta dei Palestinesi del loro diritto di tornare nella terra da cui loro stessi, i loro genitori e nonni sono stati espulsi, non può essere interpretata come antisemita. Il fatto che una tale richiesta crei ansia fra gli Israeliani, non prova che sia ingiusta, né antisemita. E’ un diritto riconosciuto dalle leggi internazionali così come rappresentato dalla risoluzione 194 del 1948 emessa dall’Assemblea Generale della Nazioni Unite.

6  Lanciare  l’accusa di antisemitismo contro chiunque consideri l’attuale Stato d’Israele come razzista, nonostante l’effettiva discriminazione istituzionale e costituzionale  su cui si basa, equivale a garantire ad Israele l’impunità assoluta. Israele può così deportare i suoi cittadini palestinesi, o revocare loro la cittadinanza, o negare loro il diritto di voto, ed essere comunque immune  dall’accusa di razzismo. La definizione dell’IHRA, e il modo in cui sono state impiegate, vietano qualsiasi discussione sullo Stato israeliano in quanto basato sulla discriminazione etnico-religiosa, violando in tal modo la giustizia elementare e le norme fondamentali dei diritti umani e del diritto internazionale.

7  Riteniamo che il principio di giustizia richieda il pieno sostegno del diritto dei Palestinesi all’autodeterminazione, compresa la richiesta, riconosciuta a livello internazionale, di porre fine all’occupazione dei loro territori, all’apolidia e alle privazioni inflitte ai rifugiati palestinesi. La soppressione dei diritti dei Palestinesi, nelle definizioni dell’IHRA, tradisce un atteggiamento che sostiene il privilegio degli Ebrei in Palestina, invece dei diritti degli Ebrei, e la supremazia ebraica sui palestinesi, invece della sicurezza ebraica. Crediamo che i valori e i diritti umani siano indivisibili e che la lotta all’antisemitismo debba andare di pari passo con la lotta,a nome di tutti i popoli e gruppi oppressi,  per la dignità, l’uguaglianza e l’emancipazione.

Samir Abdallah
Filmmaker, Paris, France
Nadia Abu El-Haj
Ann Olin Whitney Professor of Anthropology, Columbia University, USA
Lila Abu-Lughod
Joseph L Buttenwieser Professor of Social Science, Columbia University, USA
Bashir Abu-Manneh
Reader in Postcolonial Literature, University of Kent, UK
Gilbert Achcar
Professor of Development Studies, SOAS, University of London, UK
Nadia Leila Aissaoui
Sociologist and Writer on feminist issues, Paris, France
Mamdouh Aker
Board of Trustees, Birzeit University, Palestine
Mohamed Alyahyai
Writer and novelist, Oman
Suad Amiry
Writer and Architect, Ramallah, Palestine
Sinan Antoon
Associate Professor, New York University, Iraq-US
Talal Asad
Emeritus Professor of Anthropology, Graduate Center, CUNY, USA
Hanan Ashrawi
Former Professor of Comparative Literature, Birzeit University, Palestine
Aziz Al-Azmeh
University Professor Emeritus, Central European University, Vienna, Austria
Abdullah Baabood
Academic and Researcher in Gulf studies, Oman
Nadia Al-Bagdadi
Professor of History, Central European University, Vienna
Sam Bahour
Writer, Al-Bireh/Ramallah, Palestine
Zainab Bahrani
Edith Porada Professor of Art History and Archaeology, Columbia University, USA
Rana Barakat
Assistant Professor of History, Birzeit University, Palestine
Bashir Bashir
Associate Professor of Political Theory, Open University of Israel, Raanana, State of Israel
Taysir Batniji
Artist-Painter, Gaza, Palestine and Paris, France
Tahar Ben Jelloun
Writer, Paris, France
Mohammed Bennis
Poet, Mohammedia, Morocco
Mohammed Berrada
Writer and Literary Critic, Rabat, Morocco
Omar Berrada
Writer and Curator, New York, USA
Amahl Bishara
Associate Professor and Chair, Department of Anthropology, Tufts University, USA
Anouar Brahem
Musician and Composer, Tunisia
Salem Brahimi
Filmaker, Algeria-France
Aboubakr Chraïbi
Professor, Arabic Studies Department, INALCO, Paris, France
Selma Dabbagh
Writer, London, UK
Izzat Darwazeh
Professor of Communications Engineering, University College London, UK
Marwan Darweish
Associate Professor, Coventry University, UK
Beshara Doumani
Mahmoud Darwish Professor of Palestinian Studies and of History, Brown University, USA
Haidar Eid
Associate Professor of English Literature, Al-Aqsa University, Gaza, Palestine
Ziad Elmarsafy
Professor of Comparative Literature, King’s College London, UK
Noura Erakat
Assistant Professor, Africana Studies and Criminal Justice, Rutgers University, USA
Samera Esmeir
Associate Professor of Rhetoric, University of California, Berkeley, USA
Khaled Fahmy
FBA, Professor of Modern Arabic Studies, University of Cambridge, UK
Ali Fakhrou
Academic and writer, Bahrain
Randa Farah
Associate Professor, Department of Anthropology, Western University, Canada
Leila Farsakh
Associate Professor of Political Science, University of Massachusetts Boston, USA
Khaled Furani
Associate Professor of Sociology & Anthropology, Tel-Aviv University, State of Israel
Burhan Ghalioun
Emeritus Professor of Sociology, Sorbonne 3, Paris, France
Asad Ghanem
Professor of Political science, Haifa University, State of Israel
Honaida Ghanim
General Director of the Palestinian forum for Israeli Studies Madar, Ramallah, Palestine
George Giacaman
Professor of Philosophy and Cultural Studies, Birzeit University, Palestine
Rita Giacaman
Professor, Institute of Community and Public Health, Birzeit University, Palestine
Amel Grami
Professor of Gender Studies, Tunisian University, Tunis
Subhi Hadidi
Literary Critic, Syria-France
Ghassan Hage
Professor of Anthropology and Social theory, University of Melbourne, Australia
Samira Haj
Emeritus Professor of History, CSI/Graduate Center, CUNY, USA
Yassin Al-Haj Saleh
Writer, Syria
Dyala Hamzah
Associate Professor of Arab History, Université de Montréal, Canada
Rema Hammami
Associate Professor of Anthropology, Birzeit University, Palestine
Sari Hanafi
Professor of Sociology, American University of Beirut, Lebanon
Adam Hanieh
Reader in Development Studies, SOAS, University of London, UK
Kadhim Jihad Hassan
Writer and translator, Professor at INALCO-Sorbonne, Paris, France
Nadia Hijab
Author and human rights advocate, London, UK
Jamil Hilal
Writer, Ramallah, Palestine
Serene Hleihleh
Cultural Activist, Jordan-Palestine
Bensalim Himmich
Academic, novelist and writer, Morocco
Khaled Hroub
Professor in Residence of Middle Eastern Studies, Northwestern University, Qatar
Mahmoud Hussein
Writer, Paris, France
Lakhdar Ibrahimi
Paris School of International Affairs, Institut d’Etudes Politiques, France
Annemarie Jacir
Filmmaker, Palestine
Islah Jad
Associate Professor of Political Science, Birzeit University, Palestine
Lamia Joreige
Visual Artist and Filmaker, Beirut, Lebanon
Amal Al-Jubouri
Writer, Iraq
Mudar Kassis
Associate Professor of Philosophy, Birzeit University, Palestine
Nabeel Kassis
Former Professor of Physics and Former President, Birzeit University, Palestine
Muhammad Ali Khalidi
Presidential Professor of Philosophy, CUNY Graduate Center, USA
Rashid Khalidi
Edward Said Professor of Modern Arab Studies, Columbia University, USA
Michel Khleifi
Filmmaker, Palestine-Belgium
Elias Khoury
Writer, Beirut, Lebanon
Nadim Khoury
Associate Professor of International Studies, Lillehammer University College, Norway
Rachid Koreichi
Artist-Painter, Paris, France
Adila Laïdi-Hanieh
Director General, The Palestinian Museum, Palestine
Rabah Loucini
Professor of History, Oran University, Algeria
Rabab El-Mahdi
Associate Professor of Political Science, The American University in Cairo, Egypt
Ziad Majed
Associate Professor of Middle East Studies and IR, American University of Paris, France
Jumana Manna
Artist, Berlin, Germany
Farouk Mardam Bey
Publisher, Paris, France
Mai Masri
Palestinian filmmaker, Lebanon
Mazen Masri
Senior Lecturer in Law, City University of London, UK
Dina Matar
Reader in Political Communication and Arab Media, SOAS, University of London, UK
Hisham Matar
Writer, Professor at Barnard College, Columbia University, USA
Khaled Mattawa
Poet, William Wilhartz Professor of English Literature, University of Michigan, USA
Karma Nabulsi
Professor of Politics and IR, University of Oxford, UK
Hassan Nafaa
Emeritus Professor of Political science, Cairo University, Egypt
Nadine Naber
Professor, Deptartment of Gender and Women’s Studies, University of Illinois at Chicago, USA
Issam Nassar
Professor, Illinois State University, USA
Sari Nusseibeh
Emeritus Professor of Philosophy, Al-Quds University, Palestine
Najwa Al-Qattan
Emeritus Professor of History, Loyola Marymount University, USA
Omar Al-Qattan
Filmmaker, Chair of The Palestinian Museum & the A.M.Qattan Foundation, UK
Nadim N Rouhana
Professor of International Affairs, The Fletcher School, Tufts University, USA
Ahmad Sa’adi
Professor, Haifa, State of Israel
Rasha Salti
Independent Curator, Writer, Researcher of Art and Film, Germany-Lebanon
Elias Sanbar
Writer, Paris, France
Farès Sassine
Professor of Philosophy and Literary Critic, Beirut, Lebanon
Sherene Seikaly
Associate Professor of History, University of California, Santa Barbara, USA
Samah Selim
Associate Professor, A, ME & SA Languages & Literatures, Rutgers University, USA
Leila Shahid
Writer, Beirut, Lebanon
Nadera Shalhoub-Kevorkian
Lawrence D Biele Chair in Law, Hebrew University, State of Israel
Anton Shammas
Professor of Comparative Literature, University of Michigan, Ann Arbor, USA
Yara Sharif
Senior Lecturer, Architecture and Cities, University of Westminster, UK
Hanan Al-Shaykh
Writer, London, UK
Raja Shehadeh
Lawyer and Writer, Ramallah, Palestine
Gilbert Sinoué
Writer, Paris, France
Ahdaf Soueif
Writer, Egypt/UK
Mayssoun Sukarieh
Senior Lecturer in Development Studies, King’s College London, UK
Elia Suleiman
Filmmaker, Palestine-France
Nimer Sultany
Reader in Public Law, SOAS, University of London, UK
Jad Tabet
Architect and Writer, Beirut, Lebanon
Jihan El-Tahri
Filmmaker, Egypt
Salim Tamari
Emeritus Professor of Sociology, Birzeit University, Palestine
Wassyla Tamzali
Writer, Contemporary Art Producer, Algeria
Fawwaz Traboulsi
Writer, Beirut Lebanon
Dominique Vidal
Historian and Journalist, Palestine-France
Haytham El-Wardany
Writer, Egypt-Germany
Said Zeedani
Emeritus Associate Professor of Philosophy, Al-Quds University, Palestine
Rafeef Ziadah
Lecturer in Comparative Politics of the Middle East, SOAS, University of London, UK
Raef Zreik
Minerva Humanities Centre, Tel-Aviv University, State of Israel
Elia Zureik
Professor Emeritus, Queen’s University, Canada