Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

martedì 15 febbraio 2022

TARI FROSINONE. E' POSSIBILE RICHIEDERE I RIMBORSI.

 Collettivo Politico Rigenerare Frosinone



Sabato 19 febbraio alle ore 11,30, presso P.le Vittorio Veneto a Frosinone, il Collettivo Politico Rigenerare Frosinone invita organi d’informazione, movimenti ed associazioni alla conferenza stampa indetta per illustrare il prosieguo della vicenda TARI di Frosinone. 

Come si ricorderà, se qualcuno lo ricorderà, con sentenza n.358/2020 del 9 novembre 2020, la Commissione Tributaria Provinciale di Frosinone accoglieva il ricorso di un cittadino che aveva corrisposto solo il 20% della TARI, perché il servizio era stato svolto in grave difformità rispetto alla disciplina di riferimento, come previsto dall’art 24 del regolamento comunale in merito alle riduzioni per inferiori livelli di prestazioni del servizio. Nel caso specifico si trattava del mancato raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata, così come stabilito dal DPR 158, aggiornato nell’art 205 del codice per l’ambiente. Per gli anni contestati, 2016, 2017, 2018, il risultato conseguito nei livelli di raccolta differenziata era notevolmente inferiore rispetto alla norma come certificato dai dati ISPRA. 

A dire il vero questa difformità preesisteva sin dal 2010, coinvolgendo anche le amministrazioni precedenti. In sostanza per otto anni, dal 2010 al 2018, i cittadini di Frosinone hanno pagato una tariffa non corrispondente al servizio erogato, con una maggiorazione arbitraria ed illegale pari all’80%. 

A seguito di questo pronunciamento, il Collettivo Politico Rigenerare Frosinone, in collaborazione con le associazioni Oltre l’Occidente, Rigenesi e il sindacato USB, organizzava una campagna per consentire a tutti i cittadini di richiedere all’Ente il rimborso dell’80% della tariffa erogato ingiustamente, così come sancito dalla sentenza 358/2020. 

Fra timori e titubanze, diversi frusinati hanno aderito. E gli sviluppi sono stati ugualmente eclatanti. Con sentenza 33/2022 del 15/12/2021 la Commissione Tributaria Provinciale di Frosinone accoglieva il ricorso presentato da uno di questi cittadini, condannando il Comune al rimborso dell’80% dei tributi versati per gli anni 2016-2017-2018. 

In base a queste sentenze il Collettivo Politico Rigenerare Frosinone invita tutti cittadini a seguire l’esempio e a perseverare nel richiedere il rimborso di una tariffa decisa, non in base alla reale qualità del servizio svolto,  ma frutto di accordi fra amministratori locali ed enti erogatori privati, alla cui base sicuramente non sta l’interesse della cittadinanza. 

In occasione della conferenza stampa verranno spiegate le modalità per richiedere il rimborso.

Collettivo Politico Rigenerare Frosinone.

lunedì 14 febbraio 2022

Non vi sembrano troppo alti i costi da pagare all'Atlantismo e all'ordoliberismo europeo?

 Luciano Granieri



Le domande diffuse sui media, sui social, fra la gente e, soprattutto, poste ad autorevoli esperti e giornalisti nei talk show, riguardano le ragioni di un aumento così elevato del carovita. Le risposte fornite dagli autorevoli esperti di cui sopra, non mi hanno chiarito granchè, ma nonostante ciò un’idea me la sono fatta.

Secondo me le cause sono:

1) Le leggi del mercato capitalista, ca va sans dire. Ad una maggiore domanda di energia e materie prime, generata dalla ripresa post pandemica, corrisponde l’aumento del prezzo dell’offerta; dai prodotti energetici, ai semilavorati ai costi di trasporto marittimi e non solo.

2) La speculazione finanziaria. Il meccanismo dei futures energetici, in base alla quale i grandi fondi d’investimento privati acquistano la produzione di combustibili fossili, e derivati, ad un prezzo prestabilito ad una data specifica. Se prima di tale data il prezzo aumenterà, rispetto al valore concordato nel contratto, l’investitore rivenderà ai fornitori la quantità acquistata, prima ancora che venga estratta. E’ evidente che i grandi gruppi finanziari, attraverso la loro manovalanza lobbistico/politica, fanno in modo che ciò accada determinando l’aumento del costo di gas e petrolio.

3) Le regole dell’Unione Europea sul prezzo marginale dell’energia. Esse impongono a tutti coloro che hanno richiesto energia elettrica, o gas, di pagare il prezzo costante “marginale”. Cioè quello più alto. Cos’è il prezzo marginale? E’ il prezzo determinato da oneri di produzione più elevati che alcune imprese (poche) devono sopportare per cause contingenti: natura particolare dei siti estrattivi, difficoltà di trasporto e logistiche. Oneri che giustificano l’incremento dei costi della fornitura. A fronte di queste poche imprese (marginali), la maggior parte di fornitori sostiene spese produttive molto inferiori, ma vende la propria merce allo stesso prezzo di quelle “marginali” realizzando maggiori profitti. La UE sostiene che questa norma è a difesa dei consumatori per proteggerli da speculazioni. Infatti per evitare aumenti speculativi, si obbliga i cittadini europei a comprare energia a prezzi già aumentati. Se qualcuno non ci crede invito a leggere il testo originale della Commissione Europea inserito nella Communication on Energy Prices del 13 ottobre 2021.

4) Le aste di CO2, per adempiere agli obblighi dell’European Union Emissions Trading Scheme. Dal 2013 le imprese energetiche devono pagare un surplus per le quote di CO2 impiegate nel produrre energia. Meno CO2 si usa, meno costa la produzione. Il fine, evidentemente, è quello di incentivare l'erogazione di energia limitando l’utilizzo di anidride carbonica attraverso l’aumento degli oneri a carico di chi utilizza questo elemento nocivo. Ma se questi oneri, anziché andare ad erodere il profitto, vengono trasferiti direttamente sulla bolletta, come per magia la transizione ecologica viene sostenuta totalmente dai soldi dell’utente finale.

5) La crisi ucraina e l’Atlatismo. In nome del tanto sbandierato Atlantismo è ancora inattivo il Nord Stream 2, la condotta che consente di far arrivare il gas russo in Europa  bypassando l’Ucraina, evitando così tutti i problemi legati a quella crisi, tra sanzioni e venti di guerra. La condotta arriva direttamente in Germania. Perciò ai tedeschi l’atteggiamento guerrafondaio americano sull’Ucraina appare indigesto. Se da un lato il Nord Stream 2 comporterebbe una maggiore dipendenza energetica dell’Europa dalla Russia, ciò inevitabilmente produrrebbe un abbattimento dei costi anche in bolletta. Ma si sa. Noi siamo atlantisti. Per il mantenimento della pax atlantica e della democrazia dei ricchi siamo disposti a tollerare aumenti energetici in cui ci stanno dentro i 70 milioni di euro al giorno che paghiamo alla Nato e i costi per gassificare il gas liquido che siamo costretti a comprare dagli Usa per ridurre la nostra dipendenza da Putin. In merito alla sacrosanta transizione ecologica dai combustibili fossili alle energie rinnovabili che ci renderebbero autonomi da forniture estere, stendiamo un velo pietoso. Fino a che ai grandi trust, converrà vendere energia da combustibili fossili, il green new deal sarà una grande presa in giro, alla faccia del PNRR.

6) Spirale inflazionistica. Nel gennaio 2022, l’indice dei prezzi al consumo, a causa di tutto quanto sopra esposto, ha registrato un aumento del 5,3%. I salari, in stagnazione dal 1990, invece, aumenteranno dell’1%,  in base al coefficiente di inflazione programmata con il quale si rinnovano i contratti di lavoro. Come mai? E’ presto detto. Il meccanismo di crescita salariale è basato sull’indice dei prezzi armonizzato (Ipca), ossia un sistema che calcola l’aumento dei prezzi al consumo senza tener conto dei rincari energetici. La CGIL, tramite il sue segretario Maurizio Landini, ha chiesto di rivedere il processo inserendo anche il costo dell’energia negli adeguamenti salariali, ma la risposta del padronato, spalleggiato dal governo, è stata assolutamente negativa. Bonomi, il capo degli industriali, è inorridito sostenendo che gli aumenti salariali vanno concordati nella contrattazione  fra lavoratore e azienda, e non nel contratto nazionale, mentre il capo dei banchieri italiani, Visco, ha sostenuto che non è prudente alimentare una spirale inflattiva aumentando i salari, perché ci troviamo di fronte ad un fenomeno temporaneo, che durerà qualche mese, dopodichè le dinamiche di aumento dei prezzi si fermeranno. Tradotto: ma come vi permettete di far pagare il carovita a finanzieri ed imprenditori? Il profitto è sacro. Che siano i lavoratori e i pensionati ad arrangiarsi. Ci sarà una diminuzione del salario reale mai vista prima, con una aumento di povertà e precarietà? E chissenefrega. I soldi si fanno con i soldi questa è una legge scritta sulla pietra.

Ripercorrendo i sei punti, viene fuori che se paghiamo bollette così alte e la spesa per il sostentamento costa sempre di più la colpa è: 1)del libero mercato, 2)della speculazione finanziaria, 3)delle normative europee liberiste, 5) dell’atlantismo, 4 -6) della difesa del profitto a tutti i costi

E una domanda sorge spontanea. Ma perché nessuno si ribella, a parte qualche timida sollevata di ciglia dei sindacati? Perchè anche nel campo delle, così dette, forze di sinistra nessuno ha nulla da ridire. Si plaude a Draghi e Mattarella inossidabili guardiani del sistema atlantista ed ordoliberista europeo causa della nostra povertà diffusa

Non so voi ma io sono stanco di sentirmi dire che tutto ciò è frutto di un destino cinico e baro e non si può fare nulla, se non prendersela con  chi sta peggio di te. Mi sento preso in giro e la cosa va a detrimento della mia dignità. Quella dignità umana faro della Costituzione antifascista. Forse sarò scemo io, ma a voi tutto ciò sta bene?