Avvertenza. Il testo che segue è scritto nell’ottica dei marxisti-romanisti, per cui chiediamo
pazienza a chi non si occupa di calcio e in particolare delle vicende inerenti
l’AS Roma. Riteniamo però che
l’argomento trattato (i voucher lavoro) possa essere compreso da tutti ,anche
nella visione propria del marxista-romanista.
Il governo ha abolito per
decreto i voucher lavoro e ristabilito
la responsabilità sociale negli appalti. In sostanza l’esecutivo ha approvato
un testo che recepisce totalmente i due referendum proposti dalla CGIL, scongiurando, quasi
sicuramente, una chiamate referendaria
vista come la peste dalle parti di Palazzo Chigi e del Nazareno renziano-ortodosso.
Naturalmente fino a quando il decreto non verrà convertito in legge le attività
di supporto ai referendum della Camusso rimarranno in campo.
La CGIL saluta il
provvedimento governativo come una grande vittoria. Anche la Roma giovedì
scorso, dopo una prestazione tutta cuore e tecnica, è riuscita ad imporsi sul Lione per 2 a 1 in una partita valevole per
l’accesso ai quarti di finale di Europa League. Nonostante la bella a
affermazione, che ha visto i tifosi
riavvicinarsi alla squadra, l’obbiettivo del passaggio del turno non è stato
raggiunto. Infatti il 2 a 1 dell’Olimpico non è stato sufficiente a ribaltare
la sconfitta patita dalla Roma per 4 a 2 in quel di Lione. Così come la
vittoria della CGIL, sancita dal decreto
governativo che recepisce i testo dei due referendum , non è sufficiente a
raggiungere l’obiettivo di riqualificare il diritto al lavoro, devastato dal
jobs act renziano, con l'eliminazione delle
tutele per i licenziamenti senza giusta causa.
Proprio questo tema, oggetto del
primo quesito referendario, è stato affossato nella partita di andata,
impedendo alla CGIL di ottenere la sconfitta totale dei principi neoliberisti
inscritti nelle politiche sul lavoro contraddistinte dall’odioso inglesismo
jobs act. La contesa non si è svolta a
Lione ma alla Consulta. Qui il quesito referendario viene impallinato grazie all’abilità, da vero bomber, del
giudice costituzionale, filo governativo, nonché politico di lungo corso, Giuliano Amato.
La CGIL perde 8 a 7 e sfuma la possibilità di chiamare alle
urne gli italiani pronti ad abbattere il caposaldo della controriforma renziana. In realtà
l’assist ad Amato l’ha fornito proprio il sindacato della Camusso presentando
un testo che, oltre all’abrogazione delle nuove regole sui licenziamenti,
presentava la proposta di estendere le tutele dell’art.18 anche alle aziende
con meno di 5 dipendenti. Una tattica d’attacco spregiudicata che ha portato a subire in contropiede il gol
della sconfitta determinato da quel carattere propositivo non appropriato per un quesito referendario.
Insomma Amato alla Consulta è stato letale per la CGIL peggio di
quanto lo sia stato Lacazette per la
Roma a Lione. Certo che presentare un referendum con una parte oggettivamente
propositiva è stato un vero e proprio autogol. Possibile che l’allenatore della
CGIL non abbia previsto il rischio di una tattica così autolesionista? Ora si
gioisce per la vittoria sancita dal decreto che abolisce i voucher, ma la
qualificazione verso il ripristino di diritti calpestati dal liberismo renziano
è stata miseramente fallita.
Per i calciatori e i tifosi della Roma la vittoria dell’Olimpico sul
Lione non ha mitigato la forte delusione per la mancata qualificazione ai quarti
di finale di Europa League. Al contrario la
CGIL considera l’affermazione della partita di ritorno un fatto epocale, anche se inutile ai fini
del ripristino di tutele
imprescindibili per i lavoratori.
Noi siamo sicuri sul proposito della Roma, pur fallito, di vincere l’Europa League, non lo siamo
altrettanto sulla volontà del maggiore sindacato italiano di portare al
giudizio referendario il fulcro del jobs act. Forse, sotto sotto, la tattica non era orientata alla vittoria, ma
semplicemente finalizzata ad accontentare qualche ultras più acceso senza
disturbare troppo il manovratore. Hasta la Victoria Siempre e Forza Roma.