Siamo stati in piazza con la consapevolezza che non possiamo essere le vittime predestinate di una gestione anomala ed inefficiente del ciclo dei rifiuti del Lazio. Per le istituzioni presenti il Sindaco di Colfelice, Prof. Don Francesco Bernardo, il Vicesindaco di Colfelice, Gabriella Protano, il Sindaco di Pastena, Arturo Gnesi, il consigliere di Colfelice Oscar d’Agostino, il consigliere di San Giovanni Incarico, Umberto Zimarri.
Abbiamo discusso in luogo aperto per far sentire le ragioni di chi è costretto a respirare polveri e miasmi provenienti dalla discarica di Roccasecca e dall’impianto di Colfelice.
Abbiamo voluto sottolineare che la dignità delle persone viene prima del business e che la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini prima del profitto e degli affari legati allo smaltimento di rifiuti.
Abbiamo voluto sostenere il coraggio di chi da anni non china la testa dinanzi al silenzio delle istituzioni a agli alibi della politica, ma non smette di indicare i rischi e i danni che l’aria malsana, come un serial killer, provoca nel corpo e nella mente degli uomini e delle donne.
Abbiamo voluto ribadire che bisogna riavvicinare la gente ad un problema che non finirà nei prossimi mesi ma sarà, assieme alla sfida dei cambiamenti climatici, il banco di prova per le nuove classi dirigenti, per difendere l’amore per la propria terra, promuovere il rispetto per il suo popolo e per rafforzare una civiltà esemplare immortalata nelle pagine della nostra storia.
Abbiamo suggerito ai medici, ai professionisti, ai testimoni della fede cristiana, ai sindaci e agli eletti nelle istituzioni regionale e nazionale che ci stiamo giocando un pezzo del nostro futuro, che in ballo non c’è solo l’emergenza romana, che tale non è se dura ormai da oltre un decennio, ma c’è l’idea di un vasto territorio che rischia di essere trasformata in una enorme pattumiera.
Abbiamo manifestato i nostri dubbi sulla lentezza delle istituzioni accademiche che mostrano ritardi e incertezze sugli studi mirati e di alto livello scientifico che possano delineare i rischi veri e probabili indotti dalla vicinanza a questi impianti e del ruolo non verificato delle piccole particelle che una volta inalate rimangono, vita natural durante, nelle cellule umane.
Abbiamo lamentato il distacco delle tante amministrazioni locali che per il semplice fatto di non sentire la puzza e di non avere alcuno impatto con gli impianti del nostro territorio sono praticamente assenti ad ogni tipo di iniziativa, pronte a trovare la facile giustificazione che tanto gli impianti sono sicuri ( e soprattutto economici per le casse comunali).
Cittadini delusi e donne che non mollano per non lasciare ad altri il futuro dei loro figli.
E intanto una domanda che pesa come un macigno su questa terra : che succederà dal primo gennaio quando chiuderà la discarica di Colleferro ?
Che strada faranno quei centinaio di camion che ogni giorno scaricano tonnellate di materiale nella discarica colleferrina?
Sembra quasi scontata la risposta ma nessuno ha il coraggio di pronunciarla.
Colfelice, 15.09.2019
in rappresentanza del Coordinamento: Alberto Valleriani
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