Corsi e ricorsi storici. La tirannia dei signori del cemento
non è cosa di oggi a Frosinone. Mai dittatura fu più longeva e devastante per
la crescita sociale, culturale ed economica della città. La spietata legge
edificatoria, le ineluttabili ragioni della speculazione edilizia e finanziaria
hanno divorato tutto, già da pochi anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, quando
di Frosinone non era rimasto che qualche mozzicone di muro fumante. Da allora
gli Unni muratori si sono impossessati della città.
Attraverso amministratori
compiacenti, sono riusciti a far occultare un piano regolatore poco gradito, e
presentarne un altro a loro più favorevole, per fare di Frosinone uno squallido dormitorio
di 120mila abitanti. Un espansione abitativa rimasta sulla carta e nei piani
degli Unni muratori, ma anche nella carne viva della città. I loro discendenti,
hanno continuato a cementificare, asfaltare, senza pagare alla collettività la
loro smisurata occupazione attraverso gli oneri di urbanizzazione.
Gli Unni hanno
insistito nel seppellire, occultare
gettandole anche nel fiume, i pericolosi fantasmi del passato che continuavano
ad emergere dalla nuda terra. Vestigia dei nostri antenati volsci (necropoli,
villaggi) e poi della cultura romana
imperiale e repubblicana (anfiteatro, terme) si sono dissolte sotto colate di
cemento.
La storia, la cultura, la memoria, tutto cancellato dalle ragioni del
profitto. Quando un popolo rimane senza storia e memoria, si trasforma in moltitudine
informe senza indentità. Ecco dunque che la battaglia intrapresa da cittadini e associazioni contro l’ennesimo
ratto di identità ordito dagli Unni edificatori, supportati dall’amministrazione
comunale, deve essere vinta.
L’area di inestimabile valore archeologico che
contiene una parte del sito delle terme romane, non deve soccombere al cemento.
E’ una battaglia che esula la difesa del bene storico e culturale pubblico, ma si tinge di colori rivoluzionari. Vincere
questa lotta significa non solo salvaguardare un bene pubblico, ma sconfiggere
la dittatura che da sempre tiranneggia Frosinone. Una dittatura che non è né degli
Ottaviani, né dei Marini o dei Valle, è la tirannia degli Unni muratori che sempre hanno imposto la loro legge sulla città. Una tale vittoria sarebbe epocale, rivoluzionaria. Allora, per
Frosinone, per la sua storia, andiamo a presidiare i nostri
diritti partecipando al consiglio
comunale di domani 23 luglio alle 18,00 dove si cercherà di armare per l’ennesima
volta l’esercito degli Unni. Cari cittadine e cittadini, lottiamo tutti
insieme, viva la rivoluzione.
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