Christopher Baker nel suo
libro “Ozio lentezza e nostalgia” (edizioni EMI) - uno straordinario
elogio alla convivialità, che esalta e invoca la capacità di riappropriarsi del tempo, perché
essere lenti è essere saggi - invita i
lettori a interrompere, dopo un certo numero di pagine, la lettura del libro, versarsi un bicchiere di vino e
ascoltare musica classica. Poi, una volta omaggiate le orecchie ed il palato,
riprendere a viaggiare nei meandri del suo saggio.
Ebbene non solo la musica classica,
come suggerito da Baker, potrebbe assolvere il compito di corroborare il
lettore, ma, a mio avviso, anche del
buon Jazz. “The sound of jazz blues and funk” l’ultimo
cd di Mauro Bottini, potrebbe espletare splendidamente la funzione ristoratrice che Baker affida alla musica.
Il disco si compone di 13 brani. tredici piccoli
cammei in cui il sassofonista di Alatri offre un saggio della sua straordinaria
poetica jazzistica. La struttura delle
composizioni, tutte dovute al genio creativo del sassofonista Bob Mintzer, a
parte l’ultimo brano “solo for lukino” dello stesso Bottini, è scarna ma
efficace. A seguire l’esposizione del tema si sviluppa esclusivamente la sortita solistica di Mauro Bottini. Gli altri musicisti: Russ Ferrante
al pianoforte, Edwin Livingstone al basso, Will Kennedy alla batteria, offrono
il prezioso tappeto armonico-ritmico su cui il sax tenore di Mauro costruisce
le sue creative suggestioni.
Il titolo “The sound of jazz blues and funk”
annuncia in modo inequivocabile, quale sarà il contesto in cui si muoveranno
arpeggi e scale. Ciò che stupisce nell’ascoltare il cd è l’abilità di Mauro
Bottini nel profondere groove a grappoli, senza perdere di vista la pulizia del
suono. Nell’ampio spettro delle tonalità usate dal sassofonista di Alatri, il
sound rimane cristallino ma corposo. Non un cedimento al growl, ad intonazioni
sporche, o ad altri espedienti solitamente
usati per rendere gli assolo più umorali. Eppure il blues ed il funky, sgorgano liberi da ogni nota.
Il brano “funkify”, ad esempio, è un compendio
di tutti questi ingredienti. Su una
ritmica strisciata quasi stride, Mauro
Bottini inanella una serie di scale mozzafiato, efficaci sia dal punto di vista
della forza emotiva, che della qualità
sonora. Tutti gli altri brani sono
egualmente notevoli. Particolare
l’attacco di "chromatic blues". Un pezzo che sembra uscito da una colonna sonora di
Pietro Umiliani (l’autore delle musiche del film di Monicelli i soliti ignoti).
Alcune notazioni sui musicisti che
accompagnano Mauro in questa avventura. Gli appassionati più attenti non si saranno fatti sfuggire che Ferrante,
Livingstone, Kennedy sono stati, in tempi diversi, l’ossatura
ritmica degli Yellowjackets, un gruppo che, attraverso varie formazioni, da più di trent’anni calca le scene mondiali
del jazz e del funky. Bob Mintzer
autore di 12 dei 13 brani di cui si compone il cd, oltre ad aver
collaborato con una serie impressionante di musicisti, Jaco Pastorius su
tutti, è stato sassofonista del gruppo
alternandosi con Marc Russo.
Chi conosce l’ensemble di Los Angeles , non potrà non notare come nel
cd di Mauro Bottini le performance di Ferrante al piano, Livingstone al basso e
Kennedy alla batteria, siano totalmente diverse rispetto al rutilante
timing targato Yellowjackets.
L’incalzante e fiammeggiante sezione ritmica, con Russ Ferrante a picchiare sui
tasti del pianoforte, o a svisare sull’ organo Hammond, in Revelation, ad
esempio, si trasforma, nella
collaborazione con il sassofonista italiano, e disegna una sofisticata ed impeccabile sequenza di
figure ritmiche e armoniche, dove Mauro Bottini può liberamente sprigionare la
sua maestria tecnica e la sua forza creativa.
Un’ ultima curiosità. Molti
si chiederanno se la realizzazione del
cd sia avvenuta in America o in Italia. E’ stato un cost to cost di
emozioni in musica, dal fiume Cosa all’Oceano Pacifico. From Altari to Los Angeles e ritorno, passando
da Frosinone. I musicisti non si sono mossi dalle loro sedi. Sulle tracce
registrate al Glenwood Place Studio di Los Angeles da Ferrante, Livingstone e
Kennedy, Bottini ha registrato il suo set nello studio “Zerodecibel” di
Frosinone. Ai tempi della rete il groove
viaggia anche così.
Il brano della foto clip è: Make the quarter note feel good.
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