Il popolo frusinate ha scelto. Per la seconda volta ha
incoronato il sindaco podestà Nicola
Ottaviani. Incoronato è proprio la parola giusta. Infatti il 56,38% dei
consensi, indica una
consacrazione plebiscitaria. I vincitori evidenziano come sia stata
premiata la buona amministrazione del quinquennio precedente.
Per me già la
matematica era favorevole al sindaco uscente ed entrante. Come riportato IN ALTRA PARTE DEL BLOG . I 281
consiglieri candidati con Ottaviani, fra parenti, amici, amici degli amici,
badanti e affini, almeno 30 voti ciascuno l’avranno portati assicurando un
bottino di quasi 8500 voti. Se a questi aggiungiamo
i voti di parenti amici, amici degli amici, badanti dello stesso sindaco, gli àscari dell’ultima ora, la pochezza dello
sfidante democratico , la sontuosa “camMagna” elettorale, ottenere il risultato di oltre 15mila voti è stato un
giochetto.
Ma queste sono valutazioni di un “personaggio esponente della peggior sinistra capace di spargere solo
odio”, così sono identificato dalle truppe cammellate del nuovo sindaco. Il
successo di Ottaviani è dovuto solo ad una amministrazione gestita da un
maestro della politica, dicono i fan
dell’avvocato sindaco.
Sarà ma adesso viene il bello. Perché in qualche modo
bisognerà soddisfare gli appetiti della cavalleria coloniale dei 281 candidati. Magari qualcuno si
accontenterà di piccole prebende , ma sarà sufficiente? E’ chiaro che tutti
vorrebbero fare i consiglieri, anche se
non hanno raggiunto i consensi necessari, oppure attestarsi su uno strapuntino
in un assessorato insignificante. Come fare dunque per gestire il possibile
malcontento? Non possono entrare tutti in consiglio comunale. O forse si?
Nella precedente consiliatura il sindaco
Ottaviani riuscì nel miracolo di moltiplicare le poltrone assessorili. Nove erano gli assessorati per
undici aspiranti assessori. Al fine di ovviare
al problema e chetare diversi mal di pancia ci si è inventati l’assessore
precario. A rotazione ognuno restava in carica per sei mesi per poi lasciare il
posto ad un altro e sedersi in panchina ad aspettar un nuovo turno.
Lo stesso si può fare per i
consiglieri. Ogni 15 giorni i questi si alterneranno, conquistandosi la cadrega con il classico gioco della sedia. Quello dove
le poltrone da occupare sono in numero inferiore rispetto ai giocatori. Gli aspiranti
consiglieri cominceranno a girare
intorno alle sedie accompagnati da una musica. Appena questa smetterà tutti dovranno provare a sedersi, chi non
troverà lo scranno rimarrà fuori e si ripresenterà dopo altri 15 giorni. Ciò per fare in modo che nessuno potrà lamentarsi di non essere stato
gratificato dalla poltrona.
Qualcuno potrebbe obbiettare che in questo modo le
dinamiche consiliari risulteranno frammentate condizionando l’amministrazione
della città. Tranquilli, tanto sia i
consiglieri che gli assessori, non conteranno
nulla. A decidere sarà sempre e comunque il Podestà Nicola Ottaviani. Quindi
avanti con la tenzone presieduta dal signore della sedia.
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