Descrizione dei ruoli:
Il Corifeo:
E' il capo del coro e l'attore principale, ha una parte importante nella tragedia, sia perchè dialoga con i protagonisti, sia perchè formula talvolta dei giudizi o fornisce spiegazioni al pubblico: egli assume quindi funzioni di collegamento tra quello che avviene sulla scena e chi vi assiste.
Il Coro:
E' l'unico interlocutore dell'attore nella tragedia.
Atto Primo
Il corifeo proletario :
Compagni! Avete visto che razza di porcheria s'è inventato il governo sulla scuola? L’ha pure chiamata buona scuola! C’è un
preside manager, padre/padrone che tutto vede e decide, può assumere gli
insegnanti che gli fanno comodo e licenziare quelli che gli stanno sulle palle.
Poi gli studenti, per un odioso principio di avviamento al lavoro, dovranno
andare a lavorare gratis, anche da McDonalds, diventando un esercito di nuovi
schiavi. Compagni! Contro la buona scuola dei presidi manager e dei nuovi
schiavi scendiamo in piazza!!!
Il coro:
E che esagerazione compagno! Suvvia i presidi sceglieranno
sempre il meglio per il loro istituto. Basta con i sospetti su eventuali pastette fra dirigenti
e gruppi d’interesse all’interno degli istituti. Certo mandare i ragazzini a
fare gli sguatteri non ci pare consono
pero’ andare addirittura in piazza! Ci sembra esagerato.
Il corifeo proletario:
Vabbè almeno raccogliamo le firme per un referendum
abrogativo in modo da rendere consapevoli gli italiani di questo imbroglio.
Il coro:
Ma quale referendum compagno! In fin dei conti la legge è
buona, vedrai che alla fine le cose si aggiusteranno anche come conviene a noi.
Atto secondo
Il corifeo proleario:
Eh no compagni, questo è troppo! Hanno fatto il jobs act.
Regalano una "paccata" di milioni di euro ai padroni che fanno finta di assumere, ma una volta
presi i soldi, questi possono tranquillamente licenziare perché hanno tolto
l’articolo 18. Non solo gli regalano soldi, ma anche l’impunità sui
licenziamenti senza giusta causa. Qui bisogna andare in piazza!!!
Il coro:
Lo sappiamo, è una grande ingiustizia per i lavoratori, ma
non serve andare in piazza. Il discorso sul jobs act presume delle riflessioni
più profonde, non basta contestarlo, è necessario mettere in campo una piattaforma globale che
consideri tutte le dinamiche del lavoro.
Per creare una buona occupazione serve
una carta dei diritti del lavoro
Il corifeo proletario:
Oh compagni ma che cazzo state a dì! In Francia per una legge simile la gente ha
occupato la piazza per settimane…. Qui fregano i soldi ai poveracci, li regalano ai
padroni per finte assunzioni, in più gli concedono il licenziamento libero!
Compagni!!!!! Ma che state imbriachi. Nel 2002 quando ci provò Berlusconi in tre milioni
siamo scesi in piazza. Ve lo ricordate? Lo salvammo l’articolo 18, ve lo
ricordate? Mannaggia vi state scordando tutto….
Il coro:
Non ci stiamo scordando niente, ma ora calmati, non serve la
piazza che poi non si sa mai come va a finire se si infiltrano i Black Bloc.
Stiamo raccogliendo le firme per un referendum abrogativo di quella parte del
jobs act che cancella l’art.18 in oltre chiediamo l’abolizione dei voucher per
il lavoro occasionale e sulle norme per gli appalti . Invece di strillare aiutaci a raccogliere le firme.
Atto Terzo
Il coro:
Peccato compagni, la corte costituzionale non ha ammesso al referendum
il quesito che chiedeva di abrogare la legge sull’art.18. Dicono che è scritta
in modo tale da evidenziare un intento propositivo, non in linea con i dettami
referendari che prevedono un quesito puramente abrogativo.
Il corifeo proletario:
Compagni, ma non è che sto’ quesito l’avete scritto
male? Anzi, non è che l’avete scritto
male apposta per non farlo votare mentre intanto c’avete impedito di fare una protesta come si deve?
Il coro:
Ecco il solito estremista complottista è la Corte
Costituzionale che è politicizzata, dentro ci sta Giuliano Amato, uno che è
sempre stato dalla parte del potere.
Il corifeo proletario:
Appunti, allora non era meglio andare in piazza, invece
di fa st’ammuina del referendum?
Il coro:
Compagno ti ricordo comunque che sono stati ammessi gli
altri quesiti quello sull’abrogazione dei voucher e sugli appalti. Bisogna
muoversi e fare la campagna referendaria.
Il corifeo proletario:
Se.. vabbè, i voucher, era il referendum sull’art.18 che
bisognava votare…..
Atto Quarto
Il coro:
Avete visto compagni la lotta paga anche senza mobilitare la
piazza. Il governo ha abolito i voucher
E’ una vittoria straordinaria. Per evitare il referendum si è fatto come
abbiamo detto noi. E adesso sicuramente considereranno la nostra carta dei
diritti sul lavoro, che ha raccolto
milioni di firme.
Il corifeo proletario:
Certo che la paura di votare fa 90 però attenzione,
vigiliamo perché questi so’ imbroglioni. Sono capaci di rimettere i voucher,
magari nascosti in un’altra legge con un altro nome, non facciamoci pijà pe’
culo.
Il coro:
Compagno rilassati! Noi
staremo attenti poi c’è l’art. 75 della Costituzione che scongiura questo
pericolo.
Atto Quinto
Il coro:
Il governo vuole reintrodurre i voucher nella manovrina. Non
si può mortificare così il diritto democratico dei cittadini. Hanno impedito di votare un referendum finalizzato ad abolire i buoni lavoro, facendo finta di
toglierli, per poi rimetterli con
dispotica arroganza dentro una legge di bilancio. Tutto ciò è intollerabile.
Compagni il 17 giugno tutti in piazza per bloccare il reinserimento dei voucher! Bisogna
difendere la Democrazia e la Costituzione.
Il corifeo proletario:
Finalmente era ora! . Certo che siete de' coccio. Non si va
in piazza in difesa della scuola pubblica, non si va in piazza quando regalano
ai padroni soldi e potere di licenziamento libero, adesso che c’hanno nascosto i voucher, per evitare le
urne, e poi ce l’hanno rimessi, finalmente si decide di protestare come si deve. Non potevamo pensarci prima? Una volta ci si sollevava contro l’ingiustizia
sociale, oggi per farci incazzare ci
devono proprio prendere per il culo. E
certo se ti prendono per il culo che fai ti stai zitto? Allora andiamo tutti in
piazza a Roma il 17 giugno prossimo!!!!
Il coro:
Giusto compagno protestiamo, urliamo forte e chiaro che non
possono prenderci in giro tutti a Roma! tutti a Roma!
Il corifeo proletario:
Bene compagni, non facciamo prenderci in giro andiamo a Roma……Oh
compagni ma dopo tutta sta storia cominciata con la buona scuola e finita coi
voucher, non è che siete proprio voi a pijacce pe’ culo? Come diceva il sommo politico a sospettare si
fa peccato, ma spesso ci si indovina. Comunque compagni miei il 17 giugno tutti in
piazza, ma attenti a pararvi il sedere dai cetrioli amici.
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