Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 23 agosto 2013

Mea culpa..ma non solo

Luciano Granieri





I dipendenti della Multiservizi, ancora mi ostino a non usare il termine “ex dipendenti”,  sono in attesa dell’ennesimo incontro fra le parti. Il 26 agosto prossimo, organizzazioni sindacali, sindaci, amministratori regionali e provinciali  si riuniranno per prendere visone degli approfondimenti di natura tecnica che il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani  avrà effettuato. Ciò  allo scopo di  sciogliere definitivamente il nodo sulla possibilità di costituire una nuova società partecipata che assorba i lavoratori della Multiserivizi.  

Il progetto della nuova società aveva visto favorevoli  gli azionisti pubblici ossia , comune di Alatri, Regione e Provincia, tranne  il sindaco di Frosinone.  Le motivazioni di questo rifiuto sono ovviamente di ordine economico. Il comune non ha i soldi da investire in una nuova società. 

Francamente non capisco quali aspettative ci siano da parte di lavoratori,  sindacati e amministratori regionali  provinciali sul fatto che Ottaviani possa cambiare idea. Il sindaco aveva promesso innanzi a Vescovo e Prefetto che avrebbe considerato tutti gli aspetti tecnico-economici della questione prima  di dare una risposta definitiva. 

Ebbene la risposta nell’incontro del 26 agosto prossimo non potrà essere che negativa. Non solo perché in giunta sono già state deliberate le gare d’appalto per incaricare aziende private di svolgere i servizi che erano ad appannaggio della Multiservizi, ma perché allo stato attuale della  situazione il sindaco “NON PUO’” impegnare risorse del comune nella costituzione di società In-house. 

 Forse i personaggi locali del centro sinistra, ultimamente visti in passerella accanto ai lavoratori della Multiservizi, sui tetti o in pubbliche assemblee,  dimenticano che  il comune di Frosinone ha dichiarato il pre-dissesto.  Una procedura che consente di spalmare  per 10 anni il debito di 50milioni di euro, fino ad ora dichiarato,  e di accedere ad un prestito  per un importo massimo di 300 euro per cittadino con soldi prelevati dal fondo salva-comuni.   Un piccolo tesoretto stanziato dal governo Monti per aiutare i comuni n crisi di liquidità. 

Per accedere al regime di pre-dissesto il comune dovrà seguire un piano di rientro che impone tagli e riduzioni di spesa , fra cui “LA RIDUZIONE DELLE SPESE PER SERVIZI  E PARTECIPAZIONI AD AZIENDE PARTECIPATE”,  oltre che la riduzione   degli oneri  del personale,   la cessione  a privati immobili e strutture di proprietà comunale, il tutto per la durata di 10 anni.  E’ facile prevedere quindi che il sindaco in occasione del prossimo incontro del 26 giustificherà il rifiuto a partecipare alla costituzione di una nuova società che possa riassorbire i dipendenti della Multiservizi,   con l’obbligo di rispettare i dettami del regime di pre-dissesto.  

Ciò  per dimostrare che la sua scelta non è politica ma tecnicamente necessaria  per uscire da una situazione debitoria che non ha creato la sua giunta, ma i sindaci precedenti. Questa  tesi  in buona parte è drammaticamente vera.  Al sindaco Ottaviani si può imputare di tutto: di essere cinico, di mostrarsi  insensibile al destini di centinaia di lavoratori, di curare i propri interessi e quelli della sua nomenclatura,  ma  non di aver agito in modo istituzionalmente errato. Nessuno da questo punto di vista può sollevare obiezioni.   Il percorso della giunta frusinate è ineccepibile e diabolico. Dichiarare li pre-dissesto significa ricevere un viatico assolutamente legale e giustificato per  cedere tutto ai privati, dall’erogazione dei servizi  alle proprietà immobiliari comunali.  Uno scenario fantastico per un sindaco che attraverso la cessione di beni e servizi a privati può alimentare e gratificare il proprio bacino elettorale. La frittata è quindi fatta. Bisognava pensarci prima. 

Anziché versare lacrime di coccodrillo e suscitare vane speranze nei  lavoratori, i “centrosinistri” nostrani  avrebbero dovuto contrastare con forza l’adesione del comune di Frosinone al pre-dissesto,    pretendendo  di verificare se  la situazione economica giustificasse una tale procedura.  Avrebbero dovuto occupare l’aula e coinvolgere con una sostanziosa campagna di sensibilizzazione e informazione tutta la cittadinanza. Il massimo dell’eversione invece è stato l’abbandono dell’aula di alcuni e il voto favorevole di altri al via libera per il pre-dissesto, Il sindaco li ha pure ringraziati.  Ma è anche  vero che un tale impegno sarebbe stato complicato e poco credibile  visto che una parte di quel debito che si deve coprire con il pre-dissesto è stato accumulato dalle giunte di centro-sinistra  che tanto si sbracciano per i lavoratori della Multiservizi.   Il centrosinistra di Frosinone grazie alle  scelleratezze di bilancio commesse mentre governava la città,  non può urlare più di  tanto.  E  allora la facciano finita lor signori  di promettere impegni  che non possono in alcun modo mantenere.  

Come più volte detto siamo in balia di una maggioranza cinica,  spietata nel perseguire i propri interessi  e di una minoranza  in parte connivente e in parte inchiodata nell’azione di opposizione dalla propria coscienza sporca. In fondo cosa è cambiato?  Così come nella precedente giunta,  anche in questa pezzi di territorio continuano ad essere regalati alla speculazione edilizia,  degli oneri concessori non c’è traccia,  le stesse associazioni che facevano  affari con i   vari Marini e Marzi continuano a prosperare sotto il regno di Ottaviani.  

Ma le colpe più grandi per la drammatica situazione della città è la nostra, la mia in primo luogo.  Esiste un manipolo di persone, fra  cui il sottoscritto, che vorrebbe contrastare  fortemente l’attuale stato di cose. La loro azione potrebbe risultare efficace se solo si decidesse  ad  anteporre gli interessi della comunità ai propri. Infatti anche nella galassia del’opposizione sociale frusinate esistono personalismi e interessi  privati. C’è chi è colto da narcisismo politico e non accetta collaborazione con altri, a meno che questi non si omologhino alle sue idee. C’è chi deve esibire la tessera qualunque essa sia: di un sindacato e anche del più piccolo partitino dell’ultra sinistra, se esiste ancora, per comparire con proclami inutili sui giornali locali. C’è chi tiene famiglia e dunque  fa casino fino ad un certo punto  poi si omologa.   Per  anni critica aspramente il centro sinistra, lo combatte in campagna elettorale, poi rientra nei ranghi e addirittura collabora con il blog   riformista  della nostra città. 

Non è un caso che a Frosinone esistano miriadi di associazioni alcune formate addirittura da un solo componente e ognuna di queste  conduce da sola la propria battaglia, spesso  sincera, ma spesso finalizzata a strappare qualche prebenda dal potente.  Personalmente  mi riconosco la colpa  di essere poco aperto alla collaborazione con gli altri “COMPAGNI” , non mi impegno abbastanza nell’ascoltare gli altri, nel valutarne le proposte. Spesso,  nel redigere Aut, tendo a mettermi in mostra con interventi sopra le righe , piuttosto che impegnarmi a ricercare contatti, attraverso il blog a consolidare collaborazioni.  Per dirla con Gramsci in una città di indifferenti, i partigiani che non si organizzano, tanto da rendere insignificante la propria lotta, sono i principali responsabili dello sfascio della propria comunità.







Nessun commento:

Posta un commento