Un operazione chirurgica è in corso per rimuovere un cancro. Quel grosso bubbone che è il
sistema sanitario della Provincia di Frosinone. Il medico incaricato di
estirpare il male è il presidente della Regione Zingaretti coadiuvato da un’ efficientissima ferrista il direttore generale della Asl D.ssa Isabella Matrobuono, affiancata da un badante
nella figura del manager Dott. Cirillo. A questa conclusione era arrivato il
Coordinamento provinciale per la sanità, registrando la scellerata politica di
tagli e privazioni che Nicola Zingaretti, in qualità di commissario straordinario
della sanità laziale, sta infliggendo ai cittadini della Provincia di Frosinone.
Ma questa stessa conclusione trova fondamento e conferma nell’atto aziendale
che dopo una travagliata metamorfosi è stato redatto il 4 agosto e ufficializzato il 14 . Il documento, e la storia della sua genesi, sono stati illustrati dal Dott. Giovanni Magnante e
dal Dott. Roberto Sarra del coordinamento provinciale per la sanità, il 25 agosto scorso presso il palazzo della Provincia, alle
associazioni, ai cittadini, al commissario straordinario della Provincia Patrizi, a 21 sindaci che hanno raccolto l'invito del coordinamento, a consiglieri e assessori comunali, alle
organizzazioni sindacali.
Per arrivare alla stesura definitiva si è transitati attraverso tre bozze. Un
percorso perverso in cui è iniziata un’inarrestabile trasfusione di posti
letto, di servizi diagnostici, da
Frosinone a Roma, dal pubblico al privato. Nella prima scrittura dell’atto datata
dicembre 2013, la necessità di preservare il servizio sanitario della Provincia
era recepita e, diciamo pure, soddisfatta. Il taglio di 748 posti letto si
imponeva, ma esclusivamente nella zona di Roma
e con una ripartizione che prevedeva solo l’8% di alienazioni nel
comparto pubblico, il rimanente 82% avrebbe interessato le strutture private
convenzionate.
In relazione alla Asl di Frosinone, invece, si provvedeva ad
attivare, nei presidi ospedalieri chiusi dalla precedente gestione Polverini, le case della salute. Era indicato l’insediamento di un ospedale DEA di II livello nella zona
sud della Regione. Questo atto era più
che una bozza infatti veniva pubblicato sul sito della Regione, firmato da
Zingaretti. Ma secondo le valutazioni delle istituzioni regionali sembra sia più importante la firma del sub
commissario che non la firma del commissario stesso. Sfortunatamente mancava
proprio il sigillo del vice di Zingaretti, per cui tutto da rifare.
Perchè
tutto da rifare? Sarebbe bastato apporre
la firma mancante e confermare l’impianto del
documento. Evidentemente, passata le festa di capodanno, qualche
comitato di grandi elettori e diverse
lobby private hanno reclamato i propri diritti. Di conseguenza a Marzo 2014 vedeva la
luce una bozza che anzichè integrare, sostituiva completamente il documento del
2013. In questa fase i posti letto da tagliare arrivavano a 1.200, non più
compresi esclusivamente nell’area di Roma, ma, si legge nel testo,
“principalmente nell’area di Roma”, coinvolgendo dunque anche le altre Asl
della Regione. Scompariva completamente il riferimento alla salvaguardia
dell’Asl della provincia di Frosinone.
Si pianificava inoltre l’istituzione della case della salute non negli
ospedali già chiusi, ma in strutture ancora da chiudere la cui identificazione si
sarebbe completata entro 60 gg. dalla presentazione dell’atto aziendale. La qual cosa illustra la reale finalità dell'atto per cui il programma di tagli è ben al di là dal compiersi e
gli esiti nefasti sono tutt’ora imprevedibili.
Nel nuovo documento veniva confermato
il DEA di II livello nella zona sud del Lazio, ma in questa versione era indicata
la città destinataria, cioè Latina. Una sconfessione clamorosa delle promesse della direttrice
Mastrobuono, la quale a Luglio, esplicitava l’impegno a chiedere il DEA di II
livello per Frosinone, quando questo già da marzo era stato assegnato al Capoluogo pontino.
Con un colpo di mano la ripartizione dei tagli fra privato e pubblico subiva
una potente e devastante modifica a favore del privato. L’originario rapporto
(8% di tagli nel privato, 92% nel pubblico) si rovesciava, 52% per il pubblico e 48% nel privato.
La bozza così formulata
passava all’approvazione del ministero della salute e a quello delle finanze ,
passaggio obbligatorio per i piani aziendali sanitari delle regioni commissariate. I ministri, bontà loro, giudicavano eccessivo
il taglio di 1.200 limitandolo a 612 posti letto, per una disponibilità totale
di 11.068 posti letto per tutta la Regione. Rimanevano inalterati i capitoli
relativi alle case della salute, al DEA di II Livello confermato a Latina e la
divisione dei tagli fra pubblico e privato.
Vedeva quindi la luce un terzo atto
aziendale, che è quello definitivo in cui degli 11.068 posti letto totali, 922
venivano assegnati all’Asl di Frosinone, per un rapporto posto letto/abitante
di 1,8 x 1.000, ampiamente al di sotto rispetto a quanto stabilito dalla legge che
prevede un rapporto minimo di 3,7 x 1.000, Roma sfoggia un rassicurante 4,1 x
1.000. E meno male che si voleva salvaguardare la Asl di Frosinone.
Un altro
frutto avvelenato presente nell’atto, ormai definitivo, è il taglio da 12 a 8 laboratori di
analisi centrali (Hub o Core il nome poco cambia la sostanza) nell’ambito delle
Asl. Se si considera che le Asl in Regione sono 12, risulta evidente che 4
resteranno sprovviste di questi presidi. Indovinate quale Asl quasi sicuramente
rientrerà nelle 4? Inoltre è
predisposta la chiusura di 34 laboratori di analisi (18 negli ospedali e 16 nel territorio) la
restante offerta verrà concordata con istituti privati, tenendo attivo il
sistema del laboratorio centrale (Hub) integrato con laboratori afferenti (Spoke).
Il che significa, fra l’altro, che un piccolo laboratorio d’analisi deve
affiliarsi ad una struttura più grande se vuole sopravvivere. Ecco servito il
regalo più prezioso per le grandi lobby private attive nel settore.
Tutti i
sospetti e le nefaste previsioni si sono concretizzate in questo atto aziendale
che sancisce la definitiva morte della sanità pubblica provinciale. La redazione definitiva così formulata è datata 14 agosto. Verrà presentata in regione entro il mese di
ottobre. E’ tutto già deciso?
Probabilmente si, ma alle associazioni, ai cittadini e ai sindaci della
Provincia interessati (perchè pare che a qualcuno non interessi) , non resta che vedere cara la pelle in un
estremo tentativo di scongiurare la cancellazione della dignità umana per i
cittadini della nostra provincia.
A questo proposito nell’assemblea del 25
agosto il coordinamento provinciale della sanità ha proposto la seguente road
map: Sensibilizzazione, erudizione e coinvolgimento dei sindaci, il cui
organo istituzionale dedicato alle questioni della
sanità (la conferenza dei sindaci sulla sanità che vede alla presidenza il
sindaco del capoluogo, in questo caso Ottaviani), insieme con il coordinamento
stesso è stato convocato per il 12 settembre ad avanzare eventuali
osservazioni. E’ una convocazione di facciata considerato ,come detto prima,
che tutto è già stato deciso. In quella
sede comunque sindaci e associazioni presenteranno un documento alternativo
all’atto aziendale. Un testo da concordare le cui linee principali sono:
1)
Acquisizione del bilancio ASL da esaminare
accuratamente per trovare risorse da spendere nella nostra ASL, prima della
“migrazione”.
2)
Attuazione delle norme legislative che prevedono
3,7 x 1.000 come riparto proporzionale dei posti letto su scala provinciale. L’ottenimento
cioè di 1890 posti letto in luogo dei 922 previsti. A tale scopo è ipotizzabile
un ricorso al TAR.
3)
Consolidamento e potenziamento dei 4 ospedali
esistenti: Alatri, Cassino, Frosinone, Sora, riattivazione del presidio di
Anagni, DEA di II livello a Frosinone e I livello ad Alatri, Cassino e Sora.
4)
Piattaforma di atterraggio per l’eliambulanza
presso l’ospedale Spaziani di Frosinone.
5)
Concorsi dei primari effettivi.
6)
4 poli specialistici: Alatri per la litiasi renale,
Cassino: geriatria e gastroenterologia , Sora:oncologia Frosinone: urgenze,
emodinamica.
7)
Deroghe per le assunzioni dei medici su base
provinciale ed eliminazione degli sprechi
8)
Dimissioni del Direttore Generale inefficace a
risolvere i nostri problemi ma efficace a tutelare il rientro di risorse a Roma a Tor Vergata in
particolare.
Istituzione del registro tumori
In parallelo a questa attività toccherà ai cittadini più responsabili e consapevoli sensibilizzare il resto della popolazione e coinvolgerla in una forte e decisa
protesta da svilupparsi in tutto il territorio provinciale. A cominciare da una
manifestazione che dovrà svolgersi in occasione dell’incontro fra la conferenza
dei sindaci sulla sanità e i dirigenti Asl il prossimo 12 settembre, così come
proposto dal sindaco di Alatri Morini. Da qui ad ottobre un po’ di tempo c’è ma
occorre l’impegno di tutti per riuscire nell’impresa quasi impossibile di
scongiurare la morte della sanità pubblica in provincia di Frosinone. NO PASARAN
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