Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 23 marzo 2016

Free jazz. Musica di lotta o d'èlite

Luciano Granieri


Venerdì  25 marzo 2016, alle ore 16,00 riprenderanno  i pomeriggi del jazz presso l’associazione culturale Oltre l’Occidente in L.go Aonio Paleario n.7 a Frosinone. Il nostro viaggio, iniziato prima di natale con la storia degli approdi delle prime navi negriere, sulle coste del Centro America, è giunto quasi al termine. Nel prossimo appuntamento affronteremo la questione del free jazz. Lo stile nato dal rhythm and blues  e sviluppatosi nel burrascoso ventennio degli anni ’60 e ’70. Un periodo storico violento, contrassegnato dalle cruente lotte fra i neri dei ghetti e l’establishment razzista bianco. Non  solo la questione razzista sfociò nella violenza,  altrettanto crude furono le proteste contro l’imperialismo americano e le sue guerre, da parte della sinistra bianca statunitense ed europea . In questo ribollire sociale alla black music, figlia del blues, un blues, semplificato , elettrificato urlato, veicolo della protesta, ma anche , ben presto vittima del musical business, si affiancò il free jazz. Non nelle urla si identificava la rottura, ma nel forzare e superare le cornici armoniche  dentro le  quali fino ad allora, si era sviluppata l’improvvisazione. Non c’era più nulla di consolidato  e predeterminato nelle  esibizioni di Ornette Coleman, John Coltrane, Archie Shepp. L’espressione musicale fruiva libera da ogni costrizione armonica, così come la vita dei neri doveva svolgersi libera dai soprusi e dalle vessazioni razziste.  A differenza del R&B il free rimase libero anche dalle cooptazioni commerciali. Non vi è dubbio che quei dischi non scalarono le classifiche e i loro esecutori furono costretti ad emigrare in Europa. Può dunque  considerarsi il free jazz, musica di lotta aspra e antagonista, o fu invece, in virtù della difficile fruibilità , un esperimento espressivo elitario anche se traghettatore del jazz, o ancora meglio della musica del futuro? Ne parleremo venerdì 25 marzo, vi aspettiamo.

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