Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

giovedì 28 luglio 2016

Lotta di classe. Proletariato sconfitto anche nel calcio

Luciano Granieri


La Juve ,di cui Exor,  cassaforte della famiglia Agnelli è proprietaria per il   64%, fattura circa 360 milioni l’anno e paga 256 milioni  di stipendio ai propri calciatori. Fca di cui la Exor, cassaforte della famiglia Agnelli,  è socia di maggioranza con il 21% delle azioni, fattura circa 8miliardi l’anno, ma gli stipendi dei 67mila dipendenti italiani incidono infinitamente meno. 

Higuain recente acquisto della Juve, il cui socio di maggioranza è la Exor, lo stesso di Fca, è costato 110 milioni fra prezzo d’acquisto (94 milioni) e stipendio (16 milioni). Con la stessa cifra si sarebbe potuto assicurare  un aumento di stipendio di 150 euro mensili agli operai Fca, coloro cioè che contribuiscono a fatturare 8 miliardi l’anno e non 360 milioni come Higuain e soci. 

Tale ragionamento è  stato fatto da Gerardo Giannone, operaio della Fca di Pomigliano in regime di salario di solidarietà, al netto 900 euro più o meno al mese. Al di là della delusione e della rabbia di un probabile tifoso del Napoli che ha assistito alla vendita del giocatore più forte della squadra del cuore alla rivale di sempre, cioè la Juve, il discorso non fa una piega. 

Se poi consideriamo che la Exor, cassaforte della famiglia Agnelli,   maggiore azionista della Juve( 64%) e maggiore azionista di Fca( 21%) ha spostato la sede fiscale da Torino ad Amsterdam, col vantaggio di non pagare l’Irap e di realizzare profitti detassati dagli scambi azionari, forse il malcontento dei tifosi non bianconeri diventa più aspro, ma purtroppo rassegnato. 

Al di la della passione calcistica, non è errato affermare che la famiglia Agnelli è stata ed è una delle caste, se non la casta, più potente in Italia.  Ne consegue che la squadra di calcio di cui è proprietaria gode dei favori che si devono ad un padrone così influente e non mi riferisco ai favori arbitrali, che pure ogni tanto ci sono. La parentesi calciopoli era evento troppo evidente per non determinare conseguenze.  

Prendiamo lo Juventus Stadium, si è detto mirabilie dell’impianto bianconero, esaltando  la lungimiranza e l’abilità di una società sportiva capace di costruirsi privatamente uno stadio di proprietà. Siamo veramente sicuri che la Juve abbia  fatto tutto da sola senza intaccare il pubblico interesse?  La città di Torino ha chiesto alla società bianconera,  in cambio della cessione di proprietà, di fatto per 99 anni, di un’area di 350.000 mq, 20 milioni di euro, cioè la miseria di 58 centesimi a metro quadro. Non solo, lo stesso Comune di Torino ha approvato, sic et simpliciter ,  una variante al piano regolatore che ha consentito alla società calcistica degli Agnelli di  acquisire, per un altrettanto tozzo di pane, terreni  adiacenti  allo Stadium utili a  realizzare  due grandi centri commerciali che consentono di monetizzare ulteriori introiti oltre ai profitti del campo di calcio.  Ma i tifosi del Torino a Torino sono considerati? 

Gli investimenti per la realizzazione di un’arena calcistica, sono indubbiamente ingenti, però  se il Comune ti regala l’area dello stadio più altri spazi per edificare  centri commerciali  in barba all’interesse pubblico, l’operazione è molto più semplice e consente di incrementare  in un anno quei guadagni che, attraverso l’acquisto di calciatori e la partecipazione, fallimentare  ma costante, alla Champions League  sono passati da 11,6 a 34,6 milioni in un anno. 

Questi sono solo gli ultimi fatti, ma la Juve è stata sempre la squadra della famiglia più potente in Italia, proprietaria della Fiat e di una complesso intreccio di attività altamente  remunerative. Capello, Landini, Altafini, e più recentemente  il Capello allenatore, Zebinà, Emerson, fino all’attualità, Pjanic e Higuan sono state le appropriazioni che la compagine juventina, dall’alto della sua potenza economica, si è concessa ai danni delle squadre che in quel momento erano le più accreditate per contendergli la leadership in Italia. Miliardi di lire, milioni di euro, in spregio agli stipendi degli operai Fiat, sempre più miseri, e sempre più lasciati in balia della cassa integrazione. 

Oggi si fa un gran discutere di Costituzione, ebbene l’attività della Exor, o Fia,t o Fca, o come la vogliamo chiamare, nel dissanguare gli operai e spendere milioni per i calciatori  non è molto in linea con l’art.41 il quale giustifica  la proprietà privata ma essa non deve svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in  modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. A pensarci bene offrire un motivo per gioire a milioni di perdenti che tifano i pluridecorati bianconeri perché non in grado di affermarsi da soli  nella società potrebbe costituire funzione di alto valore sociale. Del resto il calcio è metafora della vita e da sempre il quotidiano è formato da padroni e subalterni. Per ora, lasciando stare la lotta di classe, nello sport questo è un postulato non scardinabile. Rassegnamoci.



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