Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 25 dicembre 2019

Un 2020 con l'elmetto per difendere ancora una volta la Costituzione

Luciano Granieri




Buone feste compagni! Ritempratevi! Perché nel 2020 dovremo ancora una volta indossare l’elmetto per difendere dall’ennesimo attacco la Costituzione Italiana. Non se ne può più. C’avete fatto caso? Più degrada la cultura istituzionale del ceto politico, più si moltiplicano gli assalti alla Carta, alcuni ahimè andati in porto, guarda caso, quelli non sottoposti a referendum. La modifica dell’art.81, sull’obbligo del pareggio di bilancio, è il più eclatante ed il più contradditorio dei casi  perché contrasta fortemente con lo spirito degli art.2 ,  3 e con tutto l’impianto solidaristico del documento frutto della lotta partigiana. 

La sorte delle modifiche sottoposte a referendum, fortunatamente, sono miseramente fallite mostrando un attaccamento alla Costituzione del popolo italiano fino ad oggi inossidabile. Ma sarà così per la stagione referendaria che ci attende nel 2020? Si tratta di contrastare un piano devastante fondato sulla riduzione del numero dei parlamentari combinato ad  una preoccupante  tensione verso  una legge elettorale iper maggioritaria. 

Per soddisfare la   truce  faccia ignorante di un populismo imperante si spaccia la riduzione del numero dei parlamentari come un provvedimento sacrosanto, anti casta, atto a ridurre una congrega di iper privilegiati risparmiando 500 milioni di euro. Niente di più falso! Un tale misfatto, a fronte di un irrilevante risparmio, aumenterebbe la ricattabilità degli aspiranti  membri della  Casta, i quali, di fronte alla diminuzione delle poltrone, sarebbero ancora più disposti a consegnarsi, mani e piedi, alla tirannia del loro capo bastone, aumentando in modo esponenziale il potere delle segreterie di comitati elettorali colonizzatori imperialisti dei  vecchi partiti, così come intesi nella Costituzione.  

Senza contare che un Parlamento con un numero inferiore di membri sarebbe molti più soggetto alla compra-vendita della vacche atte ad assicurare una maggioranza eventualmente traballante . Gli Scilipoti, i Razzi, i Maruccio da comprare sarebbero molti di meno e molto più accondiscendenti, per cui il costo di una campagna acquisti sarebbe infinitamente inferiore.

 Si vuole ridurre la spesa per la democrazia? Non è possibile. Si vogliono ridurre i privilegi  della casta? E’ possibile. Facendo un rapido calcolo, e senza considerare le eventuali indennità di funzione, i componenti del Senato guadagnano ogni mese 14.634,89 euro contro i 13.971,35 euro percepiti dai deputati. Basterebbe dimezzare questi guadagni per ottenere un risparmio anno di quasi 800 milioni. Ben 300milioni in più rispetto a quanto la riduzione del numero di Parlamentari assicurerebbe. Se a questo aggiungiamo la definizione di un numero minimo di presenze degli eletti in Parlamento, al di sotto del quale la remunerazione andrebbe ridotta ulteriormente, in modo da evitare che vi siano Deputati e Senatori assenteisti , il risparmio sarebbe ancora maggiore, evitando l’ulteriore spreco di un referendum costituzionale in quanto queste sarebbero riforme da legislatura ordinaria.

 E’ chiaro quindi che la riduzione del numero dei parlamentari non ha nulla a che fare con una diminuzione dei costi, ma riguarda, da un lato una diminuzione delle prerogative democratiche del Parlamento, dall’altro la schiavitù totale dei candidati ai capi partito, in ogni caso un’ulteriore scippo di democrazia al tanto  sbandierato popolo sovrano, che non sarà sovrano di nulla, obbligato a scegliere fra gli scagnozzi più fedeli ai capi bastone, la cui pelosa accondiscendenza sarà sicura dimostrazione di inettitudine e incapacità istituzionale. 

La lotta per difendere il  mostro che sta per attentare alla Costituzione sarà dura, molto più dura di prima , perché li avremo tutti contro: Il Pd che, nonostante una posizione contraria, nei passaggi istituzionali precedenti,  oggi ,per mera opportunità di Casta, ha cambiato parere, alla faccia della coerenza. LeU e i bersaniani variamente declinati, tanto paladini contro la riforma renziana, quanto tappetini in quella attuale.  Il M5S, impegnato a soddisfare la feroce voglia giustizialista e di vendetta anticasta della propria stoltissima base, dimenticando che essi stessi fanno parte della Casta e che la riforma di Renzi,  accusata di essere l’esecuzione del programma della P2 e dei potentati finanziari, andava nella stessa direzione. Avremo contro, ovviamente le varie declinazione della destra, dalla versione più truce salviniana e meloniana, a quella berlusconiana meno leonina ma altrettanto pericolosa.  

Avremo contro i “giornaloni” (Repubblica, Corriere della Sera etc-etc) ma anche i “giornalini”, non a caso Marco Travaglio si è già schierato a favore della riforma dopo che con la solita saccenteria e spocchia, tirandoci su anche qualche soldo con piece teatrali maschilite, ci aveva convinto che la precedente riforma renziana, la quale  ripeto, andava nella  stessa direzione di questa, era un attentato alla democrazia.  

Chissà forse potremo sperare nelle Sardine che nelle loro manifestazioni di piazza non hanno fatto altro che sbandierare articoli della Cosrtituzione conditi con “Belle Ciao”. Non ci spererei troppo però. Personalmente mi impegnerò al massimo per scongiurare questo ennesimo attacco alla Carta. Lo ritengo un irrinunciabile atto di ubbidienza civile ed istituzionale. Sono convinto che l’impegno del Comitato per la Democrazia Costituzionale sarà come al solito espresso  al massimo delle proprie possibilità e spero che anche questa volta si potrà salvare l’integrità democratica e sociale della Costituzione. Comunque compagni preparate l'elmetto!

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