Fiat Chrysler Automobiles, con sede fiscale a Londra e sede
legale ad Amsterdam , ha deciso di chiedere un prestito di 6,3 miliardi di euro,
a tasso irrisorio, presso banca “Intesa San Paolo” garantito all’80% dallo Stato
Italiano, attraverso Sace (gruppo Cassa depositi e prestiti controllato dal
Ministero dell’Economia Italiano
ovviamente). Ciò usufruendo delle opportunità offerte
dal decreto liquidità approvato dal governo, Italiano anch’esso, per aiutare le
aziende penalizzate dal lockdown.
Dure reazioni da parte del Pd. Il vice
segretario Andrea Orlando pretende il
ritorno della sede Fca in Italia, prima di concedere l’autorizzazione alla
procedura, dimenticando che l’operazione del trasferimento delle sedi Fca all’estero,
avvenne sotto il governo Letta, esecutivo in cui lui stesso era ministro. Operazione difesa
a spada tratta dall’allora presidente del consiglio il quale ai membri dell’opposizione
(Lega e Forza Italia) che lo invitavano a riferire in Parlamento sull’operazione
rispose: “La sede legale è secondaria, contano i posti di lavoro” Del resto anche dalla destra, nonostante le chiacchiere da gioco
delle parti, Marchionne, colui che mise in piedi l’operazione del trasferimento
della sede legale, era un personaggio venerato.” Per il
centrodestra punto su Sergio Marchionne. Tra non molto gli scade il contratto
negli Stati Uniti, e se ci pensate bene sarebbe l’ideale…”, così dichiarava Berlusconi nel luglio 2017.
Ma c’è poco da
scandalizzarsi. La famiglia Agnelli, oggi Agnelli Elkan, ha sempre usato i governi, variamente colorati, come
zerbini. Dalla contrattazione diretta dei regimi tributari - in barba ad ogni principio di progressività
fiscale - all’acquisizione per un tozzo di pane dell’Alfa Romeo, alle migliaia
di miliardi ottenuti in contributi e cassa integrazione, necessari a socializzare le perdite delle varie crisi aziendali, spesso dovute a cattivo
management o voracità speculativa, è stato sempre ed un continuo “prendere ” senza dare nulla in cambio.
Dunque
niente di nuovo sul fronte aziendale. Piuttosto bisognerebbe entrare
maggiormente nel merito perché i requisiti richiesti dal decreto liquidità
potrebbero non essere completamente soddisfatti.
Le garanzie concesse da Saci sono destinate alla imprese con
fatturato individuale superiore o uguale a 1,5 miliardi con numero di
dipendenti in Italia superiore o uguale a 5.000. E qui ci siamo perché
Fca Italy, succursale italiana della Fca soddisfa questi criteri . Anche la condizione
di congelare il pagamento dei dividendi
azionari per il 2019 è stata soddisfatta
. Infatti, con una pomposa e unanimemente apprezzata campagna mediatica, Fca comunicava che, per attutire l’impatto della crisi da Covid, il
millardo e cento di dividenti per il 2019 non sarebbe stato corrisposto ai soci,
facendo passare il tutto come un’iniziativa umanitaria. In realtà dopo pochi
giorni si sono scoperte le reali finalità dell’operazione: aderire al decreto
liquidità.
Ma il problema è un altro. A molte aziende
che hanno richiesto il prestito garantito dallo Stato, anche quello minimo di
25mila euro, è stato imposto di esibire
il piano industriale triennale. Sarà preteso anche da Fca? E’ fondamentale saperlo perché il piano
industriale che Fca potrà produrre arriverà, si e no, all’inizio dell’anno
prossimo, periodo in cui andrà in porto la fusione con il colosso francese Psa.
Da quel momento cambieranno tutti gli assetti societari. In pratica ad usufruire di quel prestito sarà un’altra
entità proprietaria, fra i cui soci ci
sarà sempre la famglia Agnelli attraverso il suo gruppo finanziario Exor, ma
comparirà anche la Stato francese
azionista di Psa.
Fatemi capire; una norma atta ad aiutare un’azienda privata ,
diciamo così, italiana andrà a favorire uno Stato estero sovrano?
Accadrà questo? Una cosa è certa
da quella fusione nel 2021 i soci (fra
cui Exor) ricaveranno dividendi per 5,5miliadi di euro. E
così si giustifica anche il sacrificio del 2019. A fronte dell'iniziale rinuncia a 1,1 miliardi si ottiene denaro fresco, a
tassi irrisori, garantito dallo Stato, per 6,3 miliardi, più i 5,5 miliardi di
dividendi del 2021. Ci si può stare.
Al
di la dei paradossi. Fca giustifica la richiesta del prestito con la necessità portare avanti il
piano di 5 miliardi per investimenti sui nuovi modelli, da produrre negli stabilimenti
italiani, la cui copertura sarebbe dovuto arrivare dal mercato automotive
bloccato dal Covid. Perché Exor anziché sborsare soldi per colonizzare defintivamente
Repubblica (l’articolo sul prestito pubblicato dal quotidiano è un’ esercitazione
di servilismo di rara bellezza ), non ha impegnato quelle sostanze per dare esecuzione alla
pianificazione di 5 miliardi?
Ma alla
luce dell’imminente fusione, che ne sarà
del piano? Gli stabilimenti dove predisporre le catene per
i nuovi modelli saranno quelli previsti,
e i modelli saranno quelli pianificati? Quei pochi stabilimenti ancora attivi
in Italia al 70% della produttività pre-covid,
(il resto a cassa integrazione) rimarranno aperti, ci saranno ulteriori
delocalizzazioni? E’ previsto un’ulteriore ricorso alla cassa integrazione?
In
un Paese normale prima di garantire un prestito di 6,3 miliardi lo Stato
dovrebbe essere a conoscenza di tutti questi “PICCOLI” particolari. Perché se,
puta caso, il nuovo assetto societario decidesse di non restituire, magari solo
l’80% del prestito, l’onere toccherebbe a Sace, quindi a Cassa Depositi e
Prestiti, quindi allo Stato Italiano. Con conseguente aumento de debito
pubblico, e le attivazioni delle stringenti politiche di austerity imposte dall’Europa.
Le cui conseguenze, come è noto, sono tagli al sistema sanitario, alla scuola,
e a tutti i servizi di pubblica utilità.
In effetti ha ragione Letta, non
contano le sedi legali. Quello che conta, con tutta evidenza, è il
continuo e reiterato scempio del diritto di sopravvivenza della collettività
operato dalle grandi multinazionali e in particolare, per l’Italia dalla
famiglia Agnelli. Questo bisogna combattere, anche se, a quanto sembra, pochi
ne sono consapevoli.
L'avvocato Conte si è già dimenticato, per esempio, delle dimissioni dell'ex ministro dell'Istruzione Fioramonti, a causa della totale insufficienza di fondi che il Governo ha stanziato per la Scuola. Anche in questo settore siamo gli ultimi in Europa; cin cin!
RispondiEliminaL'avvocato Conte si è già dimenticato, per esempio, delle dimissioni dell'ex ministro dell'Istruzione Fioramonti, a causa della totale insufficienza di fondi che il Governo ha stanziato per la Scuola. Anche in questo settore siamo gli ultimi in Europa; cin cin!
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RispondiEliminaL'avvocato Conte si è già dimenticato, per esempio, delle dimissioni dell'ex ministro dell'Istruzione Fioramonti, a causa della totale insufficienza di fondi che il Governo ha stanziato per la Scuola. Anche in questo settore siamo gli ultimi in Europa; cin cin!
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