Luciano Granieri
Il Natale del Covid. Si moltiplicano foto che ritraggono gente inzeppata nelle vie delle compere, immagini che fanno indignare molti operatori sanitari e indurre gli organi governativi ad inasprire i tempi e modi della clausura. Ciò causa l’isteria di chi deve decidere rimanendo prigioniero di un terribile corto circuito: comprare-ma non assembrare.
Siamo preda di una diffusa, quanto fallace, suggestione per cui l’esercizio della libertà individuale si esplica nel consumare, nel fare incetta di merci, anche le più inutili. Se non si possono percorrere le vie del commercio, non si può uscire, dunque si rimane prigionieri, vittime di una libertà negata.
Ma è proprio vero?
Il nostro Paese è ricco di bellezze naturali, architettoniche , paesaggistiche. Disgraziatamente sull’altare dell’affollamento, officiante il Dio consumo, sono stati sacrificati musei, teatri , cinema. Ma c’è rimasto tutto il resto.
Si potrà, forse inaspettatamente, scoprire che a pochi chilometri da casa esiste un borgo, un bosco, una sentiero di montagna da percorrere a piedi o con le ciaspole. Insomma si potrà scoprire che bearci delle bellezze di cui i nostri territori abbondano -anche se stiamo facendo di tutto per distruggerle - non costa nulla, mentre il costosissimo telefonino di ultima generazione sarà destinato a rimanere un sogno artificiale dentro una vetrina abbagliante di luci. Roba per pochi ricchi, che tanto se lo comprano su Amazon, ma che genera un assembramento di masse abbagliate dal mito del possiedo-sfoggio, quindi sono.
Una domanda sorge spontanea: Ha senso affollare le vie degli acquisti, soffrendo la sorda frustrazione di poter comprare, poco o nulla di ciò che si desidera, rimpinzando assembramenti le cui conseguenze imporranno restrizioni su chi magari avrebbe voluto andare al cinema o a teatro? Si può anche uscire, respirare, spaziare, insomma essere liberi, senza affollarsi per lo spritz, ma frequentando le meraviglie dei propri territori.
E’ più bello non ci si assembra e, oltre tutto, è gratis.
Di seguito la testimonianza dell'altra via, quella che abbiamo percorso in queste domeniche in cui si raccomandava di "NON AFFOLLARSI"
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