Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 1 settembre 2021

A Piazza Garibaldi un'altra cultura è possibile.

 Luciano Granieri




"Sunshine, tutti i colori della musica, è un libro di politica”. E’ quanto ha premesso Diego Protani, nel corso della presentazione del suo ultimo volume, edito da LFA Pubblisher, sulla musica degli anni ‘60 e ‘70. Evento organizzato dalle associazione “Spazio Arte Rigenesi” e “Oltre l’Occidente” in Piazza Garibaldi a Frosinone venerdì scorso 27 agosto.

 In effetti far parlare i musicisti attivi in un periodo carico di risvolti conflittuali, rivoluzionari, definiti da alcuni utopici, costruisce una narrazione potente e significativa. Raccogliere le testimonianze degli artisti di allora, riportare le fasi di un percorso finalizzato alla piena librazione della propria espressività e partecipazione collettiva al panorama socio culturale di oggi è, di fatto, un’operazione politica a tutto tondo. 

Così come operazione politica è stata la modalità con cui si è svolta la presentazione in piazza del libro di Diego Protani. Unire le riflessioni scaturite dal confronto sui temi di “Sunshine tutti i colori della musica”, fra l’autore e il pubblico (sollecitato dal conduttore) con la musica eseguita dal vivo dal gruppo Dottor Louis & The Icebreakers, è stata una manifestazione  dai risvolti politici significativi.

Quell’evento, frutto di contaminazione fra parole e note, svoltosi in una piazza storica, fuori dai rigidi schemi imposti da un’amministrazione comunale accentratrice, è una vera rivoluzione politica. Dimostra che la nostra città non è così ingessata in uno schema in cui: da un lato c’è il festival de conservatori, evento indubbiamente meritorio ma dal costo, troppo esorbitante, riservato ad una èlite, o pseudo tale, dall’altro esistono manifestazioni grossolane utili a far fare affari ai commercianti, pensate per un pubblico, giudicato, a torto, bolso e ignorante.

 Ci riferiamo a  rassegne teatrali di bassa levatura e cinematografiche poco curate, come se il loro svolgimento fosse una scocciatura per l’amministrazione. Proiezioni mortificate da un’arena , ricavata dentro il "Matusa", (ma la Villa Comunale esiste ancora in questa città?),  in cui l’inquinamento luminoso non consente una visione ottimale,  locandine e brochure che riportano i titoli dei film sbagliati a dimostrazione di una penosa sciatteria. Tanto il popolo bue partecipa ugualmente. 

Ci riferiamo anche al Matusa (ex stadio trasformato in fiera di bassa lega) anch’esso costato uno sproposito, e alle Terrazze di C.so della Repubblica, da dove si può ammirare un belvedere, che di bello non ha proprio nulla, avvolti dai mefitici fumi di olio da frittura, stantio ed esausto,  che profluviano da orrende bancarelle di street food. Una pianificazione dettata da necessità commerciali più che culturali. Non è un caso che per chiedere l’occupazione di suolo pubblico al Comune è necessario rivolgersi all’assessorato per le attività produttive. 

La presentazione del libro di Diego Protani, con l’annesso concerto dei Dottor Louis & The Icebreakers, ha dimostrato che a Frosinone  un’altra cultura è possibile, evadendo dai rigidi schemi dettati dal padrone unico della città. Ha dimostrato, anche, che il Centro Storico può vivere fuori dalle quinte posticce che nascondono degrado ed abbandono. E questa è politica piena. E’ proposta. E’ servizio ai cittadini. 

Da rimarcare che tutto ciò ha avuto luogo senza utilizzare alcun finanziamento, né privato né pubblico, evitando di fare cassa di risonanza ad amministratori pubblici "mecenati" che pretendono di detenere il potere unico sugli eventi culturali in Provincia e che fanno passerella prima di ogni concerto per poi lasciare l’uditorio senza neanche ascoltare un brano. 

 Ciò a dimostrazione che non servono finanziamenti faraonici per fare cultura,(anche se qualche soldo è necessario) ma occorre soprattutto tanta passione ed impegno, quello che i comitati elettorali, denominati impropriamente partiti, oggi non hanno più. Abbiamo fatto politica con passione e vogliamo continuare, riqualificando, a modo nostro, un luogo bellissimo come Piazza Garibaldi, trasformando questo salotto popolare in una culla della cultura per tutti.









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