Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

martedì 7 dicembre 2010

Alla regione Lazio la Polverini scatena la polizia

da Vigilanza Democratica 



Ieri 6 dicembre 2010 alla Regione Lazio chi manifestava per il diritto alla casa è stato accolto con cariche della polizia. “Ci sono altri modi di protestare”, ha risposto Renata Polverini, criticando chi  è andato lì a portare “mille problemi”. Questa la giustificazione di chi, tanto per fare un esempio, ha definito nel passato recente "Bertolaso un eroe nazionale messo alla berlina" e che in disprezzo alla sofferenza delle masse popolari aquilane e campane ha vantato per lui il miracolo della ricostruzione e dello smaltimento dei rifiuti. Questa la risposta di chi con una mano ha tagliato gravemente la Sanità Pubblica e con l’altra ha elargito alle cliniche private dell’Opus Dei e dei vari Ciarrapico, di chi rivendicando una civiltà che non le appartiene, spera di liquidare con i metodi fascisti che le sono cari, i problemi sociali che la sua classe politica sta esasperando.





Ieri sotto la Regione abbiamo assistito all’ulteriore manifestazione dello scontro ormai in atto tra la cricca di parassiti (di destra come di sinistra) che da venti anni sta portando il nostro paese allo sfacelo ed una società ormai stanca di pagare per altri il costo della crisi che la attanaglia.

Una società stanca, ma desiderosa di riscossa, che sta imparando velocemente che, per riappropriarsi del proprio futuro, occorre assediare i palazzi del potere, costruire in prima persona “la propria liberazione”, sfiduciare nelle piazze e con l’azione il governo Berlusconi e qualsiasi altra alternativa che già parli il linguaggio a senso unico dei grandi sacrifici necessari. Una società che sta imboccando oggettivamente la via dell’altra sola, possibile soluzione: quella della costruzione di un governo di emergenza popolare.

Di questa società e di questo spirito di riscossa sono espressione i manifestanti di ieri, come gli operai che hanno lanciato uova contro le sedi dei sindacati asserviti e che il 16 ottobre scorso hanno reclamato a gran voce lo sciopero generale. Ne sono espressione gli studenti e i professori che nei giorni passati hanno creato problemi di ordine pubblico e posto all’ordine del giorno questioni che vanno ben oltre la riforma Gelmini. Ne sono espressione le lotte dei immigrati a Brescia e Milano contro la sanatoria truffa che stanno ribaltando uno dei cardini fondanti del razzismo, cioè la paura, la sottomissione e la rassegnazione degli extracomunitari,  e che , rafforzando l’unità con i lavoratori e le masse popolari italiane,  dimostrano di comprendere bene il significato della “lotta comune contro il nemico comune”.

 Il 14 dicembre prossimo i comitati “Uniti contro la crisi” promossi da FIOM, AP-CGIL,  Action, centri sociali, immigrati, Collettivo 3 e 32 dell'Aquila, Presidio permanente No dal Molin, Comitato di Chiaiano, si ritroveranno assieme agli studenti sotto Montecitorio per portare la sfiducia delle masse popolari italiane ed immigrate a questo Governo di ladri e di razzisti che, con la scusa della crisi, stanno distruggendo diritti e territorio.

Il 14 dicembre sarà un’altra giornata decisiva per porre all’angolo il governo della reazione e imboccare la strada del governo di emergenza popolare.

 Il 14 dicembre anche noi saremo sotto Montecitorio assieme a chi realmente vuole riappropiarsi del proprio futuro e porteremo anche lì il nostro appello “Estendere e rafforzare la vigilanza democratica” che vi invitiamo ancora una volta a firmare in nome di un obiettivo particolare, quello della solidarietà con quattro militanti comunisti contro cui è stata montata l’ennesima operazione giudiziaria, ma soprattutto in nome di un obiettivo generale di gran lunga più importante: la realizzazione della Costituzione e l’opposizione alla deriva reazionaria impressa alla nostra società.
Con l’acuirsi dello scontro sociale in atto,  assisteremo con sempre maggiore frequenza a cariche uguali e peggiori a quelle di ieri, ad operazioni criminali ordinate e compiute al di fuori di ogni legge.
Nessuna impunità deve essere garantita ai mandanti politici e agli esecutori materiali di tali crimini! 






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