Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 13 luglio 2012

VIVA LA LOTTA DEI MINATORI SPAGNOLI!

Pubblichiamo una traduzione di due articoli di Corriente Roja (Corrente Rossa) sulle grandi manifestazioni che si sono svolte martedì e mercoledì a Madrid, in sostegno alla lotta dei minatori. Sul sito del Pdac si trovano altri testi su questa lotta di eccezionale radicalità che rappresenta uno dei punti più avanzati tra le lotte operaie in Europa.
Corriente Roja, che ha partecipato in prima fila alle mobilitazioni ed è tra i promotori della manifestazione della sinistra di classe e del sindacalismo alternativo che ha portato in piazza 25 mila manifestanti la sera dell'11 luglio, è la più dinamica e attiva e visibile tra le forze della sinistra rivoluzionaria spagnola.








Madrid operaia sostiene i minatori
Cronaca delle manifestazioni del 10 e 11 luglio
di Corriente Roja

Nella notte del 10 luglio, quando i minatori sono entrati in città, provenendo da nord, nonostante fosse molto tardi (quasi mezzanotte), hanno trovato ad accoglierli più di 50 mila persone.
Durante la marcia di molti chilometri si erano aggiunti al corteo migliaia di persone che insieme hanno attraversato piazze gremite. Tanta era l'emozione con cui giganteschi cori hanno intonato l'inno di lotta dei minatori ("Santa Barbara Bendita"), inframmezzato dallo slogan: "Madrid obrero apoya a los mineros" (Madrid operaia sostiene i minatori, ndt).
Affacciata ai balconi e alle finestre di tutto il tratto che passa per Princesa e la Gran Via la gente salutava i minatori. Tutto ciò in una atmosfera di grande emozione collettiva.
Oltre due ore dopo, verso le 2,30 di notte, il gigantesco corteo arrivava infine a Puerta del Sol.
Le burocrazie sindacali hanno fatto quello che hanno potuto per ritardare l'arrivo dei minatori a Madrid, nell'intento di ridimensionare la manifestazione. E in effetti hanno ottenuto che una parte di coloro che il giorno seguente dovevano andare a lavorare non ha potuto fermarsi fino a notte fonda. Ma nonostante ciò la manifestazione è stata gigantesca, soprendendo tutti per le dimensioni imponenti. E' stata infatti una delle più grandi manifestazioni da molto tempo a questa parte e soprattutto aveva un chiaro carattere di classe, espresso nello slogan più gridato in piazza: "viva la lotta della classe operaia!"
L'odio per il governo del Partito Popolare (Pp), guidato da Mariano Rajoy, risuonava in ogni slogan del corteo. Passando davanti alla sede del Psoe [il partito "socialista" ndt] un enorme spezzone di corteo ha gridato: "lo chiamano socialista e non lo è, oe, oe, oe" esplicitando così il rifiuto dell'insieme dei partiti del regime borghese.
Mariano, Mariano, non passi l'estate
In tanti vedono nei minatori e nei loro metodi di lotta un esempio, e sono orgogliosi di sostenerli. Più passa il tempo più in tanti capiscono che questa crisi non ha vie d'uscita e che intanto il governo e la troika non cessano gli attacchi contro i lavoratori e le masse popolari.
Nella mattina dell'11, dopo una manifestazione notturna che in una situazione normale avrebbe fatto vacillare il governo, ciò che Rajoy ha fatto è stato di annunciare un nuovo pesante pacchetto di tagli, comprendente il taglio della tredicesima per gli statali e l'aumento dell'Iva a danno dei lavoratori e delle masse popolari. Si tratta delle misure imposte dalla troika in cambio dell'aiuto ai banchieri e che, secondo quanto ha scritto la stessa stampa borghese: "costituiscono il colpo più duro della storia allo Stato sociale".
Mercoledì 11, altre due manifestazioni
Per la mattina dell'11, altre 60 mila persone hanno accompagnato i minatori da piazza Colon fino al ministero dell'Industria per reclamare gli aiuti al settore carbonifero.
E' stato a questo punto che la polizia ha caricato con violenza i manifestanti provocando 76 feriti e arrestando 7 manifestanti. La criminalizzazione dei movimenti sociali e la repressione dei minatori sono ormai una costante. Ma, come cantava lo spezzone della Corriente Sindical de Izquierdas delle Asturie: "se non c'è soluzione, faremo ancora più barricate".
Nella serata dell'11 il sindacalismo alternativo, varie assemblee di quartiere del 15M [il movimento degli "indignados", nato il 15 maggio dell'anno scorso, ndt], e minatori hanno organizzato un'ulteriore manifestazione, dalla stazione di Atocha a Puerta del Sol, passando per piazza Jacinto Benavente. A questa manifestazione hanno potuto partecipare quei settori che, lavorando di giorno, non avevano potuto partecipare alle altre manifestazioni. La piattaforma era alternativa a quella delle burocrazie sindacali perché, come dice uno slogan del Co.Bas: "a Toxo e a Mendez [rispettivamente segretari generali di CC.OO e di Ugt, i due principali sindacati concertativi, ndt] vogliamo chiedere: quanti tagli sono ancora necessari perché decidiate di convocare lo sciopero generale?"
Organizzare un'alternativa alla burocrazia è una necessità per il movimento operaio
Il sindacalismo alternativo, specialmente il Co.Bas, e Hay que pararles los pies [un fronte di organizzazioni sindacali, politiche e sociali], sono sempre disponibili all'unità per lottare: però, così come ogni attivista onesto, sono consapevoli che la burocrazia sindacale prima o poi finisce col concertare col padronato, producendo accordi dannosi per i lavoratori, perché le burocrazie vivono dei privilegi che concede loro lo Stato e per questo praticano un sindacalismo fondato sulla collaborazione di classe, dove cioè chi vince sempre, in definitiva, sono i padroni e il loro governo.
Uno dei dirigenti del sindacalismo combattivo delle Asturie diceva giustamente che il pericolo non viene solo dal ministero dell'Industria e dal governo ma soprattutto dal fatto che all'interno del movimento operaio ci sono direzioni che tradiscono e agiscono in combutta col governo e col padronato.
In questo senso, la manifestazione organizzata dal sindacalismo combattivo aveva un doppio obiettivo: primo, appoggiare la lotta dei minatori (e per questo il sindacalismo combattivo ha partecipato a tutte le manifestazioni unitarie) e secondo, avanzare un programma alternativo a quello delle burocrazie, per una lotta democraticamente organizzata e decisa dai lavoratori.
Viva la lotta dei minatori! Abbasso i tagli di Rajoy e della troika!
Mentre stavamo terminando questo articolo iniziava la manifestazione del sindacalismo alternativo [quella della sera dell'11, di cui si dà conto nel successivo articolo che pubblichiamo in questa news, ndt]. Si tratta di una manifestazione nella cui convocazione e organizzazione Corriente Roja ha svolto un ruolo centrale.
L'uscita dalla crisi esige che si avanzi un piano operaio e popolare, che parta dall'immediata cessazione del pagamento del debito ai banchieri, che espropri le banche sotto controllo operaio, che confischi i beni dei banchieri e degli industriali, responsabili della crisi.
Noi lavoratori non vogliamo più sopportare i tagli. Pretendiamo di avere un lavoro, una casa, servizi pubblici gratuiti.
Per fare tutto ciò è necessario unire le lotte e convocare un altro sciopero generale prolungato. Bisogna fermare l'attacco di Rajoy. E questo si può fare solo con la lotta. Per questo è vergognoso che il Psoe offra un patto di "unità nazionale" al Partito Popolare proponendo che i piani di austerità della troika vengano negoziati con le burocrazie sindacali (CCOO e Ugt). Ed è scandaloso che Izquierda Unida [la sinistra radicale, riferimento in Spagna di Rifondazione, ndt], applichi in Andalusia (dove è al governo insieme al Psoe) gli stessi tagli e le stesse misure anti-operaie che il Pp applica a livello nazionale.
Dobbiamo lottare per un governo operaio, basato sulle organizzazioni di lotta dei lavoratori e delle masse popolari.




In 25 mila alla manifestazione
del sindacalismo alternativo

di Corriente Roja
La giornata dell'11 luglio in difesa dei minatori si è conclusa in serata con il corteo di 25 mila manifestanti chiamati in piazza da Hay que pararles los pies [v. sopra, ndt], fronte di cui fanno parte sia il Co.Bas che Corriente Roja [la nuova sezione spagnola della Lit-Quarta Internazionale, v. nostra nota introduttiva a questa news, ndt].
Alla manifestazione hanno aderito anche varie strutture locali del 15M, centri sociali, vari settori del sindacalismo di base.
Gli organizzatori, che già avevano partecipato alla manifestazione che il 10 notte ha accolto i minatori e anche alla manifestazione della mattina dell'11, hanno convocato la manifestazione della sera dell'11 con un doppio obiettivo, come ha spiegato Angel Luis Parras (portavoce di Hay que pararle los pies e dirigente di Corriente Roja): in primo luogo, permettere a chi lavorava di giorno (e dunque non poteva esserci al mattino, trattandosi di un giorno feriale) potesse manifestare; e in secondo luogo, consentire così che si sentisse anche la voce diretta dei minatori e non solo quella dei burocrati sindacali [organizzatori delle altre manifestazioni, ndt].
Questa manifestazione "alternativa", che è partita dalla stazione di Atocha in direzione di Puerta del Sol, aveva alla testa un gruppo di minatori del bacino di Cangas (nelle Asturie) e di Matarrosa del Bierzo di Leon [nel nord della Spagna, ndt], cioè i protagonisti di questa lotta esemplare. La presenza di questi minatori è servita a dimostrare che nonostante gli oltre 50 giorni di sciopero che hanno sulle spalle, questi lavoratori non sono più disposti a subire i tradimenti della burocrazia che dirige CCOO e Ugt, e che vogliono portare la lotta fino in fondo.
La manifestazione ha avuto una partecipazione al di sopra di ogni aspettativa, tanto più se si tiene conto che i mezzi di comunicazione, le burocrazie sindacali e anche la direzione anarco-sindacalista hanno fatto di tutto perché non fosse presa in considerazione questa ulteriore manifestazione [che si "aggiungeva" alle due di cui si parla nel primo articolo, ndt]. I mass media hanno oscurato la manifestazione, nonostante su ogni muro di Madrid ci fossero manifesti che chiamavano alla manifestazione.
La manifestazione è stata convocata in maniera militante, dal sindacalismo alternativo, dagli attivisti del movimento degli indignados, da diversi centri sociali. Non solo le burocrazie ma anche la Cgt [sindacato diretto dagli anarchici, ndt] ha tentato di boicottarla in ogni modo, con un atteggiamento settario, che non favorisce le lotte per costruire una alternativa alle burocrazie.
In ogni caso, nonostante tutti questi ostacoli, la manifestazione ha avuto un risultato eccezionale ed ha costituito una vittoria molto, molto grande che rafforza il percorso in direzione di una alternativa di lotta, democraticamente organizzata e classista.
Il corteo serale ha dimostrato che l'unica via d'uscita dalla crisi sta nell'unione di tutti i settori in lotta e nella mobilitazione di piazza.
Gli slogan che maggiormente sono risuonato durante tutto il percorso sono stati: "Madrid operaia appoggia i minatori", "Viva la lotta della classe operaia", "qui manca un nuovo sciopero, qui manca un nuovo sciopero generale", "vedremo chi avrà l'ultima parola, se i minatori in piazza o questo governo di figli di puttana", "Mariano, Mariano [il primo ministro Rajoy, ndt] non passi l'estate", "Spagna, Italia, Grecia e Portogallo, la lotta operaia è internazionale".
L'arrivo del corteo a Puerta del Sol è stato impressionante ed emozionante. Il corteo, che aveva raccolto fino a quel momento circa 20 mila manifestanti, si fondeva con altre migliaia che stavano aspettando in piazza. All'ingresso in piazza è esploso un grido: "Madrid obrero apoya a los mineros!" e poi ancora: "Aiutano i banchieri e licenziano i minatori!" [in spagnolo suona meglio: "Rescatan a los banqueros y despiden a los mineros, ndt].
Nei comizi conclusivi della manifestazione sono intervenuti, a nome delle organizzazioni raggruppate in Hay que pararles los pies, due lavoratori dell'Ups [la multinazionale dei trasporti, ndt], fabbrica in cui si continua la lotta contro il padronato nonostante proprio in questi giorni l'intero stabilimento di Vallecas (Madrid) sia stato venduto (lavoratori inclusi) a un'altra impresa.
Gli interventi finali sono stati quelli, emozionanti, di due compagni minatori delle Asturie, membri della Corrente Sindacale di Sinistra dei bacini asturiani de Cangas e Mieres, più volte interrotti dal pubblico che gridava "La lucha del minero, orgullo del obrero!" (La lotta dei minatori è un orgoglio per gli operai, ndt]. L'inno dei minatori, "Santa Barbara Bendita", cantada dalle migliaia di persone che riempivano la piazza, ha concluso la manifestazione.
Purtroppo i mass media hanno informato solo del fatto che, al termine della manifestazione, quando la maggior parte dei partecipanti se ne erano andati, la polizia ha caricato violentemente alcuni manifestanti rimasti a Puerta del Sol, provocando feriti e facendo alcuni arresti.
La giornata di sostegno ai minatori è stata una grande vittoria, che ha fatto emergere, grazie a una lotta cosciente e classista, tutte le lotte degli altri settori di lavoratori e dei giovani precarizzati, così come dei settori di piccola borghesia in via di proletarizzazione.
La manifestazione "La Madrid operaia sostiene i minatori" ha una portata e un significato che si scontra frontalmente con i capitalisti, i loro governi e la burocrazia sindacale e i partiti del regime borghese che l'unica cosa che sanno fare è tramare tra loro contro i lavoratori.
In questa giornata, il sindacalismo alternativo ha svolto un ruolo decisivo, essendo stato il primo a promuovere e a sviluppare per 15 giorni una campagna massiccia di sostegno ai minatori e per aver fatto appello a una mobilitazione di massa per accogliere la marcia dei minatori, cosa che in seguito ha costretto anche le burocrazie a muoversi. Ciò che ha costituito il punto di forza è stato al contempo fare appello a una lotta unitaria e cercare di costruire in maniera democratica, classista e combattiva un'alternativa politica e organizzativa alle burocrazie. Il tutto attorno alla difesa di una rivendicazione chiara: la nazionalizzazione del settore minerario sotto il controllo operaio.
(traduzioni dallo spagnolo e note di Francesco Ricci)

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