Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 26 gennaio 2013

Chi sono gli "IMPRESENTABILI"

Luciano Granieri


  Impresentabili. Sono giorni che questa parola ridonda nelle vicende   elettorali,  Da Crisafulli a Papa, da Cesa a Minzolini, tutti a fare le pulci sulle liste presentate dai partiti per vedere chi  ha più candidati con conti  aperte verso  la giustizia  . C’è chi epura, ma non troppo, per mera questione morale, che epura, all’acqua di rose, perché obbligato dai sondaggi. Questa ultima non è una ragione  propriamente morale, ma tocca farsene una ragione. Personalmente ritengo che la querelle sugli  impresentabili posta in questi termini non dovrebbe neanche esistere. In un paese civile   la questione morale non è prevista ,  chi  viene solamente sospettato di aver commesso un reato  dovrebbe concentrarsi nel  risolvere i sui problemi con  la giustizia e poi , eventualmente  candidarsi . La questione legale e morale non dovrebbe figurare nei programmi elettorali dei partiti ma nei loro statuti. Trovo quindi imbarazzante per gli elettori italiani stare a disquisire su un principio che dovrebbe essere  ampiamente acquisito  nell’agire politico. Preferisco spostare il tema degli  “IMPRESENTABILI” su un piano più prettamente politico e ideologico. Per un povero cristo come me e come tanti  che vive di stipendio che ha una famiglia da tirare avanti, e che comunque è ancora convinto che per riappropriarsi di diritti acquisiti con decenni di conflitti  sia   necessaria la cara vecchia lotta  di classe, ad essere impresentabili sono quasi  tutti gli schieramenti.  Sono impresentabili i fascisti consapevoli di CasaPound, così come i fascisti inconsapevoli, ma non meno pericolosi, del movimento 5 stelle. L’antifascismo sia come elemento fondante della nostra democrazia, sia come principio di vita è un valore  fondamentale, per cui chi non lo pratica è “IMPRESENTABILE”.  Proseguiamo con altri fascisti, quelli legati al Pdl. In questa infetta   coalizione sono presenti, oltre  ai post fascisti,  anche cialtroni  maneggioni, ladri, puttanieri d lungo corso , matrone rifatte, allegre donnine passate dalla carriera di letto alla carriera politica   tutte  starnazzanti in difesa del grande Capo che è il  più cialtrone di tutti. Il fatto che questa masnada di gaglioffi abbia governato il nostro paese per quasi un ventennio la dice lunga sulla consapevolezza democratica del nostro popolo. Ovviamente anche questi sono più che impresentabili. Proseguiamo con la formazione dei   “Catto-banchieri” guidata dal bocconino Mario Monti.  Coalizione  il cui leader è il candidato preferito della èlite finanziaria  del notabilato ex democratico cristiano di Casini  . Causa  primaria della enorme  crisi finanziaria che sta attanagliando il Paese,  è il costo degli interessi  sul debito che abbiamo contratto per colpa di spregiudicati speculatori finanziari, e della banche d’affari. E’ del tutto evidente che una formazione  il cui obbiettivo è quello di eleggere un banchiere di lungo corso per porlo a  difesa degli interessi speculativi del capitale finanziario è assolutamente impresentabile. Se poi aggiungiamo che a fianco di Mario Monti si sta schierando la solita grande imprenditoria accattona rimasta  nauseata dalla rozzezza di Berlusconi,  il quoziente di impresentabilità aumenta all’ennesima potenza. Anche  la compagnia di sbirri riformisti ed ex comunisti messa insieme da Ingroia non ha nulla da invidiare in fatto di impresentabilità. Dietro gli esponenti della società civile, alcuni rispettabilissimi, a dire il vero,   eretti a icona della legalità e della estraneità al teatrino dei tradizionali comitati elettorali, si nascondono i soliti noti ex comunisti che non avendo più una cedibilità minata da anni e anni di relazioni pericolose con governi riformisti quando non liberali, hanno cercato disperatamente un veicolo per riaccreditarsi e rientrare nel giro  che conta. Hanno infiltrato e succhiato sangue a fior di  movimenti come  “Noi no debito” e da ultimo “Cambiare di può”  per poi gettare tutto a mare  e scegliere un  ipotetico cavallo vincente, il magistrato Ingroia, il tutto  rinunciando ad un simbolo che per i militanti  e per la storia ha significato e significa ancora oggi molto. Un simbolo che identifica non solo un modo di fare politica ma un vero e proprio modello di vita, di  rapporti umani e sociali. In più il magistrato palermitano per deformazione professionale è portato a condannare  il conflitto sociale. “I No Tav hanno ragione nel merito a protestare , ma nel metodo sono assolutamente irresponsabili” questa è l’idea di Ingroia .  Infatti se la rivoluzione è civile,  anche la protesta   deve essere altrettanto, della serie, “manifestante porgi l’altra tempia al manganello della polizia, anche se stai protestando per una giusta causa”. E veniamo al partito forse più impresentabile ma che ha ampie possibilità di vincere le elezioni.  Mi riferisco al Pd. Ebbene in questa aggregazione, convergono tutti gli elementi di impresentabilità presenti singolarmente negli altri schieramenti. Anche nel Pd qualche maneggione non manca, le liste così tanto pulite non sono. E che dire dei banchieri tanti cari allo schieramento avverso di Monti?  Se ancora ce ne fosse bisogno, le vicende dei derivati del Monte dei Paschi di Siena, stanno li a dimostrare che il Pd ce l’ha una banca eccome, anzi attraverso questo istituto voleva tentare la scalata ad un'altra banca,  l’Antonveneta. Il partito di Bersani non si fa mancare nulle neanche sul versante confindustriale e dei manager d’assalto. L’associazione degli industriali con l’esclusione dei cattivi della Fiat è tutta con il Pd. Autorevole è la presenza di altri sbirri così come accade in Rivoluzione Civile .  Mancano,  è vero, i fascisti ma in compenso è presente  il  più grande sindacato della triplice  così  fondamentale  a tenere a freno quei lavoratori e quel blocco sociale che potrebbe sollevarsi  sentendosi ancora una volta   tradito dai riformisti liberali. Tutti impresentabili dunque? Non proprio. Restano i due schieramenti che ancora indefessi ostentano con orgoglio la falce e martello nel loro simbolo. Sia il Pcl di Marco Ferrando che il partito di Alternativa Comunista, hanno il coraggio di dire le cose come stanno e individuare l’unico e vero responsabile della crisi economica e sociale che sta attanagliando l’Europa, ovvero  il sistema  finanziario e capitalistico. Ma loro è una semplice partecipazione di testimonianza. Non si può essere contro le regole del gioco e poi partecipare al gioco stesso. No cari compagni. Vi  auguro di ottenere i migliori risultati in questa tornata elettorale, ma preferisco di gran lunga avervi al fianco nelle lotte per difendere i diritti del lavoro, dell’istruzione pubblica,  della sanità  e per fare in modo che il moderno proletariato che oggi è il 99% della popolazione possa imporsi su quell’ 1%  di speculatori ultraricchi che sta riducendo alla fame noi gente comune.

4 commenti:

  1. Luciano, non capisco cosa significa "semplice partecipazione di testimonianza": forse significa che visto che non possono ambire a vincere alcunchè allora non dovrebbero presentarsi? Quindi tu le elezioni le concepisci solo per chi è in gara per vincere? E già, perchè "se si è contro le regole del gioco non si deve partecipare al gioco", e anche questo non lo capisco: le regole del gioco, se per gioco si intendono le elezioni con tutto ciò che ne consegue, sono che chi ha la maggioranza governa, e governa secondo ciò che impongono i poteri forti. Anche le elezioni sono fatte a misura di chi sta a cuore ai poteri forti. E a maggior ragione è importante partecipare, per far capire alle persone che esistono voci dissenzienti, che oltre all'opposizione populista dei grillini, oltre a quella "antiliberista" di Ingroia, oltre a quella fascista di casapound esiste anche un'opposizione anticapitalista, comunista, che si presenta alle elezioni presentando un suo programma pur essendo consapevole che le elezioni non cambieranno niente, ma che comunque pensa che nella costruzione di una coscienza di classe le elezioni possano essere un momento in cui è più facile arrivare all'attenzione delle persone. Semplice testimonianza? Bene, mi sta bene anche questa definizione: io da candidato del Pcl testimonierò durante la campagna elettorale che questo sistema fa schifo, proporrò le ricette anticapitaliste in cui credo, farò in modo che il più alto numero di persone possibile possa sentir parlare di nazionalizzazione delle banche, di nazionalizzazione delle aziende che licenziano e\o delocalizzano e\o inquinano, senza indennizzo e sotto il controllo dei lavoratori, di cancellazione delle leggi che hanno distrutto il lavoro a partire dalla legge 30, di diminuzione dell'orario di lavoro a parità di salario dividendo il lavoro disponibile fra tutti per lavorare meno ma tutti, di rifiuto del pagamento del debito pubblico, e altre cose ancora: questa sarà la mia semplice partecipazione di testimonianza e in tutta Italia sarà la semplice partecipazione di testimonianza di tutti i candidati del Pcl. E passate le elezioni continuerò a dire le stesse cose ogniqualvolta ne avrò l'occasione. Cosa impossibile secondo te, perchè se si dovesse seguire il tuo ragionamento e si volesse cercare il pelo nell'uovo, se uno non accetta le regole del gioco allora non deve partecipare al gioco mai, e non astenersi solo durante le elezioni, come se le elezioni fossero un momento esterno alla vita quotidiana: non si dovrebbe partecipare al gioco mai, in nessun giorno della settimana e in nessuna ora del giorno, a partire dal proprio modo di vivere e dalle proprie abitudini giornaliere, anche nelle piccole cose; ma questo diventa un altro discorso.

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    1. Caro Andrea, cerco di chiarire alcuni punti, forse mi sono spiegato male. Le elezioni non dovrebbero essere un gioco, anzi dovrebbero costituire un momento alto di partecipazione democratica. Ciò che le rende una farsa è il fatto che le regole su cui si basa la contesa elettorale anziché essere decise per assicurare la piena rappresentanza degli interessi dei cittadini , sono stabilite per tutelare gli interessi dei partecipanti più forti . Ciò comporta che gli schieramenti più influenti si aggiustano la situazione secondo la propria convenienza. Qui non si tratta di rifiutare la partecipazione se non si è in grado di vincere, si tratta di non prendere parte ad una contesa truccata. Non vado a giocare una partita di poker sapendo che il regolamento concede ai miei avversari più forti la disponibilità di altri quattro assi oltre a quelli presenti nel mazzo. Potrei partecipare per denunciare la combine, ma se questa mia denuncia viene ignorata, e anzi mi viene contestato che se siedo a quel tavolo sapendo di essere imbrogliato, o faccio la figura del deficiente o, sotto sotto, spero che anche a me venga passato, se non qualche asso in più, almeno un straccio di fante, il mio giocare diventa inutile, anzi deleterio. Ritengo molto più produttivo sedermi fuori dalla bisca e denunciare a tutti i passanti l’imbroglio che si perpetua a quel tavolo da poker. Detto in altro modo, la testimonianza contraria al sistema, espressa all’interno del sistema stesso a mio avviso è autolesionista. In questa ottica hai individuato il mio pensiero. E’vero secondo me le elezioni sono un momento avulso dalla vita quotidiana, o meglio rispondono a logiche che con la vita quotidiana non hanno niente da spartire. Ecco perché, e qui sbagli nell’interpretare il seguito del mio ragionamento, forse perché come già detto mi sono espresso male, considerando molto importante la vita quotidiana, e farsesco l’agone elettorale, credo che l’agire politico secondo i temi che con te condivido in pieno, sia molto più significativo se espresso nel quotidiano e non nella gazzarra mediatica che si scatena in concomitanza delle elezioni. E’ evidente comunque che rispetto le tue scelte e quelle di chi come te ha deciso di candidarsi, ma personalmente non le condivido. In bocca al lupo per la tua campagna elettorale.
      Luciano.

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  2. ho dimenticato di firmare il commento: sono Andrea Cristofaro, ciao.

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  3. Lo scopo dell'astensionismo attivo, con rifiuto della scheda al seggio, è messo in campo quale forma di "protesta collettiva", in questa tornata elettorale, contro tutte le forze politiche attualmente al potere che non hanno fatto nulla (TUTTE) per cambiare la legge elettorale e restituire il potere della scelta dei candidati al popolo sovrano... calpestando la costituzione ed operando ogni forma di corruzione diffusa e ruberie in ogni dove... Ora basta...!!!

    IO NON VOTO, SCELGO LA LOTTA
    con il COMITATO ASTENSIONISMO ATTIVO
    Luciano Bracaglia

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