Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 12 settembre 2014

Intervento alla fiaccolata dell'11 settembre contro il dissolvimento della sanità in Provincia di Frosinone

Luciano Granieri

Pubblico di seguito l'intervento che avevo preparato in occasione della fiaccolata organizzata l'11 settembre scorso dal coordinamento provinciale per la sanità di Frosinone. Sarei dovuto intervenire come rappresentante del Comitato L.I.P. Legge d'Iniziativa popolare per la Valle del Sacco. Per motivi di tempo e di opportunità - ho preferito lasciare maggiore  spazio agli interventi dei membri del coordinamento provinciale i quali avevano il compito di illustrare al meglio le nefandezze dell'atto aziendale della Asl - non sono intervenuto. Ecco ciò che avrei detto.

"Vorrei iniziare il mio intervento ragionando  con voi  su alcuni interrogativi relativi alla  nostra terra.  Siamo pienamente coscienti su che tipo di territorio stiamo vivendo?  Sappiamo esattamente come è la qualità della nostra vita in questo posto dove dovremmo lavorare, per chi il lavoro ce l’ha e non sono moltissimi, dove i giovani dovrebbero studiare, dove dovremmo mangiare, bere, respirare, in una parola  dove dovremmo vivere?  Molti di voi, la maggior parte, credo sia cosciente che la nostra provincia è fra le più inquinate d’Italia.  Ma analizzando più affondo alcuni dati il quadro che ne scaturisce è veramente drammatico. Nel 2005 La Valle del Sacco, un’aera che comprende una porzione  vasta della nostra Provincia,  è stata dichiarata sito di interesse nazionale  per la grave emergenza socio economica ambientale sanitaria. In essa si identificano due aree critiche particolari, quella della Provincia di Frosinone, e del bacino del fiume Sacco Il piano di bonifica regionale  del 2012, per queste aree indicava complessivamente la presenza di 200 siti da bonificare . Dei 121 siti ricadenti nella Provincia di Frosinone, dal 2005 a oggi non sono stati bonificati solamente 6.  A conclusione di una analisi più approfondita sempre nel 2012 sono state individuate altre 86 aeree bisognevoli di bonifica. Lo stato di qualità delle acque del bacino idrografico del fiume Sacco è stato certificato dal piano di gestione approvato con Decreto Ministeriale del Presidente del Consiglio del 10/04/2013, come pessimo, il grado di più basso della scala determinata dalla direttiva UE 2000/60. Nella stessa direttiva, che costituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque, è previsto il raggiungimento lo stato di buono del bacino entro il dicembre del 2015, pena l’avvio di una procedura d’infrazione in sede UE con la comminazione di multe salate. Da pessimo  che è l’attuale certificazione per arrivare a buono,  bisogna superare  i gradi di “SCADENTE” e “SUFFICIENTE” . Evitare le multe dell’Europa è quindi impossibile. Sarebbe bene però, per noi cittadini, non  pagare tali multe, e denunciare per danno erariale gli amministratori che hanno determinato questa situazione, imponendo a loro di pagare il danno. Nello stesso Piano digestione DPCM del 10/04/2013 lo stato d’inquinamento della Valle del Sacco è attribuito alla mancata regolamentazione del sistema di scarichi di varia natura, in specie industriali. Ad oggi nell’area persistono situazioni di emergenza ambientale ancora connesse ad un sistema di depurazione e collettamento non idoneo e comunque non sufficiente a garantire standard qualitativi delle acque reflue compatibili con la tutela e salvaguardia delle risorse idriche”. Tradotto non funziona nessun depuratore nè per gli scarichi urbani né per quelli industriali. Tutto ciò produce pesanti conseguenze sulla salute della popolazione. La commissione UE ha rilevato inoltre che Lo Stato Italiano e la Regione Lazio continuano ad essere inadempienti in materia si smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Tale violazione continua ad essere perpetuata con gravi danni per la salute dei cittadini della Provincia. Infatti dal Piano di Bonifica del 2012 delle 60 discariche nocive ne risultano bonificate soltanto 4. In secondo luogo, l’amministrazione regionale per tentare di risolvere la situazione di emergenza che riguarda lo smaltimento dei RSU dell’area di Roma, sta attuando una serie di interventi in violazione dei principi di “prossimità” ed “autosufficienza” –sanciti da numerose direttive UE autorizzando la collocazione e l’esercizio di numerosi impianti trattamento dei rifiuti nel comprensorio della Valle del Sacco destinati allo smaltimento di quanto prodotto e proveniente dal Comune di Roma. Il grave grado di inquinamento ambientale ha determinato la dichiarazione di Stato di emergenza Ambientale e Sanitaria su una vastissima area della Nostra provincia. In questa situazione la Regione Lazio anzichè potenziare le strutture, i servizi e la rete dell’assistenza sanitaria, attuare il monitoraggio costante della salute dei cittadini, definire strategie di intervento e risolvere  l’emergenza, ha operato ed opera una serie di interventi tesi a ridurre drasticamente gli investimenti sul settore sanitario. In aperto contrasto con quanto stabilito nel piano sanitario Regionale del 2012 che prevedeva per la nostra Provincia interventi sanitari prioritari per una zona interessata da grave stato ambientale e dall’elevatissimo rischio sanitario per la popolazione ivi residente. Uno studio effettuato nel 2010 denominato “Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti esposti a rischio di inquinamento” ha osservato un eccesso di mortalità per tutte le cause epidemiologiche. La grave situazione della nostra Provincia è nota anche all’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il programma Health 2020 adottato da 53 stati membri del Comitato Regionale dell’OMS per l’Europa nel dicembre 2012, prescrive per le zone altamente inquinate come la nostra Provincia  il rafforzamento dei sistemi sanitari, la salvaguardia della salute pubblica, la capacità e preparazione per la gestione delle emergenze, nonchè un adeguato sistema di sorveglianza dello stato di salute della popolazione e  di risposta alle crisi. Infatti, Health 2020 mira al  miglioramento dello stato di salute dei cittadini rafforzando le capacità e le funzioni della sanità pubblica, in particolare laddove situazioni di crisi o di grave deterioramento dell’ambiente abbiano provocato danni e la diminuzione dei livelli di benessere e salute. Nelle azioni stabilite dalla Priorità n.3 di Health 2020, vi sono:
1 Sorveglianza della salute della popolazione e del benessere;
2 Monitoraggio e risposta ai rischi per la salute e le emergenze ambientale, del lavoro, della sicurezza alimentare e altri
3 Assicurare la governance per la salute e il benessere
4 Assicurare la presenza di  un sufficiente e competente personale sanitario nella struttura  pubblica
5 Assicurare strutture organizzative sostenibili e finanziamenti a questo orientati
6 Advocacy, comunicazione e mobilitazione sociale per la salute
7 ricerca sulla salute pubblica.
 Come risulta evidente l’atto aziendale della Regione Lazio DCA 247 2014, si pone in direzione opposta rispetto a quanto prescritto dall’OMS e in aperta violazione delle direttive prescritte dell’OMS stesso.  La nostra terra irrimediabilmente inquinata, con un elevate incidenza di mortalità per tutte le , malattie legate all’inquinamento, come da rapporti S.E.N.T.I.E.R.I , non può permettersi di avare una dotazione di posti letto dimezzata rispetto a quanto stabilita per legge, non può premettersi di non avere un registro dei tumori. La D.ssa Mastrobuono ci venne a raccontare che la Asl non aveva i 56 mila euro necessari per istituire il registro. Un scandalo se si pensa che tre tabelle poste presso la casa della Salute di Pontecorvo sono costate 48 mila euro. La nostra Provincia non può permettersi la quasi totale assenza di laboratori di analisi, pubblici, La nostra Provincia non può permettersi la chiusura continuativa  di reparti e presidi sanitari, la cronica insufficienza di personale medico, La nostra provincia non può permettersi di scambiare con Roma sangue per monnezza. La nostra provincia non può permettersi di vendere la pelle dei propri cittadini al profitto delle cliniche private. La nostra provincia non merita l’assoluta opacità della gestione sanitaria.  La nostra provincia non può permettersi dirigenti Asl, che prendono in giro i cittadini. La nostra Provincia non può permettersi di lasciare in mano il proprio governo a una classe dirigente inetta che guarda esclusivamente al proprio interesse in luogo dell’interesse dei cittadini. Andiamo dunque avanti nella lotta".




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