ANPI Roma, ARCI Roma, CGIL Roma e Lazio
Quella a cui abbiamo assistito nei giorni scorsi nella striscia di Gaza è una vera e propria carneficina, con un
esercito professionale che, a distanza di grande sicurezza, sparava ad altezza uomo e uccideva gente
disperata che da 11 anni vive segregata in un vero e proprio carcere a cielo aperto. Le oltre 50 vittime del
14 maggio, con quasi 3.000 feriti, tutti Palestinesi, ci raccontano qualcosa di molto diverso dalla narrazione
degli "scontri" o del "legittimo dovere alla difesa dei confini". La sanguinosa repressione di manifestazioni di
massa pacifiche e non violente ha già causato oltre 100 morti e migliaia di feriti, nelle mobilitazioni
organizzate nella ricorrenza della Naqba – quando centinaia di migliaia di Palestinesi furono cacciati dalle
loro case - e per protestare contro la sciagurata decisione dell’Amministrazione Trump di spostare la
Rappresentanza diplomatica Usa a Gerusalemme. Alla base di queste manifestazioni c’è la disperazione di
due milioni di persone recluse di fatto in un fazzoletto di terra di 800 kmq, senza approvvigionamenti di
energia elettrica e acqua potabile, in povertà, con tassi enormi di disoccupazione, nessuna speranza
immediata di uno sblocco della situazione. L’Amministrazione Trump – viola il diritto internazionale e le
Risoluzioni delle Nazioni Unite sullo status internazionale di Gerusalemme, da nessun altro Stato finora
riconosciuta come capitale di Israele, minando la soluzione di “due popoli, due stati”. La decisione del
Consiglio Onu sui Diritti Umani di aprire un’inchiesta indipendente sui tragici fatti rappresenta una minima
e insufficiente reazione della comunità internazionale di fronte alla palese violazione di qualsiasi diritto
umano da parte del governo israeliano. Ancora una volta, purtroppo, l’Europa dimostra le sue divisioni e la
sua inefficacia: la Commissione, il Consiglio, gli stessi governi nazionali europei non sono stati capaci, negli
anni e ancora oggi, di farsi protagonisti di un’iniziativa internazionale che ponesse le condizioni per un vero
processo di pace. Le istituzioni europee assumano una forte iniziativa verso il popolo palestinese e una
proposta per la soluzione del conflitto israelo-palestinese, necessaria per stabilizzare un’area verso cui si
addensano rischi fortissimi di destabilizzazione, anche a seguito della scelta di Trump di stracciare l’accordo
sul nucleare iraniano. C’è bisogno, anche da parte della società civile italiana ed europea, di una continua
mobilitazione per scuotere il Parlamento e le istituzioni democratiche e continuare a denunciare le
violazioni della legalità internazionale alle Nazioni Unite e alla Ue. Occorre moltiplicare le occasioni di
sensibilizzazione, protesta e controinformazione: il popolo palestinese è allo stremo, e ha bisogno di tutti
noi. Per questi motivi, promuoviamo un appello a tutte le forze democratiche per un presidio in Piazza della
Rotonda (Pantheon), venerdì 25 maggio, dalle ore 16.30 alle ore 19.00, di solidarietà al popolo palestinese
e di sollecitazione al nostro Governo.
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