Gli arresti a Roma dimostrano che il M5S non ha gli strumenti e le persone per farsi garante di una svolta nel senso dell'onestà. Hanno fatto fuori un urbanista come Paolo Berdini con una storia di battaglie contro la speculazione edilizia per dare il via libera a un'operazione che avevano contestato prima di vincere le elezioni. Ricordiamo che nel libro di Paolo Berdini "Polvere di stelle", Lanzalone, a cui M5S ha affidato presidenza Acea, viene definito "sindaco vicario". Ci hanno messo poco a diventare un partito come gli altri e questo ci intristisce perché delude le speranze di tanti elettori.
Che sia coinvolto un uomo di fiducia del M5S che Di Maio si è portato in giro in importanti convegni per sdoganarsi come affidabile presso i poteri forti dà l'idea che la vittoria del M5S non ha rappresentato la rottura e il cambiamento ma un'operazione di gattopardismo. Almeno a Roma dove una praticante dello studio Previti non era certo garanzia di rivoluzione.
Che non siano efficienti e competenti lo si era già capito. Ora è chiaro che il M5S non garantisce nemmeno l'onestà.
Il coinvolgimento di esponenti di Forza Italia e PD conferma che questi partiti sono irriformabili e che non hanno i titoli per presentarsi come alternativa a fallimento M5S. Quanto a Salvini, il palazzinaro arrestato pare sia suo amico che avrebbe dato un contributo alla Lega di 250mila euro.
A Roma si potrà parlare di cambiamento solo quando i palazzinari saranno tenuti a bada dal Comune, ci vorrebbe dunque un sindaco come Berdini.
Era la Raggi che doveva dimettersi per manifesta inettitudine. Rivendichiamo la nostra opposizione al progetto, che siamo stati i primi a contestare fin dal 2013, e chiediamo alla sindaca di bloccare l'iter.
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