Francesco Notarcola
I cittadini di Frosinone e della provincia , le associazioni , così come diversi sindaci e alcuni rappresentanti istituzionali, intervengono da sempre per esporre il proprio disappunto o la propria protesta contro le lunghissime liste di attesa per visite specialistiche e diagnostica che da anni vanno oltre ogni ragionevole limite tollerabile. Questa situazione danneggia fortemente i cittadini meno abbienti e gli emarginati che debbono ricorrere alle visite private, intaccando la già esigua e pensione minima di 500 euro mensili, o debbono rinunciare a curarsi perché non hanno reddito. Vogliamo ricordare che ciò ricorre frequentemente nella nostra provincia che conta 130 mila disoccupati tali da alimentare una diffusa sacca di povertà. Il dramma di questa realtà è riconosciuta dalla regione che per sbloccare e migliorare i disagi e limitare i danni arrecati ai pazienti ha elaborato ed approvato il Piano Regionale per il Governo delle Liste D’Attesa 2017-2018 stanziando 10 milioni di euro complessivi. In questo decreto si vuole raggiungere l’abbattimento delle liste d’attesa per alcuni degli esami ecografici e delle visite specialistiche che presentano maggiori criticità. Sono coinvolti nel progetto oltre a tutti i comparti sanitari e gestionali, anche le forze sindacali e le associazioni di liberi cittadini. Il sistema prevede la classificazione temporale della richiesta delle prestazioni sanitarie,in base al grado di gravità della patologia da accertare e da curare. Ciò per quanto attiene alle prestazioni di primo accesso, cioè quelle che rappresentano il primo contatto del paziente con la struttura. Le classi di priorità seguono la seguente classificazione : Urgente (da espletare entro le 72 ore) Breve (Da eseguirsi entro 10 giorni) Differibile (30 giorni per le visite, 60 giorni per le prestazioni strumentali). L’assurdo è, invece, che nella Asl di Frosinone il paziente deve recarsi tutti i giorni al Cup fino a quando non trova la disponibilità ad essere visitato. Eppure il Piano si basa su un’organizzazione armonica e trasparente. Mentre il sistema prevede l’apertura degli ambulatori, fino alle 22 e se necessario anche il sabato e la domenica, nella Asl di Frosinone gli ambulatori si chiudono come avvenuto per l’unità di prevenzione e riabilitazione cardiologica ; mentre il piano prescrive di riservare alla popolazione spazi nella configurazione delle agende, vietandone le chiusure, a Frosinone gli spazi si chiudono bloccando le prenotazioni; mentre in presenza di lunghi tempi d’attesa il piano obbliga l’interruzione totale delle prestazioni private intramoenia , a Frosinone si continua queste attività negli ospedali e negli ambulatori privati dei medici autorizzati. Per discutere tutte queste problematiche, Cittadinanzattiva TDM ha richiesto un incontro al responsabile del ReCup della Asl di Frosinone in data 20 maggio e al direttore generale in data 28 maggio. Siamo ancora in attesa di un cenno di riscontro. Il controllo delle organizzazioni di tutela dei diritti dei cittadini nella programmazione, organizzazione , controllo e verifica dei servizi sanitari è sancito anche dall’art.118 u.c. Cost., dall’art.14 del D. Lgs. 502/92, dell’art. 12 del D.Lgs. 229/99. In presenza della totale disattesa di quanto previsto nel Piano Regionale per il Governo delle Liste d’attesa 2017-2018 e di quanto sancito nelle leggi sopra richiamate rinnoviamo la richiesta di un incontro al direttore generale della Asl, e chiediamo al sindaci del Capoluogo Nicola Ottaviani, in qualità di presidente della conferenza locale della sanità di convocare tale organismo in un incontro aperto con le associazioni per contribuire a risolvere una situazione grave e drammatica che colpisce l’intera popolazione della provincia, danneggiata economicamente e limitata nell’accesso alle cure.
Frosinone 6 luglio 2018
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