Rifondazione Comunista non si unisce al coro dei difensori dei monopolisti delle autostrade - dichiara il segretario nazionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo. Consideriamo un atto dovuto la lettera con cui il governo avvia la procedura che potrebbe condurre alla revoca della concessione unica alla società Autostrade per l'Italia. Si tratta del minimo che si possa fare dopo questa tragedia. Tutte le forze politiche dovrebbero essere unite e semmai confrontarsi sulle procedure più efficaci. Al contrario degli altri partiti, noi che siamo sempre stati contro la privatizzazione e nel 2006 rifiutammo offerta di soldi da Autostrade per l'Italia, ribadiamo per l'ennesima volta che bisogna scoperchiare tutto il sistema delle concessioni. I signori monopolisti delle autostrade (non ci sono solo i Benetton) hanno intascato dal 2009 al 2016 rendite per 8,85 mld. Noi siamo per la ripubblicizzazione delle autostrade, ma anche chi la pensa diversamente dovrebbe convenire che questa strage impone di riconsiderare privatizzazione e non escludere la revoca della concessione considerandola alla stregua di un reato di lesa maestà. Il fatto che "Autostrade per l'Italia" ora si dica disponibile a spendere una cifra che è quasi pari agli utili di un anno è segno che ci tengono a salvaguardare la rendita pluridecennale che la politica di centrosinistra e centrodestra gli ha garantito. Ricordiamo che la società Autostrade è sotto processo anche per la strage sul tratto Baiano-Avellino quando un bus precipitò e ci furono decine di vittime. Questa volta si vada fino in fondo anche sulla questione della revoca della concessione. E non si spengano i riflettori dopo qualche settimana.
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