ll Sindaco di Riace, insieme ad alcune
operatrici, ha iniziato un digiuno per protestare contro la mancata erogazione
dei fondi destinati all’accoglienza dei migranti da parte della Prefettura di
Reggio Calabria e del Ministero degli Interni (SPRAR). Il piccolo comune calabrese
ha accumulato un ingente debito con il personale, con i fornitori e con gli
stessi rifugiati per ritardi nei pagamenti che variano da un anno e mezzo a due
anni “Stiamo raggiungendo il punto di non ritorno. Se non ci sarà
l’assegnazione programmata non solo finirà l’esperienza di Riace ma saranno
messi in strada 165 rifugiati tra i quali 50 bambini e 80 operatori perderanno
il lavoro” afferma il sindaco. “L’economia di tutta la comunità, modello di
accoglienza e integrazione riconosciuto a livello internazionale crollerà sotto
un cumulo di macerie” conclude Lucano.
La
Rete dei Comuni Solidali (RECOSOL) in accordo con le associazioni presenti
durante il Riace in festival, avvia una raccolta popolare di solidarietà
finalizzata a permettere al progetto di Riace di superare questa fase
estremamente critica. Fase legata a ingiustificabili ritardi anche voluti da
una politica ostile che vuole costringere alla chiusura un progetto di
accoglienza divenuto noto in tutta Europa e che ha permesso di invertire il declino
sociale, economico e demografico di una delle aree più difficili d’Italia
caratterizzata da profonde infiltrazioni della criminalità organizzata. Riace
rappresenta un modello di accoglienza e di legalità per tutti. La solidarietà
al sindaco Mimmo Lucano è arrivata da tutta Italia anche attraverso i
partecipanti a Riace in Festival in corso dal 2 al 5 agosto. RECOSOL chiede a
tutti/e di sostenere il modello Riace partecipando alla raccolta popolare di
solidarietà attraverso una donazione unica o periodica (la campagna rimarrà
attiva fino a dicembre 2018): RECOSOL,
IBAN: IT92R0501801000000000179515, causale Riace. Abbattiamo
i muri, garantiamo accoglienza, apriamo i porti
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