Tanto tuonò che non piovve. Una caotica caciara sta
accompagnando i risultati delle elezioni europee. Maratone, mezze maratone,
podistiche amatoriali, rimandano clamori sul risultato eclatante dei sovranisti difensori della cultura
giudaico cristiana in Italia, in Ungheria, in Francia.
Salvini, baciando e giocherellando con il suo cromato luccicante
rosario, promette sfaceli continentali preservando in Italia l’unità del governo a patto che da oggi in poi
si farà come dice lui senza se e senza
ma.
I verdi, trainati dalla ragazzina
terribile Greta Thunberg, capitalizzano in senso civile il malcontento diffuso
a piene mani da un’oligarchia europea schierata sempre e comunque contro i più
deboli. Non sarà comunque l’approdo in Parlamento di qualche fascista in più, o
di una nouvelle vague verde a cambiare l’antifona. Tanto a decidere sarà la
Bce, l’Ecofin, i singoli Stati, i cui
capi occupano il consiglio ed eleggono a
loro immagine e somiglianza la Commissione.
La realtà vera è che le elezioni
continentali non sono altro che una presa in giro per legittimare
democraticamente delle decisioni prese sopra la testa dei cittadini e
sistematicamente antisociali. Non a caso le tematiche sviluppatesi, sia in
campagna elettorale, che nell’analisi del voto, riguardano per lo più tematiche
interne non solo in Italia.
E’ andata in scena la nuova edizione di un talent che
di solito premia chi c'ha la pagina social più bella e strilla di più. Nel 2014 incoronò il “bomba” Renzi, nel
2018 il burattino Di Maio e oggi l’urlante
e rancoroso Salvini. Chi sarà nella
prossima edizione l'acclamato dal tripudio popolar-mediatico? Già perché la demonizzazione delle tanto vituperate
ideologie (ideologie, non crimini fascisti
e postfascisti) ha lobotomizzato la
coscienza civile dell’elettore che, di
volta in volta ,propende per il concorrente più a la page.
Oggi come oggi, il "dagli al negro" va molto di moda, così come nel 2014 era in voga la rottamazione
renziana ed in seguito i vaffa grillini. Aspettando il prossimo "conducator" di
tendenza, una questione mi rammarica e rattrista.
Per decenni ci hanno
raccontato che la coscienza di classe, la lotta al capitalismo erano storie desuete,
vecchio orpello di una stagione politica morta e sepolta. Roba da reduci
nostalgici. I più assidui ad affermare certe verità inoppugnabili sono stati
proprio quelli che una volta venivano da lontano per andare lontano.
Oggi si va imponendo una classe dirigente formata da altri nostalgici; i nostalgici dei regimi
nazi-fascisti. Oggi viene spacciato per nuovo corso politico un
processo di devastazione di diritti
sociali, civili e perfino umani tipico all’ancient
regime dell ‘800 con lavoratori sfruttati, schiavismo diffuso, razzismo imperante.
Quando si dice corsi e ricorsi storici! Ma è la post-modernità bellezza!
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