Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

giovedì 15 agosto 2019

IL TAGLIO DEL NUMERO DEI PARLAMENTARI E’…. UNA BOIATA PAZZESCA!!!!!!

Daniela Caramel




-          Non garantisce la moralizzazione della vita pubblica. Con un numero inferiore di parlamentari, sarà più facile la compravendita e il cambio di casacca, visto che basterà un numero inferiore di soggetti per ottenere maggioranze che altrimenti sarebbero in bilico;

-          Non tutela dalla corruzione e dalla compravendita dei voti in mano alle mafie. Soprattutto con un forte astensionismo, e col fatto che le mafie spostano enormi pacchetti di voti, queste avranno gioco facile nell’imporre i candidati da loro prescelti, condizionando le scelte degli elettori con i  sistemi ben noti di intimidazione o di promesse di compensi di vario genere;

-          Non garantisce l’elezione di soggetti incorruttibili. Con l’attuale sistema elettorale, dove i candidati sono scelti dalle segreterie dei partiti, verrebbero candidati i soggetti più influenti all’interno dei partiti stessi, quelli che garantiscono un maggior numero di voti, soprattutto laddove il sistema premiante è quello dei “signori delle tessere”;

-          Non garantisce il rispetto della Costituzione, in particolare dell’art. 3 secondo cui “E’ compito della Repubblica  rimuovere gli ostacoli……. che impediscono l’effettiva partecipazione all’organizzazione politica del paese”  Infatti, visto che partecipare ad una campagna elettorale ha un costo elevato anche per i candidati, risulterebbero vincenti quelli con maggiori disponibilità economiche, il che non è certo sinonimo di eguaglianza dei cittadini e diritto di pari opportunità nell’accesso alle cariche istituzionali;

-          Non assicura che verranno elette persone con esperienza e competenze. Poiché nessuno è onnisciente, un numero inferiore di parlamentari circoscrive di fatto la gamma delle conoscenze delle tematiche e dei problemi del paese, la cui soluzione verrebbe affidata al “sentito dire” o alle imposizioni delle lobby di settore;

-          Riduce in maniera consistente ogni rapporto con i territori: se diminuisce il rapporto tra numero dei parlamentari e numero di abitanti, che attualmente è di 1,6 per ogni 100 mila abitanti, è chiaro che ogni parlamentare sarà il riferimento di un collegio molto più vasto, magari con problemi differenti, quindi non verrà garantita quell’attenzione necessaria ad assicurare una effettiva rappresentatività degli elettori;

-          Non verranno garantiti i diritti e la rappresentatività delle minoranze, né dei partiti minori, che di fatto verrebbero estromessi dal parlamento, non consentendo quindi l’effettiva partecipazione alla vita politica della nazione;

-          Il risparmio che si otterrebbe è un argomento risibile e populista: se davvero si volesse risparmiare, basterebbe diminuire non il numero, bensì gli stipendi dei parlamentari, senza dover mettere in discussione per l’ennesima volta la Costituzione, sacrificando la rappresentanza e la democrazia;

-          Infine, concentrerebbe maggiori poteri nelle mani del governo, che avrebbe vita molto più facile nel far passare i propri provvedimenti, dal momento che i parlamentari sarebbero maggiormente ricattabili, il che significherebbe la fine della democrazia parlamentare, ed il passaggio ad una diversa forma di governo, attualmente incostituzionale.

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