Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

domenica 17 novembre 2019

E' lotta di classe? No è matematica

Luciano Granieri




Visto che spesso ci accusano di essere utopisti e poco pratici, stavolta affidiamoci alla freddezza dei conti. 

Il debito pubblico italiano è arrivato a 2.436 miliardi di euro. Secondo una stima di Deutsch Bank il patrimonio pubblico totale è di 571 miliardi. E’ evidente che anche vendendoci il Colosseo non potremmo mai "apparare" tutti  i buffi.  Viene fra l’altro il dubbio che i creditori non vogliono il ripianamento debitorio , infatti quale banca presterebbe 2400 miliardi a chi ha un patrimonio pari quasi ad un quinto di quanto dovrebbe restituire? Evidentemente  è  meglio non rinunciare a  60 miliardi d’interessi sicuri  all’anno. Ed è proprio la spesa per interesse ad alimentare il debito in un circolo vizioso.   Infatti se andiamo a considerare la differenza fra le uscite e le entrate  che lo Stato  incassa in tributi  al netto dell’evasione, ci rendiamo conto che queste  ultime superano le prime. Cioè entrano più tasse rispetto a quanto si spende per  il benessere della collettività. 

Siamo dunque rovinati? Nient’affatto.  Infatti , secondo una stima della Banca d’Italia, i patrimoni privati ammontano a 9.743 miliardi di euro solo per i beni e servizi dichiarati, cioè al netto dei capitali trasferiti nei paradisi fiscali. 

Dunque l’equazione matematica è molto semplice.

 Per  azzerare il debito pubblico, risparmiando gli interessi , basta prendere i soldi dove ci sono, cioè nelle tasche di quei soggetti privati   titolari di quasi 9.800 miliardi  di patrimoni . 

In particolare, se espropriassimo  solo 4.743 miliardi da questo tesoretto, avremmo i soldi per azzerare il  debito pubblico con annessa spesa per interessi , in più avanzerebbero altri 2.300 miliardi per, ad esempio,  nazionalizzare e riconvertire l’Ilva,  creando posti di lavoro non nocivi , evitando di  avvelenare i cittadini. Avremmo la totale libertà di mandare a quel paese i pescecani di ArcelorMittal, previo pagamento di danni ed indennizzi, e fargli pure concorrenza nel mercato dell’acciaio. Si potrebbero riportare sotto il controllo della collettività, asset strategici come Alitallia.

 I Comuni, anziché arrabattarsi con le miserie che il patto di stabilità interna lascia loro, costringendoli a svendere le città ai privati,  potrebbero ricevere finanziamenti per attuare politiche di riconversione energetica degli immobili residenziali e comunali  a titolo gratuito. Vi immaginate quanti piani industriali di riconversione produttiva ecologica  potrebbero partire, sfruttando le ricerche scientifiche delle nostre università, anch’esse, come l’intero comparto dell’istruzione, da rivitalizzare con una tale ingente mole di denaro?  Oppure quanto potrebbe giovarsi la sanità pubblica da questa operazione?  

Come fare? Semplice. Dal momento che la suddetta ricchezza (9.473 miliardi)  in mano a pochi fortunati  è rappresentata per il 95% da patrimoni finanziari ed immobiliari, è sufficiente una bella patrimoniale sull'accumulazione  e  sugli immobili,  in particolare quelli vuoti, fonte di speculazione immobiliare , oltre che, come propone Potere al Popolo, un tassa extra del 10%  sui redditi dell’1% dei soggetti più ricchi

Sarebbe   una grande operazione di redistribuzione del reddito che farebbe ripartire alla grande l’economia reale, ma anche  una sorta di riappropriazione di quanto indebitamente sottratto alla popolazione. 

Giova ricordare che tali fortune sono state accumulate attraverso lo sfruttamento del lavoro altrui -  con una continua e scientifica    sottrazione di redditi dal lavoro a favore della speculazione finanziaria – con   l’evasione fiscale, la corruzione e il dispiegarsi di criminali sistemi tangentizi. 

Si tratterebbe quindi di riprendersi il mal tolto. Potere al Popolo ha provato a sensibilizzare e coinvolgere quanti più cittadini possibile nelle piazze di molte città in questa pianificazione di riappropriazione “DEBITA” e nonostante il silenzio dei media pare che l’operazione abbia avuto successo. Si dirà è lotta di classe? Sicuramente,  ma è in primo luogo una semplice  una operazione matematica.

Per sapere di più sulle manifestazioni organizzata da  da Potere al Popolo clicca qui

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