E’ passato un mese esatto da quando personalmente, insieme
alla mia famiglia e a molti altri amici attivi nell’associazionismo, ho
iniziato il periodo di osservanza del “distanziamento sociale” e di parziale
reclusione domiciliare interrotta solo per i motivi consentiti dai vari DPCM. Il coronavirus propone nuovi eventi come
la commemorazione del “mese di quarantena”.
L’ultima uscita pubblica, è stata proprio il 4 marzo e, vedi la coincidenza, si è trattato della festa di tesseramento
della sezione di Frosinone di Cittadinanzattiva
Tribunale per la difesa dei diritti del malato (TDM) , associazione di cui faccio parte. Nel corso della festa è stato proiettato un video nel quale erano documentati i momenti salienti delle attività del TDM. Una
narrazione costituita per lo più dalla
partecipazione a manifestazioni organizzate contro il progressivo
smantellamento dei presidi pubblici all’interno della Asl della Provincia.
Colpisce nel filmato come i vari momenti di conflitto si siano succeduti, sia ai tempi della giunta regionale di centro-destra (Polverini), che in quelli di governo del centro-sinistra
(Zingaretti), i quali hanno perseguito in modo scientifico gli stessi obiettivi:
chiusura di ospedali, diminuzione dei posti letto e del personale, costante depauperamento dei servizi sanitari
pubblici a favore dei presidi privati.
E’ vero, come dicono molti politici e
amministratori, che la sanità non è né di destra né di sinistra. Infatti è del capitale
finanziario che manovra amministrazioni, tanto
di destra quanto di
sinistra, affinchè possano assicurare illimitati profitti da realizzarsi sulla pelle dei malati.
Prima dell’irrompere
della pandemia, come TDM, ci stavamo occupando, fra le altre cose , del
drammatico problema dei biblici tempi d’attesa necessari per ottenere una visita o un esame
diagnostico. Nel merito fra le criticità c'è una cronica inefficienza, quando non mancanza, di
macchinari diagnostici (anche i più semplici, come un elettrocardiografo) di
infrastrutture (in alcuni ambulatori la
linea Adsl è fatiscente
tanto che diventa difficile compilare
una ricetta de materializzata). Così il blocco della assunzione di medici
ed infermieri , ha causato una
diminuzione del personale in grado di offrire le prestazioni richieste
allungando in modo assolutamente non ragionevole i tempi di effettuazione di
visite ed esami.
Mancanza di medici,
insufficienza delle strutture e delle dotazioni necessarie, a cominciare dalle
mascherine per il personale sanitario, sono le stesse identiche cause della
deflagrazione del coronavirus.
Con la differenza, che se per l’espletamento più rapido di un esame o di una
visita un paziente che se lo può permettere , pagando, può rivolgersi ad una
struttura privata, per il Coronavirus i privati, pur lautamente sovvenzionati,
dalle convenzioni con le Asl, nulla possono neanche per il malato più ricco.
Anzi, sarà un caso, ma proprio nelle due principali strutture private accreditate
della nostra Provincia si sono registrati un numero cospicuo di casi positivi
al Covid-19.
Nulla sarà più come prima, bisogna far tesoro della lezione
impartitaci dalla pandemia, si usa dire. Infatti la lotta per la difesa del
sistema sanitario nazionale e per la piena realizzazione della tutela della
salute come diritto inviolabile dell’individuo e della collettività, a
differenza di prima dovrà essere molto
più incisiva e costante.
Essa però dovrà essere accompagnata dalla
consapevolezza che la privatizzazione
dei profitti e la socializzazione delle
perdite si sta impossessando del servizio sanitario , ed è la prima
regola del sistema neo liberista. Tutto ciò va rovesciato. Socializzazione delle perdite
in sanità significa provocare la strage che il Coronavirus sta
determinando giorno per giorno. E’ un
fatto che non può e non deve essere dimenticato per non ritrovarsi in un futuro
magari non molto lontano a non sapere dove seppellire altre vittime.
Di seguito il video
buona visione
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