Come tutti i 9 maggio i Tg sono concentrati sulle commemorazioni
della morte di Aldo Moro, con annesse analisi sulla stagione della lotta armata. Ad esse, da qualche anno a questa parte, diciamo dopo l’uscita del film “I cento passi” di Marco
Tullio Giordana, alla vicenda di Aldo Moro si aggiunge il
ricordo dell’omicidio di Peppino Impastato trucidato dalla mafia.
Una
commemorazione in tono minore, quasi sbiadente di fronte all’enormità del
delitto Moro. E’ strano constatare come Peppino, un anno sia ricordato come giornalista,
l’anno dopo come proprietario di una radio, mai, o raramente, si evidenzia il
suo impegno politico, scomodo non solo per la mafia, ma anche per gli establishment di ieri, di oggi e forse di
domani.
Mentre scrivo queste note, siamo
alle 8,20 di sera, da tutti i Tg ascoltati fino ad ora Peppino Impastato sembra
scomparso. Sarà a causa del poco spazio lasciato dalle notizie sul Coronavirus,
fatto sta che si è parlato di Moro, si sono celebrati i 70 anni dell’Unione
Europea - ricordando con enfasi il discorso di Robert Schuman del 9 maggio 1950 in cui l’allora ministro degli esteri francese proponeva
la creazione di una comunità europea del “Carbone e dell’Acciaio” (non dei
popoli), in cui i membri, avrebbero messo in comune la produzione di carbone e
acciaio, per l’appunto, ( non la difesa dei diritti sociali) - di Peppino nulla .
In realtà oggi
ricorre il giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo e forse
qui ci poteva entrare anche Peppino. Se ricordate nei giorni successivi la
morte dell’attivista membro di Democrazia Proletaria, si avanzò in modo
autorevole l’ipotesi che Impastato fosse saltato in aria vittima del proprio fallito attentato terrorista finalizzato all’esplosione della ferrovia . In fondo in fondo, quindi, Peppino poteva essere considerato vittima di un attentato terroristico uscito male e quindi meritare un
ricordo. Ma sfortunatamente per i primi estensori dell’ipotesi terrorista ad uccidere Peppino Impastato fu la mafia.
La commemorazione dei 70 anni del discorso di Schuman ha forse oscurato la memoria di Peppino? Già l’Unione
Europea. Chissà cosa avrebbe pensato il ragazzo di Cinisi dell’Europa? Non lo
so, non parlo con i morti come fa Renzi.
Posso solo provare ad immaginare come Impastato avrebbe
rifiutato un’Istituzione in cui, ad un Paese membro che gli chiede aiuti economici, necessari a risolvere una
catastrofe sanitaria, i soldi, non li concede ma li presta, con tanto di interessi, costi annuali e di
gestione.
Avrebbe reagito male Peppino
alle raccomandazioni di chi, nel prestare quei soldi, obbliga il Paese richiedente a
rientrare di certe pesanti condizioni debitorie aperte in precedenza, una volta risolta l’emergenza
sanitaria. Questo lo fanno le banche non un unione di popoli. Ed infatti chi pone
certe condizioni è Klaus
Regling il direttore del Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes) che, anche se non sembra, è di fatto una banca .
Penso che Peppino avrebbe
sottolineato come rientrare di un debito
così elevato, per giunta accresciuto da necessità gravissime come una crisi
sanitaria, non sia possibile a meno che
non si faccia altro debito. Una dinamica tesa ad assicurare il pagamento, sempre a comunque, di ulteriori e sempre più
alti interessi, rimanendo in balia di strozzini
che sembrano molto più vicina alla mafia che non ad una banca. E - questo lo sappiamo per certo - Peppino
Impastato è morto per averla combattuta ,
la mafia.
Ricordiamo Peppino, riascoltando la sua voce.
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