Alla cortese
attenzione degli spett.li consiglieri:
Christian Bellincampi,
Massimo Calicchia, Fabrizio Cristofari, Marco Mastronardi, Angelo Pizzutelli,
Stefano Pizzutelli, Daniele Riggi, Alessandra Sardellitti, Vincenzo Savo, Fabiana Scasseddu, Norberto Venturi, Vittorio
Vitali.
Ci rivolgiamo a voi in qualità di
membri d’opposizione del consiglio Comunale di Frosinone. Nei prossimi giorni,
comunque entro e non oltre il 31 luglio,
sarete chiamati a votare il bilancio consuntivo per l’anno 2019 ed il
previsionale per il triennio 2020-2021-2022. L’approvazione dei documenti finanziari è l’atto politico più
importante, perché incide direttamente sulla quotidianità dei cittadini. Ma questa
consultazione riveste una rilevanza
oltremodo decisiva e senza appello sulla
tenuta finanziaria dell’ente. Ciò a seguito della deliberazione n. 7/2020/PRSP della sezione regionale per il Lazio della Corte dei
Conti.
Nel documento, in cui i giudici
contabili effettuano la verifica semestrale sul corretto svolgimento del Piano di Riequilibrio Economico e
Finanziario, concordato dal Comune con
la Corte dei Conti nel 2013, si certifica che l’entità
debitoria dell’ente nel 2018 è rimasta immutata rispetto al 2013. Ovvero nonostante i
licenziamenti di lavoratori nelle attività di pubblica utilità, tagli alla
scuola, ai servizi sociali in
genere, aumenti al massimo consentito di
tutte le tariffe, cioè nonostante la
spoliazione dei diritti dei cittadini, la situazione debitoria del Comune è
rimasta inalterata con un aggravio di passività per 27milioni emerso da un errato accertamento dei residui attivi e
passivi effettuati nel 2015.
La Corte dei Conti nella deliberazione sopra
richiamata, oltre a contestare al comune
errate modalità di contabilizzazione
delle poste di bilancio, certifica un
debito di 5.375.000 euro, per il
rientro del quale la giunta propone il solito piano di tagli su asili, mobilità
scolastica, personale, attività cultuali. Una pianificazione rigettata dalla
Corte stessa che reputa inadeguato il
piano per un ripianamento che non deve
contemplare esclusivamente i soliti tagli alla spesa sociale ma ricostruire puntualmente le dinamiche debitorie e porvi rimedio
attraverso una nuova e corretta riqualificazione del debito. Non solo, i giudici contabili impongono di
adottare i giusti correttivi, con interessamento dell’intero consiglio comunale, entro il 31 luglio , pena l’apertura della procedura di dissesto .
La giunta comunale, attraverso le
delibere 118 del 14 maggio, 127 del 20
maggio e 137 del 28 maggio, ottempera alla prescrizione di una corretta
redazione del quadro contabile, a
seguito della quale, però, il debito sale dai 5.375.000 certificati
dalla Corte dei Conti a 8.262.618. Lo stesso ente, nelle dichiarate
delibere, propone di distribuire il
piano di rientro nel previsionale triennale 2020-2021-2022, anziché porlo a
consuntivo nel 2019 come richiesto dalla Corte, strutturando un ripianamento comprensivo con i soliti tagli al personale, riduzione delle
spese per , citiamo testualmente, “BIBLIOTECA, MUSEO, SCUOLABUS, ECC.” dove spicca per precisione
contabile la voce definita come “ECC.”
Rispetto alla proposta di rientro, presentata in risposta al decreto
della Corte dei Conti,7/2020 risalta la voce “RINEGOZIAZIONE DEI MUTUI” per
un importo totale di 2.663.868.
Un azione che non si sostanzia nell’abbattimento
della quota interessi, ma consiste nel semplice posticipo delle scadenze dei ratei
attuali a valere per gli anni a venire . Dunque si tratta di un semplice spostamento in avanti del debito e non
una sua reale diminuzione.
Stante la descritta situazione,
voi consiglieri comunali sarete chiamati a votare sul fallimento della città.
Un fallimento che si realizza, oltre che per una gestione amministrativa, a dir
poco allegra e disattenta, soprattutto a
seguito delle ingenti spese di “RAPPRESENTANZA”
per usare un eufemismo , operate dal
sindaco : la compartecipazione , non
richiesta, all’opera di un privato , leggi stadio, lo spreco di costi del Parco del
Matusa, inaugurato, tre o quattro volte, il festival dei conservatori, unica ed
esosissima espressione culturale del Comune, oltre ad altre approssimative
manifestazioni goliardiche, le
faraoniche rappresentazioni della passione vivente, solo per citare alcune delle tante perle di questo comune, e, da
ultimo, il “rent to buy” del palazzo della Banca d’Italia la
cui acquisizione, a seguito di un affitto annuale di 135mila euro è vincolata ad una quota
finale di 2milioni di euro da corrispondere fra dieci anni. Condizione, alla
luce delle situazioni contabili emerse, di
fatto irrealizzabile.
Per questo vi invitiamo, anzi riteniamo vostro dovere ,
richiamandovi alle responsabilità di consiglieri, a
confrontarvi nel merito con la cittadinanza tutta in un’assemblea pubblica che
avrà luogo il 26 giugno prossimo a partire dalle ore 18,00 in Piazza Garibaldi.
Inoltre è nostra opinione che nel corso della votazione, sia necessario un atto
di coraggio politico: votare in dissenso alle delibere di
giunta per il bilancio. Perché le alternative sono: o il prolungamento
e l’inasprimento dei piani lacrime e sangue ai danni dei cittadini, o
l’altrettanto dolorosa apertura della procedura di dissesto. Con la differenza che nella seconda ipotesi
la rimozione del debito è certa. Con la possibilità ,a medio termine, di
inaugurare una nuova stagione
politica in cui si potrebbe ripensare la funzione del Comune come ente democratico di prossimità con ampie aperture
alla partecipazione dei cittadini.
Distinti Saluti.
Comitato Rigenerare Frosinone.
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