Delle salsicce sfrigolano in una
griglia messa su di un banco che offre formaggio verdure, pane,
vino, il tutto sormontato da un gazebo. Più in là, un palco minimale con le
tavole coperte da tappeti colorati con motivi etnici. Sopra una batteria, un
sax, una chitarra, un basso e diversi amplificatori inermi, ma pronti a sparare
ritmi, e riff da combatt-jazz . Davanti
agli strumenti ,da un microfono,
qualcuno parla di politica
rivolto ad un gruppo di astanti, non
numerosi, ma coinvolti e attenti. Dietro
il palco un’attrice, un attore e un ragazzo
indossano i loro costumi in preparazione dell’esibizione che
metteranno in scena subito dopo
l’assemblea.
E’ uno scenario da festival
dell’Unità. Ve li ricordate? Quelli organizzati da un'entità ormai dissolta
quale era il Pci . A dire il vero non solo il Pci si è dissolto ma tutti i
partiti. Ve li ricordate i partiti? Quelle organizzazioni che i cittadini possono
liberamente costituire per partecipare
alla vita politica del Paese, così dice la Costituzione.
Quello scenario si è
riprodotto venerdì scorso 26 giugno a Frosinone in Piazza Garibaldi. Lo scopo era informare la cittadinanza di come la città
sia avviata verso un fallimento a servizi zero, a causa di politiche predatorie, europee e nazionali nei
confronti dei comuni, e comunali nei
confronti dei cittadini.
Dentro un quadro di desolante desertificazione sociale e culturale, già esistente, che il Covid ha semplicemente aggravato, l’osservazione sorpresa dell’attore in
procinto di esibirsi, sullo straordinario connubio fra arte ( poetica, teatrale
e musicale) riflessione politica e, aggiungo io, manifestazione enogastronomica
locale , che in quel contesto stava emergendo - e che da tempo immemore la
città di Frosinone non aveva più vissuto - era la certificazione netta che
qualcosa di bello e affascinante stava, e
sta rinascendo nella nostra arida città.
E’ stata una manifestazione
rivoluzionaria per i tempi in cui siamo precipitati. Ci si è
parlati in faccia, in un contesto dove si comunica quasi esclusivamente in
streaming, o dove al massimo qualcuno blatera e gli altri ascoltano invisibili,
impalpabili. Ci si è recitato in faccia anche attraverso
un provocatorio tubo che distanziava gli attori dalle orecchie del pubblico. Ci
si è suonato in faccia anziché dai balconi o dall’ennesimo streaming.
Mentre a Frosinone alta stava andando in
scena una piccola ribellione a tutto l’armamentario pre e post Covid - fatto di propaganda sottovuoto, connessioni virtuali, divisioni fra tifoserie elettorali cammellate -
a Frosinone bassa si perpetrava il preconfezionato rito calcistico a
stadio vuoto ordinato dai profitti delle
multinazionali televisive e da ciò che gli gira intorno. Una tristezza infinita
senza tifosi ma con la polizia a far guardia ai cameramen. Polizia che per la prima volta non ha ritenuto
pericoloso il nostro particolare festival dell’Unità….
d’intenti.
E’ vero i partiti non ci sono
più, dissolti dalle ragioni della
rappresentazione mediatica che mortifica la rappresentanza, si è
persa l’abitudine alla condivisione e alla socializzazione, smantellata da un
individualismo funzionale al “divide et impera”. Ma a Piazza Garibaldi venerdì scorso è stato
piantato il seme di una pianta, oggi rara, ma una volta ben presente
nell’organizzazione sociale del Paese, un po’ come il grano Senatore
Cappelli.
Noi vogliamo ripartire da li:
dalla condanna di un’economia che strozza il popolo, dalla stigmatizzazione di un sindaco che accresce in modo intollerante
le conseguenze di questa economia, privando i cittadini dei
servizi essenziali. Vogliamo ripartire dagli attori che ti recitano le poesie di Lorenzo Stecchetti e Alda
Merini nelle orecchie e mettono alla
berlina i vizi dei potenti, ma non solo.
Vogliamo ripartire da un ragazzo giocoliere che rotea le sue clave al ritmo di
una batteria. Volgiamo ripartire dal
jazz, dal blues, da….”Black Lives Matter”.
E scoprire che, mentre stai suonando “Estate” ,alzando
gli occhi al cielo, guardando la luna
vicino al campanile in uno sfondo blu notte intenso, Frosinone può essere bellissima.
Bellissimo pezzo, Luciano! Anche poetico... e a volte la poesia diventa realtà!
RispondiEliminaBellissimo pezzo, Luciano! Anche poetico... e a volte la poesia diventa realtà!
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