Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 29 luglio 2020

Il jazzista di strada

Luciano Granieri.




Il jazzista di strada dove lo metti suona. Suona nei club, certamente, ma lo puoi trovare nei posti più impensati, soprattutto d’estate. 

Se da una piazza senti le note di” Lady Bird”, girando l’angolo  li trovi li. Sono loro.  I jazzisti di strada. Con  il batterista che swinga su  un malfermo piatto reso instabile dai sanpietrini. 

Se da una via sale  una coinvolgente  improvvisazione su  “Now’s  The Time”, affacciandoti dalla terrazza sovrastante,  ti  accorgi che sono sempre loro, creativi, brillanti, magari alle prese con un’amplificazione non eccellente,  che comunque non ne influenza più di tanto  la performance …..e nessuno se ne accorge. 

Addirittura può capitare di ascoltare “Blue Bossa” provenire dagli alberi di un bosco. Sono ancora  i jazzisti di strada   che diffondono quei fraseggi.  Suonano  sassofoni , bassi, chitarre  usando  altoparlanti a batteria, per non disturbare troppo la natura con generatori  di corrente ed altre diavolerie.

Perché il jazzista da strada dove lo metti suona? Perché ama il jazz. Perché ama condividere con gli altri suoni ed emozioni. Ma anche perché   il jazzista di  strada ha una grande sensibilità umana,  una  precisa coscienza civile e sociale.  Dove  c’è  da suonare per una causa giusta,  lui  suona.  

Questo, e i complimenti di chi ascolta,  lo  ricompensano abbondantemente,  anche se non disdegna,  comunque,   una qualche remunerazione. 

Il più delle volte il compenso    si concretizza  in un piatto di pasta, in  un panino e una bottiglia di vino. In altri casi, pochi, arriva qualche spiccio. Il  jazzista di strada, proprio perché di strada, è puntiglioso, cura ogni particolare del brano, dallo svolgimento  armonico alla ricerca melodica nell’improvvisazione,  alla varietà ritmica.  

Certo il jazzista di  strada sogna un  palco vero  con tanto di service, e quanto serve per la riuscita di un’eccellente performance.  Ma poi, quando suona un blues  al chiarore della luna, e vede la gente in piazza  battere il piede coinvolta e soddisfatta,  sente il cuore riempirsi di gioia.  

6 commenti:

  1. Il jazzista di strada ha un cuore con tutti i colori dell'arcobaleno. Fa cultura e la cotaggia ai nati distratti. Se uno passa e lo sente suonare e si ferma un attimo ad ascoltare, quella musica non se la scorda più. Chissà se il jazzista di strada lo sa?

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  2. Il jazzista di strada ha un cuore con tutti i colori dell'arcobaleno. Fa cultura e la cotaggia ai nati distratti. Se uno passa e lo sente suonare e si ferma un attimo ad ascoltare, quella musica non se la scorda più. Chissà se il jazzista di strada lo sa?

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    1. Forse si ma averlo rilevato con tanta passione non può fare che bene al jazzista di strada.

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