Potere al Popolo Tavolo della Salute di Bergamo
La seconda ondata è arrivata minacciosa sugli
ospedali lombardi e sulle strutture sanitarie, che nonostante le ampie
previsioni, sono state colte “impreparate”
Cosa è stato fatto da aprile ad oggi per arginare
la pandemia? Pochissimo: del tutto irrilevante e sciagurata la politica
sanitaria della Regione Lombardia.
A cinque mesi dal Dl
Rilancio sono stati creati in Lombardia il 21% di letti previsti per adeguare
le terapie intensive, dagli 861 letti pre-covid si doveva raggiungere quota
1446 (+585) e siamo a 983 (+122) posti attuali).
I famosi “eroi”, gli “angeli” della corsia
erano spesso operatori assunti a tempo determinato, precari e /o con contratti
libero/professionale che hanno tappato dei buchi per l'emergenza… e poi? La medicina territoriale è ancora ferma,
mancano le unità sanitarie territoriali, USCA, quelle che dovrebbero fare
medicina preventiva e cura sul territorio, che dovrebbero curare a casa. Dovevano essere 200 se ne contano 46.
Milano e Lodi ne
contano una decina, Bergamo sei, a Brescia quattro.
Fonti regionali riferiscono che i bandi per costituire le Usca non sarebbero
andati a buon fine per mancanza di
medici in base agli obbiettivi prefissati. !!
Invece delle USCA… altri proclami a non
recarsi negli ospedali, parole che non si possono più ascoltare ….ancora gli annunci
a non intasare i pronto soccorso, l’invito a chiamare il medico di base…è una
farsa omicida, quando sappiamo tutti qual è la situazione della medicina
territoriale: ci ricordiamo tutti le persone morte a domicilio senza nemmeno
l’ausilio di una bombola di ossigeno, con i congiunti improvvisati sanitari a
correre da una farmacia all’altra per cercare bombole di ossigeno, improvvisare
mascherine, comprare saturimetri, di cui fino al giorno prima non conoscevano
nemmeno l’esistenza, o chi giungeva in ospedale in condizioni ormai disperate….perchè
seguivano il mantra di non andare in ospedale…..
Sono state messe delle unità infermieristiche
sul territorio, personale competente, tolto dalle strutture ospedaliere che già
erano in carenza di organico ben prima della pandemia...sono stati fatti dei
bandi per nuove assunzioni, ma quando arriveranno? Personale comunque da
addestrare…non si poteva provvedere nei mesi passati?….e le unità infermieristiche
sul territorio dovranno andare oltre le loro competenze visto la carenza di
medici di base?
Medici e infermieri stanno rivedendo un film
già visto negli scorsi mesi, si sta di nuovo ospedalizzando il Covid, gli ospedali si
stanno di nuovo riempiendo, bloccando le normali attività ospedaliere, che
tanto normali non sono mai state, visto le già lunghe liste d’attesa e a volte
impossibili accessi per visite ed esami strumentali.
Erano in sofferenza prima del covid e hanno ripreso con maggior sofferenza, con
il personale allo stremo delle forze, in queste condizioni sono state riprese
le attività di sala operatoria, dei pre ricoveri, degli ambulatori con visite che non riescono a smaltire.
Al personale sanitario non servono premi
temporanei, serve un rinnovo contrattuale, che
porti a livello di stipendi europei; serve che vengano fatte assunzioni
stabili, che venga tolto il numero chiuso alle facoltà di medicina e
specialistica.
E’ in questa situazione che medici e infermieri
bergamaschi e lombardi hanno scritto una lettera aperta denunciando queste
carenze e facendo proposte anche in previsione di questa seconda ondata,
proposte operative inascoltate. Si adottano misure emergenziali individuando
come unici responsabili i comportamenti dei singoli, mentre è evidente l’immobilismo
colpevole di chi governa a livello regionale e nazionale
Il fallimento della visione ospedalocentrica,
aziendalistica e privatistica della sanita della regione Lombardia è sotto gli
occhi di tutti. La pandemia la resa ancora più drammatica.
E’ importante che vengano ascoltati gli
operatori sanitari, che se ne vadano i politici affaristi e che la sanità torni
ad essere un bene pubblico che produce benessere per tutti e non affari per
pochi.
Nessun commento:
Posta un commento