Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

giovedì 2 agosto 2012

Addio Cavallo Pazzo

Luciano Granieri

Era un’uggiosa domenica di dicembre del 1983, in quel periodo per un ragazzo ventiduenne non è che a Frosinone ci fosse  molto da fare. Tant’è che spesso quella decina di tifosi della Roma del capoluogo ciociaro, spesso prendevano il treno approfittando dell’abbonamento universitario, per raggiungere lo stadio Olimpico e bearsi alle gesta della “MAGGICA”. Quella domenica 11 dicembre del 1983 non riuscii a trovare nessuno dei compagni di merende romanisti disponibile ad accompagnarmi allo stadio.  Del resto, pur se la Roma scudettata  dei Conti, Pruzzo, Di Bartolomei era ancora in lotta con la nemica di sempre , la Juve,  la sfida con l’Avellino, in programma quella domenica,  prometteva una vittoria facile, scontata, tanto da non meritare un viaggio nella capitale per supportare i colori giallorossi. Mi ero quasi rassegnato ad una domenica incolore, magari attaccato alla radio per seguire le gesta della “beneamata” da tutto il calcio minuto per minuto, quando mio cugino Mauro alle 8,00 in punto mi citofona. Mi annuncia che deve raggiungere  Roma per motivi suoi e se per caso avessi avuto intenzione di andare allo stadio potevo tranquillamente approfittare del suo passaggio. Non esitai, il tempo di prendere la sciarpetta del Commando  Ultrà Curva Sud ed ero già in macchina. Mauro mi lasciò a Ponte Milvio. Trovare il biglietto non fu un problema, come detto la partita non era di cartello e dunque non c’era il solito affollamento. Con calma e sereno mi accomodai in curva sud, pronto ad applaudire una golaeada dei giallorossi. Ed in effetti la partita sembrò prendere la piega prevista. Senza spremersi più di tanto Falcao portò in vantaggio la Roma nel primo tempo e raddoppiò  nel secondo tempo. Doppietta del brasiliano e due a zero tranquillo senza particolare patemi d’animo. Ma a pallone come negli altri sport, se non sei umile e ti rilassi, alla fine rischi di pagare la tua presupponenza. Così a sette minuti dalla fine, Biagini, accorciò le distanze per l’Avellino, 2 a 1. Un po’ di disappunto per il gol subito, ma diamine!!! i campioni d’Italia, non avranno problemi a gestire gli ultimi cinque minuti di partita e portare a casa la vittoria. Nemmeno il tempo di finire il pensiero e Diaz pareggia per l’Avellino. 2 a 2. Il disappunto si trasforma in rabbia la Juventus stava pareggiando per 2 a 2 sul campo dell’Udinese e perdere l’occasione di appaiarla in testa alla classifica era veramente un delitto. Comunque, 90’ scaduto, palla al centro, lancio per Toninho Cerezo che prolunga di testa per Aldo Maldera, cavallo pazzo, il terzino protagonista dello scudetto vinto l’anno prima e  che la Roma in quell'anno sfoggiava sulle maglie, tocca in modo scomposto ma efficace con il destro e infila la palla in rete regalando alla Roma una vittoria ormai insperata. Questo è il mio ricordo personale di Aldo Maldera  improvvisamene scomparso ieri all’età di 58 anni, un terzino con il vizio del gol protagonista dello scudetto della stella nel Milan, campionato 1978-1979, ma soprattutto artefice dello scudetto della Roma nel torneo 1982-1983, insieme con Tancredi, Nela, Vierchowod, Ancellotti,  Falcao, Conti, Prohaska,  Pruzzo, Di Bartolomei, Iorio. Addio cavallo pazzo e grazie per lo scudetto e per i bei momenti di sport che ci hai regalato.

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